Un importante studio pubblicato il 2 marzo sul New England Journal of Medicine afferma, in estrema sintesi, che la protezione offerta dalla dose booster dei vaccini contro il Covid-19 (la terza) dura […]

(ALESSANDRO MANTOVANI – Il Fatto Quotidiano) – Un importante studio pubblicato il 2 marzo sul New England Journal of Medicine afferma, in estrema sintesi, che la protezione offerta dalla dose booster dei vaccini contro il Covid-19 (la terza) dura se possibile meno di quella derivante dal ciclo primario, in particolare con la variante Omicron. Parliamo di protezione dalla malattia sintomatica, anche non grave.
Lo studio ha analizzato fra il 27 novembre 2021 e il 12 gennaio 2022 i dati di un campione rappresentativo per età, etnia, fattori di rischio e status vaccinale di oltre 2,6 milioni di residenti in Inghilterra: 1,5 milioni di negativi, quasi 900 mila infettati con Omicron e oltre 200 mila colpiti da Delta. “Nessun effetto contro la variante Omicron è stato notato a partire da 20 settimane dopo due dosi di ChAdOx1 nCoV-19 (che sarebbe il vaccino AstraZeneca/Oxford, molto usato in Gran Bretagna specie nella prima fase, ndr), mentre l’efficacia del vaccino dopo due dosi di BNT162b2 (Pfizer/Biontech) era del 65,5% tra le 2 e le 4 settimane ed è scesa a 8,8% a 25 o più settimane”, scrivono gli autori, tra i quali troviamo ricercatori con un ruolo di primo piano nell’Health Security Agency, la Sanità pubblica britannica, come Nick Andrews e Julia Stowe.
Dopo il booster, a seconda delle combinazioni dei diversi vaccini (Az+Pf/B, Az+Moderna, Pf/B+Pf/B, ecc), la protezione è aumentata in misura variabile tra il 60 e il 74% nelle prime 2-4 settimane per poi scendere a valori compresi tra il 39 e il 64% dopo 5-9 o al massimo dieci settimane. In sostanza, la protezione si è mantenuta a livelli elevati per circa tre mesi.
Questa repentina riduzione dell’efficacia dei vaccini, osservata con grande attenzione anche dalle nostre autorità sanitarie, potrebbe contribuire a spiegare la risalita dei contagi che si registra da qualche giorno in Italia, ancora prima si è vista nel Regno Unito e da ultimo anche in Germania e in altri Paesi europei. La somministrazione delle dosi booster è iniziata a settembre, sei mesi fa. Da quattro giorni i contagi nel nostro Paese sono tornati a crescere se confrontati a quelli di una settimana fa: ieri ne sono stati registrati oltre 60 mila, martedì 1º marzo erano stati 46 mila (+29%); negli ultimi 7 giorni abbiamo avuto 273.318 nuovi casi, in crescita dell’1,3% rispetto alla settimana tra il 23 febbraio e il 1° marzo). L’indice di riproduzione del virus Rt augmented, con il quale l’Istituto superiore di sanità misura la tendenza più recente nella circolazione di Sars-Cov-2, è tornato ad avvicinarsi a 1. Aumenta anche l’indice di positività dei tamponi, che negli ultimi sette giorni è all’11% contro l’8,8% dei precedenti sette. Ieri, per la prima volta dal 26 gennaio scorso, sono aumentate di circa tremila unità le persone attualmente registrate come positive in Italia, che sono poco più di un milione. Naturalmente i tamponi ne individuano solo una parte, che al momento gli esperti stimano a meno del 30% dei contagi veri. Come ormai sappiamo, con Omicron e i vaccini la stragrande maggioranza dei contagiati non ha sintomi o presenta sintomi molto lievi.
Naturalmente prosegue ancora la discesa dei ricoveri, i pazienti nelle terapie intensive sono meno di 600 e nei reparti ordinari meno di 9.000 (gli ingressi in rianimazione sono scesi del 32% su base settimanale), ma l’andamento negli ospedali riflette i contagi con un ritardo di almeno due settimane. I morti sono sempre tanti, ieri 184, ma negli ultimi sette giorni sono stati 1.201 e cioè il 19,3% in meno rispetto alla settimana precedente.
Il governo comincerà ad affrontare già questa settimana il nodo della fine dello stato d’emergenza, prevista per il 31 marzo. Dal mese prossimo, come annunciato da Mario Draghi, diremo addio al sistema dei colori e potremo fare a meno del super green pass per sedersi ai tavoli dei ristoranti, si allargheranno ulteriormente anche le maglie nelle scuole. Ma per il resto ci sarà molto da discutere, nella maggioranza le posizioni divergono. C’è chi vorrebbe eliminare del tutto il super green pass e gli obblighi vaccinali, questi ultimi al momento in vigore fino a metà giugno, mentre altri non intendono farne a meno per convincere chi non l’ha già fatto a sottoporsi alla terza dose.
Sono convinto che NESSUNO farà una eventuale quarta dose.
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la 5a dose, volevi dire.
Questi pazzi incapaci ma buoni a nulla ci stanno rovinando senza alcun risultato utile.
In Giappone e Corea sono arrivati anche a 200.000 casi al giorno, Singapore e H.Kong appestate, ma da noi faccia di-Speranza è lì con gli occhi impallati a dirci che i vaccini sono sicuri ed efficaci…
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