
(ansa.it) – A poche ore dal terzo round di negoziati, secondo l’esercito ucraino, la Russia ha iniziato ad “ammassare le proprie risorse per prendere d’assalto Kiev”; Mosca, subito dopo, annuncia che cesserà il fuoco questa mattina per permettere i corridoi umanitari in diverse città ucraine.
I corridoi saranno aperti dalle 10:00 ora di Mosca (le 8:00 in Italia) da Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy su richiesta del presidente francese Emmanuel Macron.
Ma le forze russe hanno intensificato nella notte gli attacchi su varie città.
“Catastrofica”, secondo il consigliere della presidenza ucraina, Oleksiy Arestovich, la situazione alla periferia di Kiev.
Lì e in altre città, tra cui Mariupol, decine di migliaia di persone attendono di poter evacuare.
Si prospetta così un’altra giornata di fuoco nella guerra ucraina, che dovrebbe vedere un terzo round di negoziati con Mosca, anche se alla vigilia le speranze di successo erano minime.
La Russia ha iniziato ad “ammassare le proprie risorse per prendere d’assalto Kiev”, ha reso noto l’esercito ucraino in un rapporto: nel sobborgo di Irpin, alla periferia occidentale della capitale, le truppe stanno avanzando con carri armati e unità di fanteria motorizzata, oltre a tentare di raggiungere la periferia orientale attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil, affermano i militari.
Un assalto a cui potrebbero partecipare anche combattenti reclutati in Siria, scrive il Wall Street Journal citando quattro funzionari americani, in virtù della loro esperienza nella guerriglia urbana. Da parte sua, il consigliere della presidenza ucraina Oleksiy Arestovich, intervistato dall’emittente locale Belsat TV, ha definito “catastrofica” la situazione nei sobborghi di Bucha, Hostomel e Irpin della capitale, sottolineando che il governo sta facendo tutto il possibile per riprendere le evacuazioni.
FABIO SCUTO
Che cosa c’è davvero alle spalle dell’iniziativa di pa- ce del premier Bennett?
Naviga in acque difficili il gover- no israeliano sulla guerra in U- craina, in equilibri diplomatici quasi impossibili da mantenere. Negli Stati Uniti – il più impor- tante alleato militare di Israele – destano stupore e impazienza i tentativi di Israele di sostenere l’Ucraina senza alienarsi i rap- porti con la Russia. L’ex segreta- rio alla Difesa degli Stati Uniti William Cohen, che ha servito sotto il presidente Clinton e oggi senatore repubblicano, si è detto “profondamente deluso” dal fal- limento di Israele nell’unirsi in li- nea con gli Usa, che hanno impo- sto una vasta gamma di sanzioni a Mosca. La questione – sosten- gono al Dipartimento di Stato – è semplicemente questa: stai con i russi o stai con gli Usa e l’Occi- dente? Israele riceve dagli Usa fi- nanziamenti per miliardi di dol- lari per sviluppare nuovi sistemi missilistici come l’Arrow o an- ti-missile come l’Iron Dome ma poi – dopo una richiesta specifica del presidente ucraino Zelenski al premier israeliano Bennett – ha rifiutato di vendere questi siste- mi a Kiev nonostante le pressioni americane. Il “conflitto di inte- ressi” di Israele si consuma in Si- ria, dove la Russia controlla in gran parte lo spazio aereo e si coordina con Israele, consenten- do ai caccia della IAF di lanciare centinaia di attacchi aerei volti a impedire all’Iran di trarre van- taggio dal caos nel Paese dopo la guerra civile. L’establishment della Difesa in Israele abbozza u- na difesa d’ufficio, sostiene che la richiesta non può essere soddi- sfatta perché “la Russia usa armi completamente diverse dai pale- stinesi, quindi l’Iron Dome pro- babilmente non funzionerebbe”.
Lo stesso giorno in cui il pre- sidente ucraino Zelenski ha chie- sto al primo ministro Bennett di guidare gli sforzi di mediazione tra i due Paesi, Israele si è rifiu- tato di unirsi a 87 Paesi nel soste- nere una risoluzione guidata da- gli Usa al Consiglio di sicurezza ONU di dura condanna per la Russia.
Il giorno successivo Israele ha votato un’altra risoluzione Onu nell’Assemblea generale che con- dannava l’attacco russo, la posi- zione più forte che lo Stato ebrai- co ha preso finora contro Mosca.
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Israele, un paese che malgrado gli intrecci con gli Usa, cerca disperatamente di conservare una certa autonomia
ma da quelle parti hanno dei veri politici
noi invece….abbiamo dei servi
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