L’uomo che doveva sostituire Angela Merkel in Europa sembra invece non toccare palla. Mentre i leader europei hanno ogni giorno un’intensa attività diplomatica e telefonica, di Mario Draghi si conoscono solo gli “incidenti”. […]

(SALVATORE CANNAVÒ – Il Fatto Quotidiano) – L’uomo che doveva sostituire Angela Merkel in Europa sembra invece non toccare palla. Mentre i leader europei hanno ogni giorno un’intensa attività diplomatica e telefonica, di Mario Draghi si conoscono solo gli “incidenti”. Prima la gaffe con il presidente ucraino, lasciato in attesa al telefono, poi la cena mancata all’Eliseo del 28 febbraio, ufficialmente per “motivi tecnici”, ma che invece rappresenta l’emblema di una marginalità.
Su questa vicenda la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha avuto modo di deridere le capacità di connessione del governo paragonandole a quelle “della grotta di Bin Laden”. Uno sberleffo, esibito durante il dibattito alla Camera, fondato anche sulla debolezza delle spiegazioni con cui palazzo Chigi ha motivato l’assenza di Draghi a Parigi.
Basta guardare l’agenda di Emmanuel Macron pubblicata sul sito dell’Eliseo. Alle 19 del 28 febbraio il presidente francese aveva una “cena di lavoro con i rappresentanti delle industrie europee, European Round Table for Industry, con Olaf Scholz, cancelliere della Repubblica federale di Germania e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea”. Draghi non era previsto. Lo confermano i dispacci di agenzia, italiani e francesi. Accorgendosi dell’esclusione, da palazzo Chigi chiamano Parigi per chiedere di essere inclusi e diramano una nota all’ora di pranzo per dire che Draghi “si collegherà in videocall”. Fonti francesi fanno trapelare un’altra versione: Draghi chiede insistentemente di essere incluso alla serata di lavoro e la Francia acconsente. Solo che il premier italiano non riesce a regolare la propria agenda e a recarsi a Parigi (altra prova che non era stato invitato) e chiede di collegarsi in video. All’Eliseo spiegano che è molto complicato tenere una cena ufficiale al palazzo presidenziale con uno dei commensali collegato in video. Sono spiacenti, ma hanno il senso dell’ufficialità. E quindi il collegamento non si può fare. Da qui “i motivi tecnici” che fanno saltare il collegamento “all’ultimo momento” come spiega la nota diramata da palazzo Chigi alle 20.41.
L’esclusione dalla cena di Parigi è però emblematica di una esclusione più generale di Draghi. Nella sua agenda ufficiale, da quando è scoppiata la guerra, non figura nessun incontro di peso. L’unico, la telefonata con Zelensky, si è tradotta in una colossale gaffe recuperata il giorno dopo. Macron e Scholz hanno una agenda molto più fitta quasi tutta assorbita dalla crisi ucraina. Il presidente francese parla con Putin e così fa anche Scholz, che ancora ieri si è collegato con Mosca. Draghi aveva un incontro in programma con Putin che invece ha dovuto cancellare. Poi niente più. Supermario, insomma, non sembra ingranare la marcia.
Sulle sanzioni l’Italia inizialmente si è messa in retroguardia e solo dopo molte insistenze Usa ha deciso di avallare l’esclusione russa dal sistema Swift. Da qui in avanti si è affermata una linea atlantista oltranzista, rappresenta dal ministro Lorenzo Guerini e dallo stesso Luigi Di Maio, che ha tagliato la possibilità di un minimo ruolo autonomo. Che invece Francia e Germania, anch’esse perfettamente allineate all’Alleanza atlantica (si veda il riarmo tedesco annunciato da Scholz), hanno tenuto, come dimostra il rapporto con Putin.
Di questo vuoto ha beneficiato l’attivismo di Di Maio che però è un ministro degli Esteri e non può certo sostituirsi al capo del governo. In diversi, tra l’altro, hanno notato le frasi a effetto su Putin associato a “un animale”. Parole che renderanno difficile domani poter discutere a tu per tu con Mosca.
Di questo vuoto deve essersi accorto anche il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, che in un’intervista ieri rilanciava la necessità di un’Europa più capace di iniziativa politica. Un pungolo alla Ue che non sembra giungere da Mario Draghi.
United PDiotis of the world hang yourselves up.
Di draghi e matta rella meglio sorvolare.😁
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Ma quanti problemi…per quello che deve fare in Italia a superMario basta una semplice telefonata con Verdini, così non c’è nemmeno il problema dei consumi dei giga.
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Il grande Paolo Villaggio avrebbe fatto una interpretazione geniale di Fantozzi con la storia della cena di lavoro in videoconferenza , che peraltro mette al suo posto, simbolicamente, il ruolo dell’Italia e di SuperMario bel palcoscenico mondiale.
Sulle frasi di Di Maio, si può solo rabbrividire. Quando questa bufera sarà passata, perché passerà, cosa farà il nostro ministro degli Esteri (se sfortunatamente per noi lo sarà ancora)? Ribobinera il passato per cancellare quelle espressioni impresentabili, che neppure furono applicate per Saddam Hussein?
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