Ve lo ricordate cosa diceva Berlusconi fino all’altro ieri? “Putin oggi è il politico numero uno nel mondo. Un uomo rispettoso degli altri. Un leader profondamente liberale”. Ne paga qualche conseguenza politica oggi? Neanche per idea. […]

(PINO CORRIAS – Il Fatto Quotidiano) – Ve lo ricordate cosa diceva Berlusconi fino all’altro ieri? “Putin oggi è il politico numero uno nel mondo. Un uomo rispettoso degli altri. Un leader profondamente liberale”. Ne paga qualche conseguenza politica oggi? Neanche per idea. È partner di governo. E dunque fanno tutti finta di nulla. È vecchio. Non ricorda. Deve sposarsi, poverino. Anzi no, non deve più sposarsi, altrimenti chi li sente i cinque eredi?

È sparito persino dalle sinfonie di Rete4, la culla della post verità berlusconiana, dove imperversano Paolo Guzzanti, il redivivo re della commissione Mitrokhin, e Piero Sansonetti, terrore di tutte le Procure occidentali. Neppure la gentile Barbara Palombelli rammenta mai quanto il suo capo abbia contribuito alla gloria di Putin, che oggi assedia l’Ucraina e il mondo. Ma sempre si fa sollecita, quando si tratta di versare una lacrima nel catino della commozione condivisa, povere mamme, poveri bimbi. Mai immaginando quanto i buoni sentimenti servano a coprire quel che la crudeltà e il cinismo apparecchiano.

Alla generale ipocrisia, che campa in conto spese, andrebbero invece ricordate le falsità pronunciate dal loro padrone. Per esempio quelle sulla sanguinante Cecenia, anno 2003. Mentre i reparti speciali russi tagliavano la testa e i testicoli ai ceceni catturati, radevano al suolo Grozny, torturavano e poi uccidevano tutti i familiari dei combattenti, Silvio B trascorreva vacanze nelle residenze segrete dell’amico Vlad con lettoni, pupe e colbacchi. Per poi brindare agli affari con il suo fido Valentino Valentini, ex Publitalia, ospite fisso al Cremlino e il “gasista” Bruno Mentasti, suoi utilizzatori finali. “Vedo in Putin – diceva Silvio B – la volontà di mantenere lo stato di diritto e la libertà di mercato”. Purtroppo “è la stampa italiana e internazionale a falsificare la sua immagine”. Giusto. Ora tocca ai morti raddrizzarla.