
(ANSA) – Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha convocato questa mattina su istruzioni del Ministro Luigi Di Maio l’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana, Sergey Razov.
L’Ambasciatore Sequi – fa sapere la Farnesina – ha espresso al diplomatico russo la ferma condanna del Governo italiano per la gravissima, ingiustificata e non provocata aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina, che costituisce una chiara e netta violazione del diritto internazionale.
AMB. RUSSO, ITALIA MANTENGA POLITICA PONDERATA VERSO MOSCA
(ANSA) – L’ambasciatore di Mosca a Roma, Sergey Razov, “ha espresso l’auspicio che, rispetto alla situazione ucraina, l’Italia mantenga quella politica ponderata che tradizionalmente caratterizza le relazioni bilaterali tra Russia e Italia”. Lo scrive in una nota l’ambasciata russa, dopo la convocazione stamani del diplomatico alla Farnesina.
GAS: RALLY AD AMSTERDAM (+25%) MA RITRACCIA DA MASSIMI AVVIO
(ANSA) – Continua a volare il gas sul mercato di Amsterdam in scia all’attacco russo all’Ucraina e ai rischi che il quadro geopolitico comporta per le forniture di Mosca all’Europa. I future di quello che è il benchmark del prezzo del metano in Europa avanzano del 25,4% a 111,5 euro al megawattora, pur ripiegando dal massimo di 125 euro (+41%) segnato in apertura di contrattazioni.
L’ITALIA DRAGHI NON VA A MOSCA E IL CREMLINO SI INFURIA
(Francesco Grignetti e Ilario Lombardo – la Stampa) – In ballo c’è più di un viaggio. C’è la necessità di tenere il più compatto possibile il fronte comune tra Unione europea e Nato. È la premessa che nelle ultime 24 ore ha portato Mario Draghi a ridefinire le prossime mosse dell’Italia sull’Ucraina e ad annullare per il momento la visita a Mosca. Da palazzo Chigi spiegano che non se ne parla «finché non vi saranno segnali distensivi».
È il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, d’accordo con il presidente del Consiglio, a motivare questa decisione, durante un’informativa urgente al Senato: «Riteniamo che non ci possano essere nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione».
La reazione dei russi, di fonti del ministero degli Esteri, è immediata, corrosiva: «La diplomazia è stata creata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e degustare piatti esotici a ricevimenti di gala. I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale». Il botta e risposta si allungherà per tutta la giornata.
«Non cediamo a provocazioni – fanno sapere però dalla Farnesina -. Lavoriamo per scongiurare la guerra». La linea, spiega Di Maio, è condivisa con gli alleati e i partner europei. Anche il segretario di Stato americano Anthony Blinken e il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian hanno annullato gli incontri previsti con l’omologo russo Sergej Lavrov.
Ma è anche il segno che il tavolo del dialogo sta traballando sempre di più. A Firenze, di fronte a vescovi e cardinali riuniti a discutere di Mediterraneo e immigrazione, Draghi sfodera toni più duri del solito. «Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati».
È un passaggio nel discorso sulla pace, inserito in coda dopo l’aggravarsi della crisi e lo strappo di Putin sul Donbass: «In momenti di crisi – dice Draghi – dobbiamo ancora più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza». Il governo italiano un’idea ce l’avrebbe su come superare la prova. Ed è una scommessa sull’Europa unita. Di Maio un po’ lo dice chiaramente nel suo discorso in Parlamento, un po’ lo fa capire.
«Sosteniamo – enuncia – la ripresa di un’interlocuzione fra Unione europea e Russia a un livello adeguato alla gravità della crisi». Dietro c’è una critica implicita al fallimento delle iniziative di Macron e Scholz. E dunque: «Occorrerà compiere una valutazione approfondita soprattutto con Francia e Germania sulle reali prospettive del formato Normandia».
Già perché è lì, nel quadrangolare Russia-Ucraina-Francia-Germania, dove l’Italia non era ammessa, che si registra il disastro diplomatico. E poi c’è la ricaduta sul gas. Anche qui, è il momento di uno scatto della Ue, seguendo il modello di successo dei vaccini. Di Maio parla dell’esigenza «di un coordinamento europeo nella fase non solo di stoccaggio del gas, ma anche e soprattutto di formazione dei contratti di fornitura». Quanto alle sanzioni, «per essere efficaci, devono fungere da deterrente contro ulteriori azioni militari ed essere, quindi, a nostra opinione, sostenibili, proporzionate, graduali».
Tra l’ altro…
Quale migliore arma di distrazione di massa che tutta questa concitazione?
Green pass, proteste, morti, impoverimento… chiunque alzerà un dito da ora in poi verrà subissato da dai “benpensanti”: “Vergognati, pensa ai bambini che muoiono in guerra”!
Scommettiamo che non si parlerà di altro?
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Ma come, tutto il casino dei green pass non erano un’arma di distrazione di massa per non parlare di altri argomenti? Ora c’è pure la distrazione dalla distrazione? Sei più contorta di un cespuglio di rovi.
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1) ” Ucraina: la Farnesina convoca l’ambasciatore russo”. Pensavo fosse successo il contrario…
2) le “… reali prospettive del formato Normandia” Certo, come no.
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Avete fatto il vostro “BU BU”?
Siete come quel comico che si manganellava le parti intime….
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Ucraina, Romano: “Putin non ha tutti i torti sulla Nato”
09:08 23.02.2022 (aggiornato: 09:14 23.02.2022)
Sergio Romano, ex Ambasciatore d’Italia a Mosca, editorialista del Corriere della Sera
Per il decano dei diplomatici, la Nato andava smobilitata alla fine della Guerra Fredda. Sarebbe un errore l’ingresso dell’Ucraina, che dovrebbe restare uno Stato neutro, come la Svizzera.
“È stato un doppio errore da matitone blu” far immaginare all’Ucraina un ingresso nella Nato. Lo ha affermato il diplomatico Sergio Romano, in un’intervista al Fatto Quotidiano sulla crisi nell’Europa orientale.
“A mio avviso, – spiega – dopo la Guerra Fredda, l’Occidente avrebbe dovuto avviare la smobilitazione della Nato. Era una struttura nata al tempo della contrapposizione con il Patto di Varsavia. Collassato quest’ultimo non aveva senso tenere in piedi un assetto militare che sarebbe stato visto come struttura di pura aggressione”.
Questo è il primo errore ravvisato da Romano, ambasciatore presso la Nato dal 1983 al 1985. Putin “non ha tutti i torti” a reagire all’avanzamento degli insediamenti militari della Nato nell’area ex Urss. Non solo l’Occidente non l’ha smantellata o rimodulata, ma ha pensato di “puntare i cannoni” contro Mosca. E questo è il secondo errore.
“Dobbiamo sforzarci di valutare con equilibrio la situazione. Come ci sarebbe parso se la struttura del mondo militare che si contrappone a noi avesse messo radici in Svizzera, ad un tiro di schioppo da Milano? Sarebbe o no stata destabilizzante questa situazione?”, osserva il diplomatico.
La soluzione prospettata da Romano è che l’Ucraina diventi un paese neutrale, una sorta di Svizzera del’Est, “certamente più povera”, ma con un simile assetto politico.
“Secondo me, – afferma – l’Ucraina deve divenire territorio smilitarizzato, cuscinetto tra l’Ovest e l’Est, Paese Neutrale”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/23/sergio-romano-in-ucraina-papa-francesco-puo-imporre-la-pace-a-putin-altro-che-ue/6503954/
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Hanno tutti ragione dal loro punto di vista, peccato che nessuno si sia preso la briga di chiedere anche al popolo ucraino da che parte preferisca stare. A giudicare dal fatto che Zelenskyy è stato eletto con votazioni giudicate regolari e avendo l’adesione alla Nato nel programma, si capisce anche il perché.
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Perché, quando il DonBass voleva unirsi alla Russia gli ucraini dell’Ovest gli hanno dato peso?
Quando il Kossovo è stato staccato dalla Serbia l’hanno chiesto prima al popolo kosovaro cosa volesse?
Dai retta JD, è meglio che tu taccia, ci fai migliore figura.
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Sei Morto, tu non sai la maggioranza non serba degli abitanti del Kosov quanto se l’e’ presa per quel referendum a cose fatte, senza chiedergli come dici tu se avessero nostalgia di Milosevic. Ma sai, gia’ che c’erano, poi si sono adeguati a vivere senza serbi. Molti dei quali, migliaia, migrarono in Serbia, colle piume un bruciacchiate dato l’amore col quale avevano trattato i kosovari. Ti ricorda qualcosa di odierno?
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Questo testimonia il livello della gente che mandiamo in giro a rappresentarci. Ambasciatore a Mosca negli ultimi anni della Perestrojka, non aveva capito nulla della dissoluzione dell’Impero sovietico (a differenza dell’ambasciatore Indelicato a Berlino est). Quindi è diventato l’ oracolo sulla politica estera.
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Seguo da sempre la libertà intellettuale e intelligente di Romano che la Russia la conosce bene.
Ho molti dubbi riguardo il ruolo del Papa: la Russia è fieramente ortodossa e tra fratelli – coltelli…
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Tutti preoccupati per i poveri nazisti ucraini, ora che avevano imparato alla perfezione il passo d’oca arrivano gli spetsnaz a rovinare tutto
Ukraine: nazi parades and violations of the Minsk Protocol/Sfilate naziste e violazioni del Protocollo di Minsk
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