Nel vedere in tv un Boris Johnson quanto mai tonico e ringalluzzito che annuncia “raffiche di sanzioni” contro la Russia del perfido Putin viene in mente il Boris di qualche giorno fa umiliato e sull’orlo della cacciata per il party-gate consumato in piena pandemia […]

(ANTONIO PADELLARO – Il Fatto Quotidiano) – Nel vedere in tv un Boris Johnson quanto mai tonico e ringalluzzito che annuncia “raffiche di sanzioni” contro la Russia del perfido Putin viene in mente il Boris di qualche giorno fa umiliato e sull’orlo della cacciata per il party-gate consumato in piena pandemia. E che dire di Joe Biden che grazie alla scossa Vladimir ha dato finalmente segnali di esistenza in vita firmando l’ordine esecutivo per imporre le prime sanzioni alle “repubbliche” di Donetsk e Lugansk. Per poi alzare decisamente i toni minacciando ritorsioni molto pesanti contro Mosca che arrivano a coinvolgere perfino i familiari di Putin. Non occorre un’aquila per capire che finché quella ai confini dell’Ucraina resta una mezza guerra (e sperando che si possa giungere a una mezza pace) quasi tutti i protagonisti hanno qualcosa da guadagnarci in termini di politica interna e di visibilità. Infatti, Emmanuel Macron si è ripreso la scena a pochi mesi dalle presidenziali francesi. Mentre per il cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato come essere invitato al ballo delle debuttanti dopo aver fatto tappezzeria. Che poi i tentativi per convincere lo zar si siano risolti, al momento, in un frenetico attivismo fine a se stesso poco importa se nei tg serali sei arruolato nella squadra dei buoni. Anche perché quest’anno Putin concorre da solo all’Oscar di miglior cattivo (senza contare l’imperdonabile pippone storico inflittoci, da Lenin ai nostri giorni).

Detto che anche l’Onu (con il Cnel, menzione speciale per Chi l’ha visto?) è riuscito a piazzare un comunicato, restano da auscultare gli strani rumori provenienti dal cortile italiano. Dove c’è un presidente del Consiglio che raccontano con la valigia pronta ma che dovrà farsi carico delle ulteriori gravi conseguenze sul piano energetico che la crisi potrebbe comportare sulla produzione industriale e sulle bollette degli italiani. Mentre tutto il cucuzzaro, da destra a sinistra, si sgola a chiedere che il governo riferisca in Parlamento, consueto rifugio di chi non sa cosa diavolo dire. Anche perché pochi si aspettavano che dopo la pandemia il mondo potesse subire un altro contagio, quello delle armi, dagli effetti imprevedibili.