
(Antonella Mollica e Fiorenza Sarzanini – corriere.it) – «Marco Carrai è un uomo falso», «Bianchi Bonifazi e Boschi sono una banda bassotti che hanno davvero lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi»: è il giudizio di Tiziano Renzi in una lettera scritta nel 2017 al figlio Matteo, due settimane dopo le sue dimissioni da presidente del Consiglio.
La missiva è stata allegata agli atti dell’inchiesta Open.
I rapporti tra padre e figlio sono diventati tesi dopo le indagini che hanno riguardato le società del padre e questa tensione trova conferma nella lettera scritta e acquisita proprio nel corso delle indagini sulle aziende gestite dallo stesso Tiziano Renzi e dalla moglie Laura Bovoli.
La difesa si era opposta al deposito, ma i giudici hanno ritenuto di acquisirla. Scrive Tiziano Renzi: «È dal tempo della provincia che non sono stato messo in condizione di fare un ragionamento completo con te. In questi anni ho avuto la netta percezione anzi la certezza di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai gli unici colloqui erano conditi di rimproveri di sfiducie preventive.
Non ti scrivo certo per lamentarmi, anzi oggi provo tenerezza per te che malgrado le tue capacità e i tuoi doni vivi la fine di un’epoca. Voglio solo per tua informazione rendicontarti le mie azioni con completezza di motivazioni per comodità parlo di nomi».
E a questo punto cita le persone più vicine a Matteo Renzi: «Carrai coerentemente non si deve mai più far vedere da me. Uomo falso che mi dice che Del Fante suo amico non fa niente di niente e che mi dice che l’egiziano è pronto ad ascoltarlo e non solo non fa niente per post ma non mi difende contro un attacco oggettivamente non supportato da ragioni professionali.
A fronte dell’ectoplasma e della banda bassotti (Bianchi Bonifazi Boschi) io sono stato quello che è passato per ladro prendendolo nel c…. Fa male sentirti dire che non dovevo comprare il capannone riguardo al tuo auspicio che io vada in pensione devo con forza affermare che in pensione dopo una vita vissuta all’avventura mi ci manda il buon Dio, non te.
Non solo perché mi sento ancora attivo mentalmente, ma anche perché l’azienda che ha contribuito a sostenere di volta in volta chi, fra i figli, aveva bisogno, non può smettere di farlo. Ho vissuto l’ultimo anno con terrore. Non è servito a niente non posso andare avanti così».
(ANSA) – “In questi anni ho avuto la netta percezione, la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai gli unici colloqui erano conditi di rimproveri”.
Lo si legge in un testo sequestrato nell’ottobre 2019 dalla guardia di finanza in un pc di Tiziano Renzi finito agli atti del processo per bancarotta in corso a Firenze che vede tra gli imputati i genitori dell’ex premier. Secondo un’istanza della difesa di Tiziano Renzi con cui chiedeva di considerare lo scritto non utilizzabile, respinta dal Tribunale, è “una missiva del signor Tiziano Renzi al figlio senatore”. Il testo risalirebbe del marzo 2017.
“Riguardo al tuo auspicio che vada in pensione – si legge ancora nella lettera sequestrata – devo con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio non te”. “Questa vicenda – affermerebbe ancora Tiziano Renzi, ritenuto l’autore della missiva – mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quello che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto”. “Sono – aggiunge – come il re Mida della m.., concimo tutti, stanno interrogando tutti”.
Talis pater, talis filius.
Gentuccia organizzata solo per lucrare sulle spalle di terzi, alla fine dei conti. Figuraccia un po’ da pezzenti, ma si vede che… it runs in the family.
Il problema è semmai un altro. E cioè che la si può far lunga quanto si vuole, ma qui nessuno pagherà mai nulla. In perfetto Italian style da che mondo è mondo, mi sa… 😦
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Questa missiva mi fa quasi rivalutare la simpatia di Renzi Sr.
Di MEB amante di R. il quale era ospitato in un appartamento con vista Tette da M.C. ci sarebbe da dire altro ancora, Maiorano conosce bene la storia.
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E ci mette dentro, sì ma dentro il parlamento, tra una legge e un emendamento, di sicuro non ci prenderanno.
Picciotti della benavita, rispettati in ogni città,
con la coscienza pulita, quasi come la fedina.
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“i tuoi doni vivi “
Peccato! Poteva ricordarsi della missiva paterna e fondare “DV”, anziché quella m…a che ha (S)fondato!
Alle prossime elezioni vota anche tu Doni Vivi!
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Paoletta ❤ come mai non mi dai più del bonobo?
Non ti piaccio più come un tempo?
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Non so in che lingua spiegarti che mi repelli, che non mi frega niente di quello che pensi (oddio, per capirsi), scrivi, dici, complotti, direi che si può escludere l’italiano vista la tua competenza.
Ancora, non so in che lingua spiegarti che non mi devi rompere i coglioni e che te ne devi andare affanqlo.
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Dal manuale del galateo della perfetta gradassa ❤ ❤ ❤
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