Il green pass oggi serve per entrare in negozi, mezzi di trasporto, palestre, ristoranti e bar: quando è prevista la fine dell’obbligo? L’allentamento sarà valutato solo quando la campagna vaccinale (delle dosi booster) sarà completata

(Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini – corriere.it) – Un allentamento del green pass potrà essere valutato soltanto quando sarà completata la campagna vaccinale delle dosi booster. È questo l’orientamento del ministero della Salute in vista di un calendario di riaperture che si sta mettendo a punto per un ritorno alla vita normale «prudente e graduale», come ha sempre chiarito il presidente del Consiglio Mario Draghi. Poi inizierà un percorso al contrario di quello avvenuto nei mesi scorsi, eliminando prima l’obbligo di certificazione per i luoghi all’aperto. Una linea indicata più volte dal sottosegretario alla salute Andrea Costa che ha comunque marcato la necessità di attendere che la maggior parte dei cittadini abbia ricevuto tre dosi di vaccino.
Il 31 marzo scade lo stato di emergenza che il governo – a meno di una nuova impennata della curva epidemiologica – sembra intenzionato a non rinnovare. Secondo i dati della struttura commissariale l’80% non ha ancora completato il ciclo, però bisogna tenere conto di almeno due milioni di persone che si sono ammalate nell’ultimo mese e quindi non si esclude che già entro la metà di aprile la maggior parte della popolazione sarà “coperta”. E a quel punto comincerà la valutazione per la riapertura che comunque non potrà essere completata prima del 15 giugno quando scade l’obbligo vaccinale per gli over 50.
Un allentamento del green pass potrà essere valutato soltanto quando sarà completata la campagna vaccinale delle dosi booster. È questo l’orientamento del ministero della Salute in vista di un calendario di riaperture che si sta mettendo a punto per un ritorno alla vita normale «prudente e graduale», come ha sempre chiarito il presidente del Consiglio Mario Draghi. Poi inizierà un percorso al contrario di quello avvenuto nei mesi scorsi, eliminando prima l’obbligo di certificazione per i luoghi all’aperto. Una linea indicata più volte dal sottosegretario alla salute Andrea Costa che ha comunque marcato la necessità di attendere che la maggior parte dei cittadini abbia ricevuto tre dosi di vaccino. Argomento che dovrà essere trattato in maniera approfondita anche con le parti sociali riguarda il green pass sul lavoro.
I LAVORATORI
Il green pass base per i lavoratori sarà una delle ultime misure ad essere allentata. Il 15 giugno scade l’obbligo di vaccino per gli over 50 e prima di quella data appare impossibile che si possa eliminare il controllo per l’ingresso in fabbriche e uffici. Senza escludere che si decida di prorogarlo anche nei mesi successivi visto che la riduzione dello smart working fare rientrare in sede la maggior parte dei dipendenti.
RISTORANTI E BAR
I primi a poter eliminare il green pass all’aperto saranno i ristoranti e i bar. Per mangiare, anche al tavolo, fuori non ci sarà più bisogno di mostrare la certificazione verde.
PRIMA I CIRCOLI SPORTIVI, POI LE PALESTRE
In cima alla lista ci sono anche i luoghi all’aperto dove si svolge attività sportiva, come i circoli, mentre le palestre saranno probabilmente in fondo all’elenco.
CINEMA E TEATRI
Anche nei cinema e teatri al chiuso c’è l’intenzione di agire con prudenza, lasciando invece maggiore libertà per le arene.
MEZZI DI TRASPORTO
La certificazione continuerà ad essere obbligatoria per i mezzi di trasporto a lunga percorrenza e per quelli del trasporto pubblico locale.
NEGOZI
Aperta è la discussione sui negozi dove serve almeno il green pass base. Se la curva epidemiologica sarà in netta discesa l’ipotesi più probabile è l’eliminazione del certificato lasciando la regola degli ingressi contingentati.
IFQ: Linda Maggiori- Blogger e scrittrice impegnata nella difesa dell’ambiente
Spero che il green pass venga abolito il 31 marzo e non ritorni mai più
Per accedere ai servizi sociali serve il Green Pass e (almeno nella mia città) gli assistenti sociali non fanno visite domiciliari a chi non ha il Green Pass.
Per accedere ai sindacati serve il Green Pass.
Per accedere al Centro per l’Impiego serve il Green Pass.
Per prendere la pensione dalla posta serve il Green Pass.
Per prendere il reddito di cittadinanza serve il Green Pass, (sotto i 50 anni), e serve il Super Green Pass sopra i 50 anni.
Per aspirare a qualsiasi lavoro devi essere vaccinato, alle agenzie interinali te lo chiedono, in barba ad ogni privacy sui dati sensibili (un po’ come quando ti chiedono se sei automunito). Ormai ci sarà un’altra voce nel curriculum, se non sei al passo con le vaccinazioni, sei fuori.
Se non sei vaccinato e vuoi il Green Pass (“base”), il tampone costa 15 euro, quando il costo reale è di pochi euro e costa così tanto solo in Italia.
Chi non ha il Green Pass resta senza diritti. Senza lavoro. Senza sostegno. Senza assegno, senza aiuti. Senza mezzi pubblici (che sono servizi essenziali).
Altro che servizi a bassa soglia, altro che eliminare gli ostacoli che si frappongono all’uguaglianza dei cittadini, qui si accumulano ostacoli su ostacoli, barriere su barriere e la sinistra ne va fiera. La “sinistra” italiana (o ciò che resta) è la vergogna di un secolo di lotte sociali.
Mi chiedo come possa esistere ancora qualcuno che si proclami di “sinistra” e al contempo possa accettare tutto questo. E da ambientalista mi chiedo perché le più grandi associazioni ambientaliste e pacifiste non protestino. Abbiamo davanti la vera faccia dello Stato del controllo, neoliberista e fascista. E la “sinistra” applaude.
In realtà alcune voci si fanno sentire: Amnesty ha chiesto allo Stato italiano di fermare questa discriminazione, e “che siano previste misure alternative per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto”.
Il Comitato Internazionale Etica della Biomedicina ha usato parole di fuoco per condannare ciò che avviene in Italia. Il Consiglio d’Europa ha invitato tutti i paesi a garantire che nessun cittadino venga discriminato se non è vaccinato.
Ma il governo “dei migliori” non si ferma, e la discriminazione entra anche a scuola, toccando anche i bambini. E così secondo la cervellotica logica perversa (e mutevole) di chi ci comanda, dai 2 casi positivi (alle medie e superiori) e dai 5 casi (alle primarie) la classe si divide, col super green pass a scuola, senza super green pass a casa in DaD (ora detta DDI). In pratica può accadere che vada a scuola un bambino positivo asintomatico (vaccinato) e stia a casa un bambino sano (non vaccinato).
Eppure il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza tace. Da tempo tace. Non proferisce parola neppure sullo sport negato ai ragazzi, dice di non potersi esprimere su “scelte tecnico scientifiche”. Scientifiche? Lo stesso ministro dell’Istruzione Bianchi ha affermato in conferenza stampa che dividere la classe tra vaccinati e non vaccinati, è “una direzione di marcia, una scelta politica”. Appunto. Una discriminazione “politica” senza alcuna base sanitaria.
Sappiamo infatti che i vaccini non impediscono al virus di infettare e trasmettere a terzi. È quanto emerge da vari studi scientifici, il più recente è quello comparso sul Lancet “Transmissibility of SARS-CoV-2 among fully vaccinated individuals” Carlos Franco-Paredes. I dati ISS ci raccontano inoltre di un virus che ha un decorso grave soprattutto per gli anziani, con più patologie, (anche se Omicron è molto meno letale rispetto alle varianti precedenti). Sulla base di quale scienza si giustifica questa discriminazione?
Peter Doshi ci ricorda che è mancato un chiaro dibattito scientifico, che non sono stati forniti i dati grezzi ai ricercatori indipendenti e che sappiamo ancora poco sull’efficacia di questi vaccini e sugli effetti collaterali. Le pressioni e le ingerenze indebite della Big Pharma sulla scienza e sulla politica, la poca indipendenza delle agenzie regolatorie non sono una novità, ci sono da decenni. Ed in pandemia hanno raggiunto apici pericolosi e destabilizzanti.
La politica ha puntato tutto sul vaccino “miracoloso”, sul controllo e sulla repressione sociale, con il silenzio assenso della stampa, e con il beneplacito della “sinistra”, è stata legittimata la più grande, sistematica e antiscientifica discriminazione sociale degli ultimi anni. Ma non è stata rafforzata la medicina territoriale che resta il vero argine ad ogni epidemia infettiva, non sono aumentati i mezzi pubblici e non è stato fatto quasi nulla per migliorare le condizioni della scuola pubblica (che anzi ne esce devastata). Tantomeno è stata fatta prevenzione primaria, limitando l’inquinamento dell’aria e la cattiva alimentazione.
Facciamo in modo che almeno il green pass sia definitivamente abolito il 31 marzo e non ritorni mai più, e che sia ristabilita democrazia, e un minimo di stato sociale per tutte e tutti.
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“Abbiamo davanti la vera faccia dello Stato del controllo, neoliberista e fascista. E la “sinistra” applaude.”
Ma de che?
La “sinistra” FA e la destra applaude!
Non scherziamo per favore…
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E’ appunto l’ obbligo. Che ancora in molti chiedono giusto per farci credere che non sia già stato fatto.
Entro l’estste liberi tutti, altrimenti i turisti ce li scordiamo. Bisogna sempre sperare in un “obbligo” esterno, i cittadini non contiamo più nulla. Tanto non si vota.
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E se cominciassimo a non beccare più con le “indiscrezioni” ( stillicidio continuo per alimentare la speranze… soprattutto dei commercianti…) e ci decidessimo a commentare solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale?
Tanto “lassù” decideranno come pare a loro, quindi risparmiamoici la fatica.
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