
(Luca Telese – tpi.it) – Montanari, tu non hai lesinato critiche alla sinistra dopo l’elezione del presidente della Repubblica.
«E ho fatto bene. Ci siamo risparmiati Draghi, e questa per ora mi pare l’unica notizia buona».
Però?
«Abbiamo avuto un Mattarella bis, e questa invece, malgrado ciò che si pensa a sinistra, non è una buona notizia».
Cosa non ti va del secondo mandato?
«La Costituzione dice, a mio parere in modo chiaro: “L’assemblea dei grandi elettori vota il nuovo presidente”. Siamo sul filo della legittimità: oggi per Mattarella, come prima per Napolitano».
Però non c’è solo questo, immagino.
«Infatti c’è molto di più, sul piano politico-simbolico, prima ancora che su quello della legittimità giuridica».
Cosa?
«Il “nuovo” presidente è quello “vecchio”. Questa è la migliore fotografia dell’Italia contemporanea, quella dove “nuovo” e “vecchio” possono diventare addirittura sinonimi. Follia».
Va detto che Mattarella era uno dei candidati più giovani.
«Durante la Costituente Terracini spiegò chiaramente: “Con l’articolo 85 rieleggere il vecchio presidente sarà impossibile”. Questa era la volontà, chiara».
Ma non lo hanno vietato esplicitamente.
«Adesso il secondo mandato è già diventata una consuetudine: il nuovo-vecchio è l’immagine paradossale che racconta il nostro Paese».
Da dove nasce, dunque, quella che tu ritieni una sconfitta?
«Da molto prima. Con Draghi il centrosinistra ha portato la Lega al governo. Ancora non si sono resi conto di cosa questo abbia comportato davvero, sia sul piano politico che su quello culturale».
Di solito si dice: scegliere la Lega “di governo”, includendola nel governo Draghi, ha indebolito quella “di protesta”.
«Non condivido né la premessa né la conclusione».
Ovvero?
«La Lega ha molte anime, ma la cosiddetta anima “moderata” e “industrialista” fa capo a Giancarlo Giorgetti, uno che nasce nel Msi. Non è per nulla moderata, negli obiettivi: solo più tattica nella modalità».
Dici che tra Giorgetti e Salvini è un gioco delle parti?
«È una dialettica politica irrilevante ai fini dell’identità. La Lega – tutta – ha rapporti consolidati con la galassia fascista e neofascista nazionale internazionale. E con Putin».
Non ti pare un giudizio drastico?
«Leggi il libro di Claudio Gatti, I demoni di Salvini: impressionante. Guarda le posizioni sull’Ucraina. L’asse con la Russia. Secondo me la Lega non è un partito democratico».
Quindi il governo Draghi non ha “normalizzato” Salvini?
«Semmai è il contrario. Io lo scrissi a marzo: si preparava un’operazione che doveva culminare nell’elezione di Draghi al Colle: il piano era questo».
Quale?
«Creare un iper presidenzialismo “de facto” che avrebbe massacrato la Costituzione».
Iper?
«Almeno il presidenzialismo, quello vero, ha pesi e contrappesi. Se Draghi avesse governato dal Colle, come non a caso chiedeva “il moderato” Giorgetti, sarebbe saltato il ruolo del presidente-arbitro. Altro che repubblica delle banane».
Non è accaduto.
«Per ora. Nulla ci garantisce che non accada a fine legislatura: è una ipotesi sospesa, non sventata».
Lo consideri un pericolo?
«Mi spaventa il Parlamento blindato in un governissimo quasi unanime. Che poi, nei rapporti di forza, la squadra di governo sia di venti e quella di opposizione di due – Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana – non fa che aggravare la situazione».
Se era un piano così ben congegnato cosa lo ha bloccato?
«La palese mancanza di rispetto delle istituzione dimostrata da Draghi».
Sei durissimo.
«Il discorso da “nonno della patria” ha fatto trasparire una ambizione personale fortissima. Troppo persino per lui».
Tomaso Montanari, professore universitario, saggista, rettore, grande polemista: rappresenta uno degli ultimi intellettuali critici della sinistra italiana. La sua analisi sulla crisi dei giallorossi e del centrosinistra è più drastica della sua critica alle destre: «Il Movimento è la mia delusione più grande».
Parli del discorso di fine anno che è suonato come una autocandidatura. È stato un errore.
«Partiamo da un fatto enorme. Intorno a Draghi c’è un coro stucchevole. I media, salvo eccezioni, non osarono criticare quella infelice sortita. Ma la politica si è spaventata, e lo ha fermato».
Non condividi l’idea che Draghi governando dia un colpo al cerchio e uno alla botte, a destra e a sinistra?
«Quali sono stati i colpi a destra?
Beh, il Green Pass, i vincoli vaccinali.
«Di sinistra non c’è nulla: norme di buonsenso. Ma la rinuncia a governare la pandemia ha prodotto una impennata di morti. È stato un disastro».
E li imputi a questo governo?
«Cito ad esempio i dati del professor Carlo Lavecchia di Milano, dove la maggioranza delle vittime sono vaccinati con una o due dosi: hanno pagato la vera politica del governo».
Cosa intendi per «vera»?
«Abbiamo seguito la linea di Boris Johnson, ma al contrario di lui, senza dirlo».
Quale?
«Sulla salute pubblica ha prevalso il mercato. Non chiudere le attività, e semmai la scuola, anche se con le quarantene. Il costo è questo».
Linea diversa da Conte?
«Draghi ha governato la pandemia guardando solo agli interessi economici. Davvero conveniva non chiudere i ristoranti? Non si possono spendere i soldi per i ristori, ma per fare il ponte sì».
Su Draghi hai dei pregiudizi, confessa.
«Lo rivendico».
Davvero?
«Il pregiudizio verso una persona il cui operato è noto da decenni, in realtà, è un giudizio fondato».
Quindi un giudizio negativo.
«Draghi non è uno sconosciuto: vallo a chiedere ai greci chi è Draghi».
Parli della crisi del 2011.
«Lui in quel caso era nella Trojka. Noi ci siamo portati a casa la Trojka fai-da- te. E si vede: il Quirinale è solo l’ultimo tassello».
Mattarella non si dimetterà, però.
«Dici? Pronostico: dopo le elezioni inizieranno a scrivere: c’è un Parlamento nuovo, questo presidente è figlio di un Parlamento delegittimato».
Però poi sei duro anche con Mattarella.
«La sua strategia l’ha svelata solo il più grande analista politico italiano».
E chi sarebbe?
«Maurizio Crozza: “Credulone e creduloni, avevate davvero creduto agli scatoloni?”. Ah ah ah…».
Io lo considero in buonafede.
«Per carità. Ma la sindrome da “Salvatore della patria” spesso produce – in buonissima fede – brutti esiti»…
Ho trovato uno che fa l’Anna Lombroso con una prosa a me piu’ gradita.
https://kelebeklerblog.com/
Coso, perche’ non ci dai una cosatina?
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Parole sante !
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Montanari ha replicato nel merito, con analisi politica puntuale e rispondente alla realtà dei fatti! Ma gli italiani preferiscono la propaganda ,inconcludente, da arruffatore del popolo dello slogan, che individua da più di un secolo il salvatore della patria di turno! Una lettura della ” Psicologia delle folle” scritta nel 1895 sarebbe utile. ….con l’ amara constatazione di essere rimasti alla data di pubblicazione!
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«Il pregiudizio verso una persona il cui operato è noto da decenni, in realtà, è un giudizio fondato»
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
Concordo parola per parola.
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Sono sconvolta da quello che ho visto a Piazza Pulita.
Mi sa che impedire ai 5s di parlare STA facendo danni peggiori.
Si continuano a spacciare MENZOGNE sull’ordinanza, anche utilizzando una ridicola, nonché RIVOLTANTE intervista ad uno degli infami querelanti.
Da buttare fuori IMMEDIATAMENTE.
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@ Anail condivido…una intervista “vomitevole”…!!!
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Parole semplici, chiare, precise, DECISE.
Caro Conte, non è difficile.
Conteee! CONTEEEEEEEE!!!!!!
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Bei tempi coi 5 Stelle che avevano Dibba come Actarus e Capitan Harlock.
Ricordiamoceli così:
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Per gli appassionati, c’é anche Goldrake in arabo: (ebbene sì, anche nella 2a lingua di Renzi conoscono Goldrake, anzi, Grendizer):
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Sul discorso di Montanari basterebbe dire che negli ultimi 10 giorni ci sono stati più morti che nel periodo corrispondente del 2021 (circa 3.800 anziché 3.500)
I casi da inizio anno sono 5.000.000, l’anno scorso 500.000.
E tutto questo con l’economia imballata e la kolpa dei novax scaricata sulla loro schiena renitente alla puntura.
Del resto, è o non è un Vile Affarista?
https://www.youtube.com/watch?v=2tvZoVtkVmo&ab_channel=75LUCE75-FabioLucentiniEntertainment
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Schietto Montanari.
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Scusate ma per l’Italia seconda strada o seconda stella a destra? Che giubilio!
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Montanari è in assoluto il mio ospite di 8.5 preferito.
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Tutti a dire che la costituzione non vieta la rielezione del PDR uscente. Invece lo vieta eccome. Non in modo esplicito, ma implicito. Ha ragione Montanari, la costituzione dice che viene eletto il “nuovo” presidente, intendendo uno diverso da quello precedente.
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Grande Tommaso! Montanari è l’unico grande attuale intellettuale italiano che abbiamo dopo la morte di Pasolini!
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Non sono dello stesso avviso su Ucraina e Russia, ma per il resto condivido tutto.
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Tomaso (ripeto, TOMASO, con una sola M) Montanari, il migliore (lui sì) intellettuale che ci resta in Italia.
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Condivido quanto detto da Montanari ma ricorderei il comportamento anomalo del primo Mattarella nel cercare di risolvere crisi del governo Conte due e la mancata azione di demandare tutto al parlamento associandosi all’Innominabile e alle lobby nella nomina affrettata di Draghi
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