
(GIOVANNI ROSSI – quotidiano.net) – Gli altri accelerano, l’Italia prende tempo. L’uscita dalla pandemia, salvo nuove varianti, movimenta il quadro regolatorio in Europa e nel mondo. Restrizioni addio. Senza attendere un giorno più del necessario. Basta navigare in rete per godere il panorama di una rivendicata semplificazione. Dalla Danimarca (prima ad agire) al Regno Unito, dalla Svezia alla Francia, la parola d’ordine è sradicare le misure via via approvate, restituire piena libertà ai cittadini, stimolare la ripresa economica. E questo in paesi che hanno incidenza di contagi ben superiore all’Italia: di quasi 5 volte nel caso della Danimarca, di 2 volte e mezzo per Francia e Svezia, di una volta mezzo nel Regno Unito.
A Copenhagen , dal primo febbraio, nessuna restrizione è più in vigore né all’aperto né al chiuso. Le complicazioni Covid esistono solo alla dogana per i No vax provenienti da paesi non Schengen. Il premier britannico Boris Johnson dichiara che tutte le restrizioni anti-Covid in vigore nel Regno Unito saranno eliminate a partire dalla fine di febbraio, quindi con un mese di anticipo sul previsto. La Francia revoca i test per le persone vaccinate provenienti da paesi esterni allo spazio europeo e pensa all’abolizione del pass vaccinale “entro fine marzo o inizio aprile”, comunica Alain Fischer, presidente del Consiglio di orientamento sulla strategia vaccinale. La Svezia festeggia la fine della maggior parte delle restrizioni con lunghe file per l’ingresso ai locali notturni (ormai senza limiti di orario). Non esiste più obbligo di mascherina neanche in caso di assembramenti, alle frontiere il Green pass non è più richiesto. L’Olanda (tre volte l’incidenza italiana) conta di mantenere precauzioni e obblighi fino all’8 marzo. Poi le restrizioni finiranno. Negli Stati Uniti Anthony Fauci, consigliere di Joe Biden per il Covid, auspica la fine della stretta “nei prossimi mesi”, mentre a New York la governatrice Kathy Hochul revoca l’obbligo di mascherine e di vaccino per accedere nei luoghi al chiuso, ma non a scuola e sui mezzi pubblici.
Ecco perché le cautele italiane sulle misure ancora vigenti – su tutte l’obbligo di mascherina al chiuso almeno fino al 31 marzo indipendentemente dalla circolazione del virus – si staccano dal sentimento in formazione. Il ministro della Salute Roberto Speranza, in trasferta a Lione per il summit dei ministri sanitari dell’Unione, oscilla tra aperture e prudenza, soprattutto sul togliere le mascherine anche al chiuso da aprile: “Siamo in un tempo nuovo del Covid”. Sa di chi è il merito. Della vaccinazione, perché “in Italia oltre il novanta per cento di persone ha la prima dose”. Poi però piazza la frenata: “Credo ci sia bisogno ancora di cautela. Senza passi troppo lunghi che potrebbero metterci in difficoltà”. Un riflesso d’ordine pubblicamente esibito che stona con l’idea del premier Mario Draghi di allineare velocemente il Paese al contesto Ue sia per ragioni di evidenza sanitaria sia per calcolo politico. Sottraendo così argomenti a chi pensasse di capitalizzare la stanchezza degli italiani.
Per la fine dello stato d’emergenza (il 31 marzo) il governo ragiona su uno spacchettamento di competenze tra ministeri e Regioni con coinvolgimento della Protezione civile. Chi avrà la responsabilità di valutare o decidere la proroga di misure straordinarie come la mascherina al chiuso? Mistero assoluto.
SEMPRENEGARE!
..nessuna speranza sull’onestà intellettuale!
Piuttosto la butto in caciara!
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Siamo l’unico Paese che ha tenuto tutto aperto sopportando contagi che corrono e un numero di morti ancora incredibile. Domani apriranno anche le discoteche: meno cautele di cosi’!
L’economia non decolla per altri motivi.
Oltre al fatto che le persone, spaventate dall’ammalarsi di amici e famigliari e dagli ospedali ancora in lockdown nei confronti delle visite persino di supergreenpassati e tamponati e mascherati – e dureranno finchè potranno:vuoi mettere la libertà di non dover rendere conto a parenti e famigliari?Tutto inter nos…- non si fidano ancora.
Ovunque ci sono stati coprifuoco e restrizioni molto maggiori delle nostre. E non hanno lo stesso numero di morti. Qui si è scelto di privilegiare l’economia tenendo tutto aperto e facendo ammuina mediatica sugli spiccioli dei giorni di quarantena(fiduciaria), la qualità delle mascherine e l’odio fra concittadini attraverso querelle vergognose.
Risultato? Tutto aperto ma consumi in stallo. E chi si fida più!
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pazienti più malati devono affrontare lunghe attese per un letto quando vengono ricoverati in ospedale
Un terzo dei pazienti di pronto soccorso – 122.000 in totale – che erano abbastanza malati
da aver bisogno di cure in un reparto ha aspettato più di quattro ore a gennaio – un record.
Circa 16.500 di loro hanno aspettato più di 12 ore, molti dei quali bloccati sui carrelli nei corridoi
o nei reparti di pronto soccorso perché i reparti erano pieni.
I medici hanno avvertito che la situazione stava mettendo a rischio i pazienti.
Questi pazienti sono quelli che avranno già dovuto aspettare per essere visitati in pronto soccorso,
ma necessitano di ulteriori cure perché le loro condizioni sono così gravi.
i tempi di attesa per il cancro hanno raggiunto il livello peggiore dall’inizio delle registrazioni,
con solo due terzi dei pazienti che hanno iniziato il trattamento entro il tempo target di due mesi
a seguito di un rinvio urgente del medico di base.
Nel frattempo, il numero di persone in lista d’attesa ospedaliera per cure programmate è salito a 6,1 milioni.
All’inizio di questa settimana i ministri hanno definito un piano di recupero per affrontare l’arretrato di trattamenti,
che include le persone in attesa di protesi di anca e ginocchio.
Hanno avvertito che la lista d’attesa potrebbe continuare a salire per due anni prima di iniziare a diminuire.
Italia? no UK, da un articolo di oggi su BBC
per il prezzemolo
Il numero di pazienti ricoverati in ospedale con Covid ora è di poco più di 11.000 in Inghilterra,
in calo rispetto agli oltre 17.000 di inizio gennaio.
Significa che circa un letto su nove è occupato da pazienti positivi al Covid, anche se la metà di
loro ha il virus ma viene curata per qualcos’altro.
La quota del personale assente con Covid è scesa al 3%. Nelle ultime settimane ha superato il 4%.
Il professor Stephen Powis, direttore medico nazionale del NHS, ha affermato che il pieno impatto
dell'”inverno Omicron” sta emergendo.
le maschere nelle scuole superiori, ma in aula, mentre nei luoghi comuni saranno ancora necessarie,
della Scozia le tolgono a fine Febbraio, non domani mattina
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Quello che frena di più è Totò-Crozza-De Luca che ci vuole proteggere fino a non so quando con la mascherina all’aperto, ma anche da soli in macchina e anche al cesso.
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Marco BO. guardi che se i malati hanno aspettato 12 ore al Pronto Soccorso sono andati bene. Io, in tempi “normali” nell’ “eccellenza bolognese” ho aspettato di più. Nel corridoio…
Dato che ci ripetono che non sarà certo l’ ultima pandemia, sarebbe il caso di rimodulare gli ospedali ed aumentare i posti letto, con personale adeguartamente formato, riaprendo i piccoli ospedali di provincia per i casi meno gravi , riformando la medicina territoriale ampliando i compiti dei medici di base ( ECG, Prelievi, prenotazioni visite specialistiche e esami… sono tutti compiti che i medici di base potrebbero benissimo espletare magari rinunendosi in gruppo e con l’ ausilio di una infermiera/e).
Si farà? Chi accetta scommesse?
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…continuate pure a cantarvela, ma la realtà è li da vedere ! primi a entrare , ultimi a uscirne….contenti voi, complici!
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