Il ministro contiano lo ripete più volte: “Il M5S ha una filiera che è stata coinvolta e consultata per tutto il percorso dell’elezione per il Quirinale”. Ergo, secondo Stefano Patuanelli “Luigi Di Maio ha posto un tema politico che io ritengo ingiustificato”.

(DI LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano) – Il ministro contiano lo ripete più volte: “Il M5S ha una filiera che è stata coinvolta e consultata per tutto il percorso dell’elezione per il Quirinale”. Ergo, secondo Stefano Patuanelli “Luigi Di Maio ha posto un tema politico che io ritengo ingiustificato”.

Di Maio ha dato le dimissioni dal comitato di garanzia. Che ne pensa?

Credo che sia un atto giusto e obbligato rispetto alla scelta di sabato scorso di giudicare politicamente il percorso del M5S, rispetto all’elezione del presidente della Repubblica. Non poteva continuare a farlo, visto che lo Statuto ha scisso in modo molto netto la parte politica da quella di garanzia. Di Maio aveva scelto di far parte del comitato di garanzia: ma allora non avrebbe dovuto esporsi con una critica così forte rispetto alla linea di Conte e quindi del M5S.

Il ministro degli Esteri ha espresso una critica politica. Accade in tutti i partiti.

La dialettica interna c’è stata e ci sarà. Ma non capisco la critica, avendo Di Maio partecipato alla cabina di regia sul Colle con le proprie idee. Non riesco a comprendere la natura dei suoi rilievi, visto che l’unico leader che ha ottenuto l’obiettivo è stato Conte.

Il leader del M5S voleva far eleggere Elisabetta Belloni, ed è andata diversamente.

L’obiettivo principale, oltre quello di evitare Berlusconi al Colle, è stato raggiunto. Ma si è tentato di fare eleggere Elisabetta Belloni, e sarebbe stata una novità assoluta. Purtroppo ha trovato l’opposizione delle correnti di alcuni partiti, che si sono manifestate. Quello che è successo ha fatto uscire tutti dalla tana, anche chi stava bluffando.

L’obiettivo principale era evitare Draghi al Colle?

Era evitare che cadesse il governo. Nessuno nel M5S ha mai inteso ostacolarlo pensando che il premier non avesse le caratteristiche giuste. Ma se questa maggioranza non è riuscita a eleggere un presidente condiviso diverso da Mattarella dopo sette anni, come avrebbe potuto affrontare un quarto governo? Si sarebbe scivolati verso le elezioni. Per fortuna abbiamo avuto la possibilità di chiedere a Mattarella uno sforzo, seguendo il segnale del Parlamento.

Non basta per definire Conte un vincitore, no?

Io mi chiedo come Di Maio e altri possano metterlo tra gli sconfitti. Il centrodestra è deflagrato senza eleggere un presidente espressione della sua area, e di fatto non esiste più. Mentre il Pd aveva mille anime che hanno espresso le loro idee. Per esempio Dario Franceschini era vicino a Conte nel sottolineare la difficoltà di creare un nuovo governo senza Draghi a Palazzo Chigi. Mentre il segretario dem Enrico Letta non ha mai nascosto la sua preferenza per il premier. La linea del Pd era variegata, quella del M5S una e una sola. Dopodiché se qualcuno sperava in altro deve chiarire e dare risposte.

Sta dicendo che Di Maio voleva Draghi al Quirinale?

Questo bisogna chiederlo a lui. Alle cabine di regia ha partecipato, la linea dei gruppi la conosceva.

Ma quella nel M5S cos’è? Una guerra di correnti, che porterà a una scissione?

Le correnti sono vietate dallo Statuto, quindi una guerra così non può esistere.

La politica non è fatta di regole scritte, lo sa.

Io dico che la linea di Conte è quella del M5S, costruita con un’ampia filiera decisionale. Sul Colle c’è stata massima condivisione: anche nelle ore convulse della fase finale, il presidente si è sempre interfacciato con i due capigruppo. La struttura del Movimento funziona. Evidentemente dietro c’è qualcosa di altro.

Cosa? Le liste per le Politiche e la regola dei due mandati?

Mi auguro di no. E comunque mi sono ripromesso di non parlare dei due mandati, visto che siamo tutti in conflitto di interessi. Anche io, che pure sono alla prima legislatura in Parlamento.

Conte vuole un’assemblea in cui Di Maio dovrebbe rendere conto di “gravi condotte”. Ma il ministro non vuole gogne pubbliche. Ha ragione, non crede?

Non ci sarà alcuna gogna, come non c’è stato alcun nessun attacco personale di qualcuno a qualcun altro. Ripeto, Di Maio ha posto un tema per me non giustificato. Gli si chiede conto di alcune cose da chiarire. Ma il modo in cui si arriverà a un sereno confronto lo stabilirà Conte, non certo io.

A proposito del leader: il suo rapporto con il Pd pare sfibrato dalla partita del Colle.

Con il Pd e con LeU in questi giorni ci siamo ribaditi la fiducia reciproca. Il nostro percorso assieme continua e continuerà.

Invece Beppe Grillo ha lanciato una piattaforma di programma. Sembra un documento più da capo politico che da Garante.

No, è il contrario. Proprio come Garante, ha scritto un testo che ricorda come i principi del M5S non siano immutabili, ma piuttosto oggetto di transizione. Beppe ha individuato elementi molto importanti. L’importante è che tutti riconoscano il percorso che stiamo facendo. Abbiamo una segreteria, i comitati, i capigruppo: le stanze di compensazione per un dibattito ci sono.

Cosa pensa Grillo di questo scontro?

Ciò che pensa Beppe l’ha espresso in un post pochi giorni fa.