
(Adnkronos) – Al via la partita delle nomine delle società partecipate del ministero dell’Economia e delle Finanza o dalle sue controllate, i cui Cda o vertici gestionali sono in scadenza con le assemblee previste in primavera. Una partita che è, comunque, ancora alle battute iniziali ma che già si preannuncia calda visto il corposo dossier che è sul tavolo del Governo: ci sono, infatti, da rinnovare i vertici di 49 società a cui si aggiungono 41 società in cui scadono i rispettivi collegi sindacali: da Invitalia fino a Sace controllate al 100% dal Mef, fino a Snam, controllata al 31,4% da Cdp Reti e Fincantieri, controllata al 71,32% da Cdp Industria.
Dopo la tornata di nomine del 2021 all’insegna del ‘metodo Draghi’, che ha portato alla nomina dei nuovi vertici dei big di Stato, come Fs e Cdp, anche quest’anno la linea che sembra delinearsi è quella di proseguire nel solco tracciato della discontinuità.
Tra le nomine sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Draghi ci sono quelle relative a Invitalia guidata dall’ad Domenico Arcuri dal
2007 e dal presidente Andrea Viero. Nel caso in cui non venisse riconfermato Arcuri, uno dei nomi che circola in queste ore, è quello del ‘successore naturale’, ossia Bernardo Mattarella, l’attuale ad di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito centrale (gruppo Invitalia).
Per quanto riguarda Sace, la società che è passata da Cdp direttamente al Mef, attualmente al vertice ci sono l`ad Pierfrancesco Latini e Mario Giro, che sta svolgendo da qui fino al rinnovo dei vertici le funzioni di presidente dopo le dimissioni del presidente Rodolfo Errore a gennaio. Latini probabilmente rientrerà in Cdp e per il suo successore la scelta potrebbe ricadere su Federico Merola che dal giugno del 2016 è membro indipendente del Cda di Sace.
Per il ruolo di presidente, invece, si punterebbe su un alto funzionario del ministero dell`Economia e delle Finanze ripristinando una consuetudine che aveva visto tra il 1998 e il 2001, il direttore generale del Tesoro diventare presidente della Sace. A quell`epoca fu nominato presidente Mario Draghi. Questa volta l`ipotesi di una nomina dell`attuale direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera alla presidenza della società sembra di difficile attuazione.
Probabilmente la scelta potrebbe ricadere su un altro importante dirigente del Mef. Per Simest, il cui cda è in scadenza, i vertici potrebbero essere riconfermati: sia l`attuale presidente Pasquale Salzano che l`attuale ad Mauro Alfonso. Potrebbe essere riconfermato anche l`ad di Snam Marco Alverà che guida il gruppo dal 2016. I riflettori si puntano poi su Fincantieri, il gruppo guidato dal 2002 da Giuseppe Bono, classe1944, che ha portato in questi 20 anni il gruppo al top della cantieristica mondiale.
Un`ipotesi potrebbe essere quella di scegliere la strada della discontinuità per l`incarico di ad con Bono che potrebbe rimanere alla presidenza. Tra i nomi che circolano per il ruolo di ad in pole position ci sarebbero il direttore generale da settembre 2020 Fabio Gallia (ex ad di Cdp dal 2015 al 2018) ma anche il direttore generale naval vessels di Fincantieri, Giuseppe Giordo.
Sul tavolo ci sono anche i rinnovi dei vertici di Italgas che è guidato dall`ad Paolo Gallo e dal presidente Alberto Dell`Acqua. Tra le altre nomine da individuare – sono complessivamente circa 350 le poltrone da individuare tra cda e collegi sindacali – ci sono anche quelle che riguardano *due membri del Cda* di Sport e Salute, la Spa che gestisce i fondi pubblici per lo sport italiano. L`attuale presidente e ad Vito Cozzoli *è stato invece nominato a marzo del2020 e ha un mandato triennale*.
Sul tavolo c`è anche la nomina dell`amministratore unico di PagoPa che è attualmente Giuseppe Virgone ma anche il rinnovo del Cda di Sogin guidato dal presidente Luigi Perri e dall`Ad Emanuele Fontani che sono in carica dal 2019. Sul tavolo ci sono poi anche i cda di 26 società controllate dal gruppo Fs che è guidato attualmente dall`ad Luigi Ferraris e di 7 società controllate dalla Cdp.
Sono società con capitale pubblico, quindi dovrebbe essere un diritto dei cittadini conoscere vita, morte e miracoli dei nominati, conoscere le motivazioni vere per cui vengono nominati, conoscere i loro obiettivi e come intendono raggiungerli: strategie e metodologie.
Ci si accorgerebbe che sono sempre gli stessi che hanno molteplici incarichi e hanno le radici in partiti aziende.
Per fare questo, su Marte, ci potrebbero essere tv e giornali che dedicano tantissime ore e pagine di dibattito con interventi di esperti indipendenti che facciano domande a chi li nomina e a chi viene nominato.
L’elettore entrerebbe con la mente e il cuore dentro gli ingranaggi dello Stato.
Altrimenti è chiaro il motivo della evidente asfissia della democrazia oggi, che per inerzia porterà a far ripetere la storia ma senza violenza e morti.
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Forza giggino, SCATENATI.
Infila i tuo campagni di scuola, gli amici, i parenti.
Quando arriverà il momento delle elezioni politiche, nel collegio Ischia-Pomigliano d’Arco, sarà il tuo piccolo partito personale che stai creando, cercando il martirio della base presso i grandi editori, a trionfare.
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La politica in Italia si riduce a questo, alle nomine, agli incarichi, nelle imprese di Stato e nello Stato, a tutti i livelli, dai dirigenti all’usciere.
Poi c’è il pappamento, i consigli regionali e comunali e tutte le strutture fasulle create apposta per infilarci i propri amici, parenti e militanti.
Una macchina elefantiaca, inefficiente, che costa uno sproposito e restituisce servizi di merda.
Questa è la terra dei conflitti di interesse che riguarda tutti, pure il cittadino indignato che sotto sotto si fa i cazzi suoi alla razzi.
Gli onesti in questo paese sono ladri potenziali.
Altro interesse della politica sono le mazzette prenditoriali, grazie alle quali svendono beni dello Stato e infilano i loro uomini anche nelle imprese private che operano in concessione
Una massa di ladri, piccoli e grandi.
E mentre le partite Iva soffrono e si riducono, per agevolarle questa politica ladra non trova nulla.
Eppure dovrebbero rappresentare la ESSENZA del lavoro, la voglia di impegnarsi e assumersi la totale responsabilità del proprio operato, anche con scarsi mezzi e correndo molti rischi e senza alcuna tutela.
Cittadini così andrebbero incoraggiati nella Repubblica fondata sul lavoro.
Per la sinistra sono bottegai non sindacalizzabili.
Li accusa di essere degli evasori senza aver fatto nulla per regolare il mercato (basterebbe portare in detrazione la spesa o una parte di essa per combattere l’evasione dell’artigianato.
Perché il problema non può essere lui, visto che avade insieme al cittadino che si indignano solo per l’evasione altrui.
Invece i bastardi si inventano gli studi di settore.
La destra predilige le grandi imprese, i piccoli e piccolissimi prendono calci in culo da tutti.
Politica di chiacchiere.
Cortine fumogene per rubare senza farsi vedere, distraendo l’attenzione su altro, magari sulla dichiarazione di tizio o sempronio.
A Cimoli in AZ davano uno stipendio doppio o triplo rispetto a quello di altri amministratori delegati di altre compagnie aeree.
Perché?
Quanti ne ha girati al politico che lo ha nominato?
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Un mio amico lavora per una partecipata del mef a capitale interamente pubblico: che favola! Si entra senza concorso, garanzie dei contratti pubblici, e soldi dei privati che spendono soldi pubblici.
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Dopo Scaroni, vedremo chi sarà il prossimo insospettabile grillino
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