L’ex premier: «Non vuol dire che siamo alle gogne, una comunità deve poter riflettere al suo interno con tutte le sue componenti, i gruppi e gli iscritti». DI Battista: «Senza resa dei conti è la fine del Movimento»

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(corriere.it) – «Non è una questione riservata, privata fra me e il ministro Di Maio: non potrei accettare che fosse messa in questi termini». Giuseppe Conte e la tensione interna ai Cinque Stelle dopo il voto sul Quirinale. Sul tavolo ancora lo scontro, ormai aperto e quasi quotidiano, tra l’ex premier e il ministro degli Esteri e che necessita, secondo la versione di entrambe le anime dei pentastellati, di una confronto diretto. «Un chiarimento pubblico non vuol dire che siamo alle gogne , a creare meccanismi mediatici -ha precisato Conte parlando a L’aria che tira su La7 – . Una comunità deve poter riflettere al suo interno con tutte le sue componenti, i gruppi e gli iscritti».

Tutte da stabilire invece le modalità di questo confronto, con sullo sfondo l’ipotesi di un voto on line sull’operato del ministro degli Esteri, un tema «delicato» secondo lo stesso ex premier che preferisce «non anticipare nulla» a riguardo, piuttosto «gli iscritti saranno coinvolti nella misura in cui vogliono capire cos’è il M5S, qual è la direzione di marcia, chi siamo, cosa stiamo diventando. Questa discussione va fatta, io credo che il ministro Di Maio abbia posto le questioni in questa prospettiva». Il confronto va affrontato «nelle sedi e secondo le modalità opportune» perché nel M5s «le questioni le affrontiamo con la democrazia diretta, digitale. Ci dev’essere una discussione aperta, le modalità le stabiliremo».

E sullo scontro interno alla sua ormai ex casa è intervenuto anche Alessandro Di Battista, che auspica un chiarimento alla luce del sole». «Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sembrano ai ferri corti. Non è la fine del mondo. La fine, non del mondo ma solo del Movimento, avverrebbe se, per un quieto vivere ipocrita e perbenista, si evitasse la resa dei conti. Una resa dei conti fatta alla luce del sole, davanti agli iscritti e incentrata non su questioni personali ma politiche. In primis sul comportamento che il Movimento che ha vinto le ultime elezioni dovrà tenere nell’ultimo anno di legislatura. Quel che è successo nei giorni dell’elezione del Presidente della Repubblica con Di Maio che cercava in ogni modo di far eleggere Draghi e Conte che cercava di opporsi (per me, giustamente) è, evidentemente, legato a questioni politiche. E le questioni politiche una forza che dice di credere nella democrazia diretta le risolve pubblicamente, coinvolgendo i propri iscritti, non al telefono o in riunioni popolate da neo-politicanti senza voti».

«Una resa dei conti «rapida e trasparente» che per Di Battista converrebbe «a Conte forte ancora di un consenso personale. Converrebbe a Di Maio il quale potrebbe avere più elementi su cosa (e dove) fare al termine del suo secondo mandato. Conviene a chi sta fuori o è stato costretto ad uscire. Tanto per comprendere, definitivamente, cosa sia oggi la comunità del Movimento 5 Stelle e se ne condividono ancora i valori».