Era dal Pleistocene che l’Italia non stava così bene e solo perché per il Pliocene non disponiamo di adeguate serie storiche. Com’è noto, infatti, è “Boom Italia” (MF), ma anche “Record per il Pil 2021” con “Borsa e spread che festeggiano il bis al Quirinale” (Il Giornale) […]

(Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano) – Era dal Pleistocene che l’Italia non stava così bene e solo perché per il Pliocene non disponiamo di adeguate serie storiche. Com’è noto, infatti, è “Boom Italia” (MF), ma anche “Record per il Pil 2021” con “Borsa e spread che festeggiano il bis al Quirinale” (Il Giornale), a non dire che “L’Italia è la locomotiva dell’Ue” (Agi). Con questo “Gran rimbalzo del Pil” c’è pure l’effetto secondario che “sei imprese su dieci” sono “a caccia di addetti” (Il Sole 24 Ore), sfortunata a quanto pare. Stiamo così bene che esiste “La via italiana alle Grandi Dimissioni” ovvero “Mi licenzio per un posto migliore”: “La molla non è il burn out, ma il Pil nazionale al più 6,5%” (Repubblica). Svolgimento: “Più che ‘lascio il posto e cambio vita’, sembra un ‘lascio il posto di prima per uno migliore’. Non ci siamo abituati, perché il nostro mercato del lavoro è da sempre tra i più rigidi. Ma con un Pil rimbalzato del 6,5% nel 2021 (…) la mobilità occupazionale tra alcuni settori economici si è fatta sentire”. Una cuccagna che, dato curioso, riguarda soprattutto gli over 50 uomini e con contratti a termine, specie nell’edilizia del fu Superbonus e nella sanità delle assunzioni Covid.

Ora, se lo scrivono, avranno appurato che ci si dimette per un posto migliore, ma ci permettiamo di ricordare che tre quarti dei nuovi lavori creati nel 2021 erano a termine, che molti contratti sono da poche ore a settimana, che le retribuzioni sono aumentate un terzo dell’inflazione.

“I dati – ha scritto Francesco Armillei su lavoce.info – ridimensionano l’idea di dimissioni trainate da profili qualificati che decidono di ‘cambiare vita’, così come l’idea che il fenomeno interessi prevalentemente i giovani o chi ha un posto fisso”.

Da escludere anche che riguardi i giornalisti, interessati semmai dal fenomeno del Grande Prepensionamento coi soldi pubblici. Tagliandola un po’ con l’accetta, in qualche settore, dopo l’infarto del 2020, se va bene si passa da un lavoretto di merda a un lavoretto un po’ meno di merda. Vedete anche voi, col Riformista, che l’Italia “vola e Draghi ora è più forte”: era dal Pleistocene che non avevamo un presidente del Consiglio così figo (e sempre solo perché per il Pliocene mancano le statistiche).