Bis al Quirinale: lo “spirito di sacrificio” di Sergio cattolico e laico. Gli applausi di ebrei e buddhisti. Ieri a Testaccio, popolare quartiere di Roma, alla messa di mezzogiorno, la stessa frequentata da Enrico Letta, è stata aggiunta in extremis un’intenzione alla preghiera dei fedeli: “Preghiamo per il nostro presidente Mattarella”. E così in varie chiese italiane […]

(di Fabrizio D’Esposito – Il Fatto Quotidiano) – Ieri a Testaccio, popolare quartiere di Roma, alla messa di mezzogiorno, la stessa frequentata da Enrico Letta, è stata aggiunta in extremis un’intenzione alla preghiera dei fedeli: “Preghiamo per il nostro presidente Mattarella”. E così in varie chiese italiane.
La rielezione di Sergio Mattarella è soprattutto il bis al Colle di un cattolico proveniente dalla migliore tradizione scudocrociata, quella della sinistra dc. Un cattolico adulto quindi, per il quale la dimensione intima della fede non ha riflessi clericali nella sfera pubblica e in questo caso istituzionale. Lo ha spiegato molto bene il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nel suo editoriale di ieri: “Sanamente laico (Mattarella, ndr) perché di profonda radice cristiana. E chi conosce sul serio la storia della nostra democrazia sa che questo non è un gioco di parole, ma una cultura preziosa e una costante qualità politica, che Sergio Mattarella ha interpretato con appassionata coerenza per tutta la sua vita”.
Nei messaggi di auguri arrivati dal mondo cattolico si mette in rilievo lo spirito di sacrificio del presidente rieletto, il quale ha subordinato le sue “prospettive personali differenti” alla decisione del Parlamento di sabato scorso. Ecco il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani: “Il Suo esempio di uomo e di statista, lo spirito di servizio e di sacrificio manifestato anche nella presente circostanza, costituiscono un punto di riferimento per tutti i cittadini al di là delle appartenenze politiche e degli schieramenti”. Del resto, per un cattolico, lo spirito di sacrificio è un pilastro della fede. Il concetto lo rende bene padre Antonio Spadaro, gesuita come papa Francesco e direttore della Civiltà Cattolica, in un’intervista ad Askanews: “La sua disponibiltà è certamente un sacrificio personale per il bene del Paese: gliene va dato atto con gratitudine sincera”. E ancora: “Mattarella è una figura molto gradita al mondo cattolico, ed ha sempre mantenuto nella giusta maniera i rapporti di rispetto con l’Oltretelevere. Credo che il mondo cattolico abbia percepito la sua volontà di concludere il suo mandato come assolutamente sincera. Certo, la situazione che si è venuta a creare è inedita e un po’ di emergenza, e in questo senso si accoglie la sua disponibilità come segno di piena continuità rispetto a come si è comportato fino a adesso, mantenendo cioè al primo posto il bene del Paese”.
Il Mattarella presidente e cattolico ha poi un tratto ecumenico, se così possiamo dire. Nei giorni scorsi ha fatto notizia lo striscione esposto dagli studenti delle scuole ebraiche di Roma: “Grazie presidente Mattarella”. Con questa motivazione: “Da giovani ebrei non possiamo dimenticare il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo, anche mascherato da antisionismo”. E sabato, nel giorno della sua rielezione, c’è stato finanche l’entusiasmo dell’Unione Buddhista Italiana che fa perno, ovviamente, sulla saggezza: “In questo particolare contesto storico poter contare nuovamente sulla sua saggezza è garanzia per tutte e tutti per il progresso civile e sociale del Paese”.
non sono l’uccellaccio del malagurio, e se il Sergio improvvisamente morisse?
che famo? lo imbalsamiamo?
il maggior sacrificio sarebbe stato se avesse rifiutato e messo di fronte alle sue responsabilità i politici e il parlamento.
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…alle loro responsabilità
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Se dovesse morire o ammalarsi avremmo la contessa serbelloni vien dal mare a ricoprire il ruolo di PdR.
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@giulio: pro tempore o fino alla scadenza naturale del mandato?
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protempore.
ma con la classe politica che ci troviamo, sicuramente, arriverà alla scadenza naturale del mandato…!!!
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“Grazie presidente Mattarella”. Con questa motivazione: “Da giovani ebrei non possiamo dimenticare il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo, anche mascherato da antisionismo”
GIA’, come quando condannava gli attacchi ad Israele, che si stava limitando a ‘difendersi’ da Hamas, bombardando interi quartieri di Gaza con centinaia di morti inermi.
Era l’anno scorso.
E prima ancora, nel 2018, anniversario della Nabkha.
Solo Dibba è rimasto a ricordarci che i palestinesi meritano il nostro rispetto e Israele merita qualche lievissima critica.
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Se fosse laico non sarebbe lì.
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