Tutto come prima. Tutto resta uguale, tutti sono più deboli. È la fotografia di un’Italia immobile. Uno squallido zero a zero dove tutti restano esattamente dove stavano, però molto più deboli […]

(DI ANTONIO PADELLARO – Il Fatto Quotidiano) – È la fotografia di un’Italia immobile. Uno squallido zero a zero dove tutti restano esattamente dove stavano, però molto più deboli.
Mattarella. Lo avevamo lasciato al Quirinale con gli scatoloni pronti per il trasloco e l’anticipo versato per il nuovo appartamento. Lo ritroviamo al Quirinale come Mattarella Bis, ma è sempre lo stesso. Negli scatoloni vanno ora riposti e sigillati i pacchi delle sue smentite alla ricandidatura, e pazienza per la caparra. Forse un salvatore della Patria ma sicuramente non è il Vangelo.
Draghi. Intendeva volare verso il Colle, ha rischiato il tracollo e adesso gli va benone Palazzo Chigi. Anche se Salvini dopo la disfatta vuole altro spazio nel governo (“serve nuova fase”). Attenderà le elezioni della primavera 2023 per giocarsi il secondo tempo della partita. Con il nuovo Parlamento sottoposto a drastici tagli, Mattarella andrà avanti come se niente fosse? Oppure Sergio Bis si porrà il problema del mutato quadro istituzionale, lasciandogli libera la poltrona? Troppi se. Di sicuro, con un nuovo governo dovrà trovarsi un nuovo lavoro.
I cosiddetti leader. Escono complessivamente delegittimati, travolti dalla base dei Grandi elettori che hanno fatto di testa loro imponendo il Bis. Enrico Letta promette vendetta e invoca nuove regole per vincolare gli eletti alla disciplina di partito, e così imparano. Ovvio che le candidature alle prossime Politiche saranno una carneficina. Con le astensioni alle stelle e la sottomissione al Bis il sistema dei partiti appare un bunker bombardato. Ma pur sempre un bunker.
Destra. Mentre Salvini si sfracellava e Berlusconi s’incazzava, Giorgia Meloni si rafforzava restando immobile. Per la guida della coalizione si prevede una lunga notte dei lunghi coltelli al termine della quale ne resterà uno soltanto. Anzi una.
5Stelle. La mancata candidatura di Elisabetta Belloni ha reso evidente il conflitto Conte-Di Maio. Quanto a Grillo, non è sembrato lucidissimo con quel “benvenuta signora Italia”, mentre la signora dell’Intelligence veniva silurata da Renzi e dai centristi per fare posto a Casini. Un movimento diviso in partes tres. O quattro.
Le donne sprecate. Di una Belloni al Quirinale avrebbe parlato il mondo intero. Una novità straordinaria che avrebbe funzionato da volano per promuovere un Paese finalmente avviato sulla strada dello svecchiamento e dell’innovazione. Per una classe politica logora e polverosa, le donne in politica sono figurine di riserva nell’album del potere. Una prece.
Poverini quelli del Misfatto Quotidiano, spendono mesi a dipingere Giuseppi come un grande leader infallibile e poi è bastato un ex steward e un capocomico per fotterlo, bruciandogli la candidatura preferita e portandogli via il partito da sotto il naso. Puo sempre tornare a fare l’avvocato, anche se spero non difenda mai nessuno come ha difeso la Belloni dagli assalti del gatto e la volpe
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In cosa lo avrebbe “fottuto” di Maio? I “fottuti” siamo noi, t’e capì baluba?
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Brutta usanza quella di usare “una prece” per chiudere un ragionamento.
Gianni
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A Mattarella oggi scriverei una lettera stile Totò e Peppino, due grandi del teatro comico, perchè in effetti siamo arrivati alle comiche, dove i nostri politici sono solo comparse senza talento, i quali pensano solo alla loro saccoccia.
Mattarella
Veniamo con questa mia addirvi ( tutta una parola) che scusate se vi disturbo, non avrei mai penzato che facevate ammuina.:; (punto -due punti e punto e virgola abbundantis abbundandum)
Questa lettera per consolarvi dal dispiacere che aveta a dover tornare al Collo!;, In quel Quirinale che volevate traslocare.;:
Sappiamo che vi si è molto intostata a nervatura, pijateve na pasticca sentite a me, che da lunedì doveta tornà a faticà e nuie speriamo che ce la caviamo.
Salutandovi indistintamente, noi cittadini italiani.
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Gigi la frottola.Nel nome tutto un programma
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poverini tutti sono tutti riusciti a perdere una partita che non hanno giocato, dimostrando incapacità all’unisono.
dato che la vergogna non è cosa che li riguarda,
auguro stitichezza perpetua ai “grandi” elettori, senza cattiveria,
ma giusto quel tappo che blocca e che col passare dei giorni le feci possano raggiungere il cervello,
allora si che poi potranno farlo funzionare.
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che il bibitaro fosse uno dei traditori più traditore di tutti i traditori che siano mai nati sul suolo italico s’era capito da un pezzo (altri si ostinavano a ritenerlo uno statista… da porcilaio…)!
quello che più preoccupa maggiormente di questa sciagurata e vomitevole vicenda é: come sia stato possibile che il fratello di piersanti (barbaramente ucciso dalla mafia) si sia prestato ai giuochini viscidi di un potere oligarchico, marcio e corrotto, che sta conducendo la nazione al disastro fallimentare, economico, democratico e sociale…!!!
buon fortuna a tutti quelli che continuano a tifare per i bianchi, i rossi, i neri…e pure, ultimamente, i gialli…!!!
p.s.
un comlimento a veronicabellisario per la sua azeccatissima lettera dai cittadini italiani…
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Condivido ogni parola di Padellaro.
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Ulteriore colpo al Parlamento, che ormai più nulla conta.
Al momento della proclamazione di Mattarella tutti si sono voltati plaudenti verso Letta che ha ringraziato neanche fosse stato eletto lui. Missione compiuta. Nazareno salvo. Si continua come prima, più di prima. Fino a quando? Chissà.
Intanto nella popolazione cresce sempre di più, vigorosamente concimata, l’ idea dell’ uomo solo al comando. Dell’ Uomo della Provvidenza, dell’ Unto dal Signore. Il popolo non sa cosa vuole: solo capponi di Renzo. Diamogli Sanremo, la comparsata papale quotidiana e qualche Sardina al momento opportuno. Ma anche qualche bastonata se alza la testa del cellulare: non si sa mai…
Mi ricorda qualcosa…
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