Il Foglio lo ritrae in preda alla collera, una figura shakespeariana che cammina avanti e indietro calpestando rabbiosamente i pavimenti del Palazzo ingrato: “Ho preso un Paese senza piano vaccinale, lo ricordano?”, l’hanno sentito sbraitare, al che […]

(DI DANIELA RANIERI – Il Fatto Quotidiano) – Per essere uno “freddo”, “neoclassico”, “pragmatico”, “riservato”, “affabile”, “inafferrabile”, “stratega”, “non tattico”, “gentleman”, “impeccabile” e “dall’aplomb britannico” (così ce l’hanno presentato i giornali dal 3 febbraio dell’anno scorso), Draghi non l’ha presa proprio benissimo.
Il Foglio lo ritrae in preda alla collera, una figura shakespeariana che cammina avanti e indietro calpestando rabbiosamente i pavimenti del Palazzo ingrato: “Ho preso un Paese senza piano vaccinale, lo ricordano?”, l’hanno sentito sbraitare, al che verrebbe da dire: “Ah, non era gratis?”, oppure: “Ma non era un nonno al servizio delle Istituzioni?”, ma anche: “Embè?”, sorvolando sul fatto che un piano vaccinale lo aveva anche Conte, quello di Arcuri, che è stato copiato pari pari da Figliuolo, sennonché non c’erano i vaccini. Comunque, lo stesso Draghi, avendo letto sui giornali “dell’ostilità della politica e della sua presunta antipatia”, ha cacciato tutti dalla sua stanza, “dove adesso non si entra perché ne uscirebbe qualsiasi indiscrezione” (infatti quelli del Foglio si sono nascosti dentro i vasi del ficus benjamin per riferirne).
Per Repubblica e La Stampa il premier affida la speranza di tornare in campo al quinto scrutinio a Enrico Letta e a Salvini (adesso gli servono, gli inutili e molesti partiti che la sua ascesa avrebbe dovuto neutralizzare). Letta gli ha anticipato “che chiederà un tavolo per avviare le trattative” (quando uno del Pd dice così, vuol dire che non se ne farà niente di niente, dobbiamo spiegarglielo noi? È come quando un parcheggiatore abusivo dice “gliela guardo io la macchina, dottò”). Quanto a Salvini, se uno come lui è la tua ultima speranza allora è il momento di cambiare non solo piano, ma anche lavoro e forse Paese; ma pare che Draghi abbia telefonato anche a Berlusconi, che però dal suo letto al San Raffaele ha fatto sapere di non voler “parlare con un ex banchiere”, al che noi espatrieremmo in Guatemala per metterci a capo di una cellula guerrigliera neo-liberista al comando del Generale Figliuolo. Appare ormai chiaro come colui che è stato spinto dai media come Uomo della Provvidenza, che avrebbe portato la nazione fuori dalla pandemia e amministrato bene i soldi del Pnrr che Conte avrebbe dissipato in birra e redditi di cittadinanza, a un certo punto ci ha creduto davvero, di essere circonfuso di luce, e il soglio quirinalizio ha preso a pretenderlo, come fosse una promozione, come le Istituzioni fossero un Cda da scalare. Insieme a lui, tutto un mondo di inconsolabili, convinti che, come si sono sottratte le elezioni al popolo, si potevano mettere a tacere definitivamente i nefasti politici, autori di uno show “miserabile” (La Stampa), solo perché esercitano il diritto-dovere affidato loro dalla Costituzione della Repubblica italiana (non di Città della Pieve) e si rifiutano di assecondare i capricci di un ambizioso. Intanto i sondaggi di Pagnoncelli dicono che il 61% degli italiani vorrebbe che Draghi rimanesse alla guida del governo, e solo il 16 che diventasse presidente della Repubblica. Tra questi c’è sicuramente Orfini, ultimo vietcong e deputato Pd, che lacrima: “Credo che la candidatura del premier stia tramontando. Non penso che l’Italia possa permettersi di portare Draghi in aula a occhi chiusi, salterebbe il Paese”. Non è chiaro se scenderebbe la gente in piazza con le molotov per avere Draghi a capo dello Stato, o se ci bloccano i bancomat; ma non bisogna sottovalutare nemmeno la situazione in Ucraina: per Tito (Repubblica) bisogna eleggere Draghi perché “l’Europa e la Nato sono sotto pressione per la crisi in Ucraina”, situazione che se degenera sarà principalmente colpa di Conte, afferma Il Riformista. Forse vogliono mandare a combattere il presidente della Repubblica e Draghi sembra il più in forma, chissà; forse Figliuolo ha un’arma segreta contro Putin. Intanto Draghi, invece di “mandare tutti al diavolo” come gli suggerisce Vittorio Feltri su Libero, s’intigna e telefona a mezzo mondo, come Verdone quando cercava qualcuno che gli facesse compagnia per Ferragosto (ma per andare in Polonia, non in Ucraina). Ha telefonato pure a Casini, pare, “dopo le insistenti voci che gli attribuiscono l’intenzione di lasciare Palazzo Chigi nel caso in cui l’ex presidente della Camera fosse eletto a sorpresa per il Quirinale (La Stampa). “Umiliante che si dica una cosa del genere”, avrebbe detto Draghi, che forse voleva dire che è umiliante essere sorpassati da Casini, Moratti e persino Tajani, e che vuole scegliere lui il capo dello Stato (o Amato o Mattarella), come fosse un super-elettore o il Re; però restando sempre “fermo, apparentemente immobile” (Corriere); apparentemente, perché martedì “a mezzogiorno si è assentato per due ore, ma era solo andato a pranzo a casa”, fortuna.
(Premio della critica a Davide Serra, finanziere di ascendenze leopolde: “Senza Draghi, altro che caro bollette, ci spengono direttamente la luce”).
Meraviglioso !
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Spero tanto che sto povero Draghi prima o poi trovi “casa”, una “circondariale” magari..
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Gli sbagli si pagano e forse le trame vanno bene in economia, ma non in politica. Quando l’anno scorso, le 2 ministre di IV si dimisero, a Città della Pieve cominciarono le visite al Drago, una sequela di auto che non finivano più, lui apriva il cancello le faceva entrare e a parte le tante auto mai viste prima, in così pochi giorni, nessuno capiva il perchè: erano cominciate le trame verso Conte ed il suo governo, ed il governo passò nelle mani draghiane, lui, il verbo, l’uomo che camminava sulle acque, o meglio sulla saliva dei giornalisti ruffiani e slinguazzatori, aveva formato il suo governo, a chi gli chiedeva “vengo anch’io?” rispondeva “Gnamo sarta su anche te”. A lui dei partiti non fregava niente uno in più, uno in meno, non li stava manco ad ascolta’, faceva come gli pareva tanto che la finanziaria non fu nemmeno discussa, dopo tutto perchè? lui era er mejo: mejo de così chi la poteva scrive’. Ora i partiti si vendicano e lo tengono sulla graticola, la gente comune ha conosciuto la sua mancanza di empatia,e resta antipatico a tutti meno il 16% secondo Pagnoncelli. Ah se avesse aspettato…. ora lo avrebbero subito eletto a furor di popolo. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi, lo sapevi Drago?
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Bel commento Veronica!
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Che articolo!😆
Daniela Ranieri mitica. 👏🏻👏🏻👏🏻🏆
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