E se il green pass con terza dose diventasse valido “all’infinito”? O comunque non avesse una scadenza perentoria? È una delle ipotesi che si rincorrono negli ambienti governativi da ieri. Niente di certo, ma le indicazioni sembrano andare verso questa direzione.

(DI VINCENZO BISBIGLIA – Il Fatto Quotidiano) – E se il green pass con terza dose diventasse valido “all’infinito”? O comunque non avesse una scadenza perentoria? È una delle ipotesi che si rincorrono negli ambienti governativi da ieri. Niente di certo, ma le indicazioni sembrano andare verso questa direzione.
Dal 1° febbraio, infatti, il qr code scaricabile da chi ha fatto la dose booster del vaccino anti Covid in teoria dovrebbe restere in vigore per 6 mesi. Fino a qualche settimana fa il termine era ai 9 mesi, poi si è deciso di accorciare i termini. Qualcuno tuttavia ha iniziato a porre una questione meramente matematica. L’Italia ha cominciato le terze dosi a ottobre e – al momento – non ne è prevista una quarta. Motivo per il quale a marzo molti green pass potrebbero non essere più validi. Non solo. Il tema è all’ordine già del giorno per quanto riguarda i turisti stranieri in visita nel nostro Paese, visto che in diversi stati esteri il terzo richiamo è stato fatto a settembre o addirittura ad agosto. Ma se non è prevista la somministrazione una quarta dose, perché indicare un termine di scadenza per la terza?
Ieri un indizio utile in questa direzione è arrivato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per il direttore di Oms Europa, Hans Kluge, infatti, “è plausibile che con Omicron l’Europa si stia avviando alla fine della pandemia”. Secondo la sua analisi, Omicron potrebbe contagiare il 60% degli europei entro marzo e la sua diffusione rapidissima avrebbe, secondo Kluge, avviato una nuova fase della pandemia nella regione, fase che potrebbe concludersi con la sua fine. Non solo. Il Ministero della Salute sta aspettando le mosse dell’Unione europea prima di decidere se non rinnovare l’ordinanza, in scadenza il 31 gennaio, che vincola l’ingresso in Italia solo con tampone negativo per i possessori di super green pass. Ieri, il quotidiano spagnolo El Paìs scriveva che Bruxelles si avvierebbe a modificare le regole di viaggio tra i diversi Paesi, non basandosi più sulla mappa dei contagi. “Il Consiglio dell’Ue dovrebbe approvare martedì la rimozione della mappa dei contagi come guida per l’istituzione di limitazioni agli spostamenti tra Paesi”, scrive il quotidiano, sottolineando che il cambiamento mira a facilitare la mobilità tra gli Stati. L’imposizione di misure come un test Covid-19 negativo o la quarantena, dunque, potrebbe non dipendere più dalla provenienza geografica del viaggiatore, ma dallo stato del suo certificato Covid. Altro indizio.
Le decisioni governative sul green pass saranno inevitabilmente condizionate anche dal monitoraggio della diffusione del virus, in Italia come nel resto del continente. Stando agli ultimi dati giornalieri, i contagi nel nostro Paese sono in diminuzione: ieri erano 138.860, mentre sabato si era arrivati a 171.263; e confermando questo trend, le vittime sono scese da 333 a 227. Sempre stando ai dati ufficiali, il tasso di positività sui 933.384 effettuati nelle 24 ore in esame, invece, si è fermato al 14,9%, anche questo in discesa. Anche se al momento nel nostro Paese si continua a ragionare a colori. Da oggi saliranno, infatti, a cinque le regioni in arancione: alla Valle d’Aosta si aggiungeranno Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia, per un totale di 11,7 milioni di persone. Per i vaccinati cambierà poco. La richiesta dei governatori è sempre quella di una revisione del sistema dei colori con l’esclusione degli asintomatici dal conteggio dei ricoverati Covid, oltre ad uno snellimento generale delle procedure.
farei in commento identico a quello fatto all’articolo dei loro colleghi del CdS
quindi non lo ripeto
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