Ci sono giorni, specie in inverno, specie dopo le feste, in cui sembra che manchino le forze per occuparsi delle cose serie e importanti che pur ci stanno davanti e uno semplicemente non vuol pensare a niente. Per questo oggi – essendo proprio uno di quei giorni – parleremo di Italia Viva […]

(di Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano) – Ci sono giorni, specie in inverno, specie dopo le feste, in cui sembra che manchino le forze per occuparsi delle cose serie e importanti che pur ci stanno davanti e uno semplicemente non vuol pensare a niente. Per questo oggi – essendo proprio uno di quei giorni – parleremo di Italia Viva e lo faremo con particolare affetto visto che i suoi dirigenti hanno voluto dare una loro versione – ancorché sprovvista di quel tanto di autoironia che va attribuita all’originale – di una celebre uscita di Filippo Caria, all’epoca capogruppo socialdemocratico alla Camera, a inizio degli anni Novanta: “Compagni, alle elezioni provinciali di Caserta il Psdi è passato da due a tre consiglieri: la socialdemocrazia avanza e conquista il mondo”. Anche Italia Viva avanza e conquista il mondo e non ci si riferisce certo all’Arabia Saudita, ma ai risultati fatti registrare domenica alle Suppletive per il collegio Roma 1, il centro per capirci, in cui si votava per sostituire alla Camera Roberto Gualtieri: l’affluenza è stata dell’11,3% (sì, avete letto bene) ed è risultata eletta Cecilia D’Elia del Pd (12mila voti, pari al 59,4% del totale), mentre il renziano Valerio Casini s’è piazzato terzo col 12,9% e 2.698 voti. Tralasciando il coro dei famigli, questo è il commento di Matteo Renzi: “Per mesi ci hanno detto: ‘ma dove volete andare col vostro 2%?’. Bene, oggi è arrivato il primo risultato. Altro che 2%, abbiamo preso il 13% (…) Un abbraccio a chi vive di sondaggi e quando ci sono le elezioni ha paura a mettere il proprio simbolo” (il riferimento è ai grillini e forse anche al concorrente centrista Calenda). Italia Viva, insomma, avanza e conquista il mondo proprio come il Psdi di tre decenni fa, a non dire del Partito democratico che – valendo la matematica di Renzilandia – “vale il 59,4%”: forse, a proposito di celebri battute sui socialdemocratici, “il senatore di Scandicci, Impruneta, Signa e Lastra a Signa”, che si vanta giustamente di essere venuto dal nulla, quando parla lo fa per dimostrare che c’è rimasto. Così, si parva licet, Fortebraccio immortalò Antonio Cariglia. Esatto, chi?