
(Amato, l’uomo senza dita – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Puntuale come a ogni elezione presidenziale dagli anni 80 del secolo scorso, si affaccia la candidatura di Giuliano Amato. Uomo dal cognome-ossimoro e dai molti soprannomi – “Dottor Sottile”, “Tigellino”, “Sir Biss”, “professionista a contratto” e “Giuda” (sugli ultimi due, copyright di Bettino Craxi) – è il Picasso della politica. Solo che il grande Pablo […]
Amato, l’uomo senza dita
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Puntuale come a ogni elezione presidenziale dagli anni 80 del secolo scorso, si affaccia la candidatura di Giuliano Amato. Uomo dal cognome-ossimoro e dai molti soprannomi – “Dottor Sottile”, “Tigellino”, “Sir Biss”, “professionista a contratto” e “Giuda” (sugli ultimi due, copyright di Bettino Craxi) – è il Picasso della politica. Solo che il grande Pablo conobbe solo quattro periodi: blu, rosa, cubismo analitico e cubismo sintetico. Il Nostro ben di più. C’è l’Amato socialista unitario, amico di Pci e Cgil. L’Amato giolittiano che nel 1976, dopo la svolta dell’hotel Midas con l’ascesa di Craxi a segretario, lo chiama “cravattaro” e “autocrate”. L’Amato craxiano anticomunista. L’Amato scalfariano (nel senso di Scalfaro) e filocattolico. L’Amato scalfariano (nel senso di Scalfari) e laico. L’Amato filoberlusconiano. L’Amato dalemiano. L’Amato neoulivista. L’Amato equivicino che sta con tutti. L’Amato montiano e anticasta che insegna come tagliare i costi della politica in cui sguazza da mezzo secolo. L’Amato napolitaniano che si parcheggia alla Consulta in attesa di ereditare il trono di Re Giorgio e poi di Mattarella. L’Amato che ogni dieci anni si ritira dalla politica e ogni volta vi rientra senza mai esserne uscito, candidato a tutto e assiso dappertutto, anche se finge sempre di non essere stato da nessuna parte. E riesce a farlo credere perché non lascia mai impronte digitali, essendo notoriamente privo di dita, o almeno di polpastrelli.
Nato a Torino il 13 maggio 1938 da una famiglia di origini siciliane che presto si trasferirà in Toscana, Amato fa il liceo classico a Lucca, si laurea in Giurisprudenza alla Normale di Pisa e prende il master alla Law School della Columbia University. Dal 1975 insegna Diritto costituzionale comparato alla Sapienza. Politicamente nasce nel Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria), poi trasloca nel Psi come testa d’uovo della corrente di sinistra di Antonio Giolitti. Nel 1978 fonda con Giorgio Ruffolo “Progetto Socialista”. E nel 1979, sempre da sinistra, tuona contro le “forme degradanti” del dibattito interno dopo lo scandalo delle tangenti arabe Eni-Petromin. Per la questione morale Franco Bassanini e altri lasciano il partito, nel frattempo agguantato da Craxi. Lui diventa il consigliori di Bettino, che solo pochi anni prima chiamava “il cravattaro” e “l’autocrate”. Il 7 luglio 1981 è in partenza per un viaggio di studi a Washington e teme che qualche altro rampicante garofanato lo scavalchi a corte. Così scrive a Bettino una lettera untuosa per mettersi al suo completo servizio, anche dall’altra sponda dell’oceano, piatendo un incarico purchessia, anche di “portavoce”, per “farmi usare, se serve”.
E già che c’è vellica le fregole ducesche del capo col suo progetto di Repubblica presidenziale lanciato un anno prima su Repubblica: “Ormai si avvicina il tempo della mia partenza per Washington (25 agosto). Starò lì diversi mesi: per rendermi utile al partito, non potrei avere una qualche investitura, che mi permetta di avere rapporti per conto del Psi, di farmi usare – se serve – come tramite, portavoce etc? … Da tempo arrivano da varie parti sollecitazioni a riprendere il discorso presidenziale. Se Craxi ci sta – sento dire – il polo laico lo aggregherà con questa carta. Riflettici con calma. Ma definiamo una linea. A presto. Giuliano”.
Coda e Zampini. Nel marzo 1983 esplode a Torino la prima Tangentopoli d’Italia: il sindaco comunista Diego Novelli riceve la denuncia di un imprenditore costretto a pagare tangenti e lo accompagna in Procura. Finiscono in carcere il faccendiere Adriano Zampini, il vicesindaco socialista Enzo Biffi Gentili col fratello Nanni, il capogruppo comunista in Regione Franco Revelli, mentre il capogruppo del Pci in Comune, Giancarlo Quagliotti è indagato. Craxi tuona subito contro “la deliberata ferocia e l’inumana spettacolarità” dell’inchiesta. E nomina commissario del partito prima Giusy La Ganga (che finisce presto indagato) e poi il professor Amato. Che fa subito un cazziatone a Novelli per non avere “risolto politicamente la questione anziché andare dai giudici”. Cioè per non aver insabbiato tutto.
Il 27 giugno 1983, candidato per la prima volta alla Camera, Amato è il socialista più votato in Piemonte: quasi 33 mila preferenze. Di quella campagna elettorale si parlerà a lungo. Perché l’irrompere di Amato, con la diretta investitura di Craxi, semina lo scompiglio tra le correnti del Psi torinese. Amato, in seguito a forti pressioni del vicesegretario Claudio Martelli, viene “adottato” da uno dei signori delle tessere: Francesco Coda-Zabet, esponente della sinistra con solidi agganci nelle autostrade, nella sanità e nelle banche. “Per la prima campagna di Amato – ci racconterà un alto esponente del Psi dell’epoca, chiedendo l’anonimato – fu preventivata una spesa di 1 miliardo di lire. E non fu facile trovarlo. Ma chi lo fece si svenò volentieri, sperando che Giuliano si rivelasse un buon ‘investimento’. Gli amici di Coda riuscirono a racimolare 700 milioni. Gli altri 300 li procurò l’entourage di Giuseppe Rolando, assessore socialista ai Trasporti, che però di suo non aveva soldi e usava ricorrere a sistemi di approvvigionamento ‘alternativi’…”. Le indagini del giudice istruttore Sebastiano Sorbello dimostreranno che Rolando prendeva tangenti sugli appalti comunali dei trasporti e si faceva pure finanziare dai cambisti di Saint-Vincent rilasciando in garanzia assegni a vuoto o postdatati.
Amato dichiarerà di aver speso, per quella campagna, 50 milioni di lire. Ma il nostro interlocutore aggiungerà un racconto di seconda mano che, se fosse vero, sarebbe davvero avvincente: “Appena eletto, Amato volò a Roma per diventare sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Craxi. E quasi subito si dimenticò degli amici che l’avevano aiutato, lasciandoli pieni di debiti. Coda-Zabet e Rolando, infuriati, decisero di chiedergli indietro i soldi. E gli diedero appuntamento in un ristorante di Roma. Quando Amato arrivò a mani vuote, Coda perse la pazienza, impugnò una sedia e cominciò a rotearla per aria, minacciando di colpirlo, mentre Rolando tentava di calmarlo e Amato guadagnava rapidamente l’uscita. I due se ne tornarono a Torino con un pugno di mosche”. Poi finiscono entrambi in carcere.
Il primo Salva-Silvio. Ottobre 1984. Tre pretori – Giuseppe Casalbore di Torino, Eugenio Bettiol di Roma e Nicola Trifuoggi di Pescara – decidono di far rispettare la legge che vieta alle tre reti Fininvest di trasmettere in contemporanea (“interconnessione”) su tutto il territorio nazionale, come può fare solo la Rai. E sequestrano gli impianti fuorilegge. Silvio Berlusconi potrebbe seguitare a trasmettere i programmi (tutti registrati) a orari scaglionati sulle sue tv locali con i loghi di Canale5, Rete4 e Italia1. Invece decide di oscurarle per dare la colpa ai giudici “comunisti” e chiamare il popolo dei Puffi e delle telenovelas alla rivolta contro l’illiberale tentativo di applicare una sentenza della Corte costituzionale. Il premier Craxi, in visita ufficiale a Londra, annulla l’appuntamento con Margaret Thatcher e torna precipitosamente a Roma per varare in tutta fretta il “decreto Berlusconi” che cancella le ordinanze dei giudici e legalizza l’illegalità, anticipando di tre giorni il Consiglio dei ministri in seduta straordinaria: mai vista tanta urgenza, nemmeno per l’alluvione del Polesine e i terremoti in Belice, Friuli e Irpinia. L’estensore della legge ad personam – la prima di una lunga serie – è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giuliano Amato. Ma Palazzo Chigi assicura che il provvedimento è solo temporaneo, per dare tempo alle Camere di varare un’organica legge sulle tv. Balle. Persino il Parlamento italiano si ribella e vota a sorpresa per l’incostituzionalità del decreto. Così i pretori tornano a imporre la legge e il Cavaliere a “oscurare” i suoi network, con annessa campagna di spot e programmi-piagnisteo. E Craxi minaccia gli alleati: elezioni anticipate se non salveranno il compare Silvio.
Orgasmo da Rotterdam. Il tempo stringe, il decreto sta per decadere, la sinistra annuncia l’ostruzionismo. Ma Craxi e Amato ottengono dal presidente del Senato Francesco Cossiga il contingentamento dei tempi per gli interventi delle opposizioni. Poi, per far decadere gli emendamenti, impongono la fiducia. Tanto, si dice, gli effetti del decreto scadono il 6 maggio 1985, dopodiché Berlusconi non potrà più trasmettere senza una nuova legge Antitrust. Che però non arriva. Scaduti i sei mesi, Palazzo Chigi concede un’altra proroga fino al 31 dicembre ‘85. Data peraltro fittizia pure quella: il governo stabilisce che il decreto non è “provvisorio”, ma “transitorio”. Cioè eterno. Il 3 gennaio ‘86, scaduta la proroga, basta una “nota” del sottosegretario Amato per comunicare che la norma non necessita di ulteriori proroghe legislative. Con tanti saluti alla legge, che dice “comunque non oltre sei mesi…”. Silvio è salvo. Nel 2009, intervistato da Report su quel trucchetto da magliari, Amato anziché arrossire s’illuminerà d’immenso: “Sa, noi giuristi viviamo di queste finezze: la distinzione fra transitorio e provvisorio è quasi da orgasmo per un giurista… Quando discuto a un tavolo tecnico e qualcuno dice ‘questa cosa è vietata’, io faccio aggiungere ‘tendenzialmente’…”. Non per nulla ora è giudice costituzionale.
(1 – continua)
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“c/c”
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Tutto molto avvincente e divertente.
Ma la notizia di giornata è stata un’altra.
L’editoriale era stato scritto e per non buttarlo è stato pubblicato.
La notizia su Grillo di spalla e in piccolo avrebbe meritato un’attenzione diversa.
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Non vorrei infierire ma Grillo ha ammazzato la sua creazione.
Questa prima pagina è solo un assaggio dell’uragano mediatico che si concentrerà su quel che resta del M5S.
Conte deve abbandonare quel che resta al suo destino, recidendo ogni residuo legame con il garante.
Non è un caso che abbiano ripreso gli tesi argomenti che avevo previsto nel mio post sotto l’articolo La verità condominiale e in quello dell’adn Kronos sullo sgomento impossessatosi dei parlamentari pentastellati.
E ci sono ancora commentatori che non capiscono o si rifiutano di farlo.
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Grillo il suo Movimento l’ha già ammazzato da un bel po’ di anni a questa parte, da quando ha lasciato tutto in mano a Di Maio per intenderci, e lo sgomento che io vedo fra i parlamentari è solo quello che deriva dalle poltrone sempre più in bilico.
Eventuali profili di colpevolezza li deciderà la magistratura, ma sicuramente entrambe le prime pagine sono penose, per motivi opposti.
Poi, che Repubblica dia del lobbista a qualcuno, è davvero da scompisciarsi per secula seculorum.
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Jeronimo di serie B
PD.iota convinto
Vai a ca.are dove le ortiche crescono belle alte.
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Ma chi se ne frega di Grillo.Se fosse vera l’accusa non avrebbe più la mia fiducia,come non l’avrebbe qualsiasi esponente di m5s che si rendesse colpevole di arraffare soldi illegalmente e non avrebbe più il mio voto.Al contrario di certi votanti che persistono nel votare gente che della corruzione ha fatto il suo motivo di esistenza di se stessa e del loro partito,sostenuto
da persone o cieche oppure corrotte come loro
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chi vuole sapere come mai l’Italia è costantemente in un declivio scivoloso ed è sconvolta da crisi sempre più ravvicinate, costretta a fare da partner debole con la Germania e Francia, schiava degli Usa, deve partire proprio da questi personaggi, che ancora appestano le istituzioni.
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Ci si dovrebbe vergognare di simili individui che ancora e nonostante tutti e tutte le malefatte sono ancora qui ad appestarci la vita e mantenere la sua insidiosa stirpe ! La quale sarà senza alcun dubbio già insediata ovunque! Che paese di m. Permette a questi loschi individui di danneggiarci da anni , pure pensano di farlo Pdr ? Allora vogliono veramente che prendiamo i forconi ..
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…sapendo benissimo, caro Manna, che il popolo italiano, tipicamente bove (con tutto il mio più profondo rispetto per i bovini, e non lo dico da vegano!), i forconi non li prenderà mai! È così che funziona la politica italiana: tutti se ne lamentano a ogni piè sospinto, dimenticando sempre che la politica sia fatta dalla stessa “ggggente” che compone “il popolino” che se ne sbatte degli “altri” (solo che invece che parcheggiare in doppia fila e starsene al bar col culo al caldo e quelli fuori bloccati dalla sua auto… cazzi loro, ha parcheggiato nel palazzo di turno).
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Una vera ” zecca” di stato !!
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Oltretutto è una notizia che viene sbandierata da almeno 2 anni, ossia da quando grillo ha ucciso il mv.
Ma il povero mentecatto lo ha scoperto solo ieri/oggi.
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Il poveretto rimbecillito non si ricorda che lui appartiene ad un partito con più di mille tra condannati e inquisiti,
Ma si meraviglia che di grillo,
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Il governo ha sempre di più accentrato su di se sia la norma costituzionale che gli eventuali ritocchi sui vari tomi del diritto; ma lo studio antropologico resta comunque una interessante chiave di lettura, forse la più utile a comprendere il “Chi governa Chi” . Cosa siamo e dove siamo giunti con le proprie gambe e cosa ci attende e cosa ci aspetta. Ma le forbici agiscono per cause di forze maggiori di cui si possono percepire le eventuali origini, ma ciò non ha importanza in quanto oltre le origini vi sono le ricadute, spesso ancora più oscure delle stesse origini. Una musica sepolcrale che nasce dalle viscere della terra e si anella agli strati umani che compongono l’emiciclo della litosfera. Chi osa oltre pagherà la sua audacia in una dimensione di fitte relazioni a base di catene umane di cui si possono solo immaginare le ombre che si alzano sui muri, a dispetto non del sole, ma di coloro che si assumono l’onere di diventarlo , assommando sulle cariche, il giorno e la notte e il loro eterno alternarsi.
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Emergenza democratica in Italia (grazie al governo Draghi e a tutti i suoi tirapiedi):
Questa è una denuncia della grave situazione in cui versa l’Italia oggi. La democrazia nel
nostro Paese è stata compromessa e molti di noi temono che non venga più ripristinata,
nel nome di un’infinita e discutibile emergenza.
Nel febbraio 2021 a capo del governo si è insediato Mario Draghi, economista e banchiere, ex uomo della Goldman Sachs, ex Presidente della BCE (Banca Centrale Europea) e
attuale membro del Gruppo dei Trenta, nonché uno dei principali responsabili del tracollo
economico e sociale della Grecia nel 2015.
Dal suo insediamento, il governo Draghi ha già utilizzato 35 volte il voto di fiducia, uno
strumento che permette alla maggioranza di approvare leggi e decreti esautorando di fatto le funzioni del Parlamento. La fiducia, impedisce infatti ogni discussione e modifica ai
testi portati in aula dall’esecutivo.
L’opposizione – già quasi inesistente – non ha ora più alcun senso di esistere così come le
opinioni all’interno dei diversi schieramenti: siamo di fronte a un unico grande partito che
governa l’Italia ignorando completamente le volontà e le necessità dei cittadini italiani.
Le minoranze, che la democrazia deve comunque sempre rispettare e tutelare, oggi in Italia vengono letteralmente perseguitate.
Sono diversi infatti gli articoli della Costituzione Italiana che questo governo sta apertamente violando: dall’articolo 4 che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, all’articolo
13 che dichiara come la libertà personale sia inviolabile. E ancora l’articolo 21 che difende
la libertà di parola e pensiero o l’articolo 24 che sancisce come tutti possano agire in giudizio per la tutela dei propri diritti. È stato addirittura compromesso e limitato il diritto a
manifestare. In questo stato ora non c’è alcuno spazio per chi non è allineato alle direttive
delle autorità. Ma questa è una caratteristica tipica dei regimi dittatoriali, non certo delle
moderne democrazie.
Le conferenze stampa indette dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, sono piene di
fake news e falsità: tra le più note, la dichiarazione “non ti vaccini, ti ammali, muori” rilasciata nel luglio scorso o quella che prometteva ai cittadini un veloce ritorno alla “normalità” grazie al Green Pass nonché la sicurezza di non contagiare né contagiarsi garantita ai
vaccinati, nell’ottobre 2021…………………………………………
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Ho cambiato idea,
voglio Berluscotto
e la diffusione della Puttanesca!
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Questa importante risorsa della Repubblica (delle banane) ha solo 83 anni. Quindi, nel Paese dei dinosauri, ha finalmente il curriculum e l’età giusta per essere nominato PDR. Nel Paese che si fonda sulla meritocrazia, ormai al grido di tutti fuorché il delinquente di Arcore ci vogliono infilare il solito ombrello alla Cipputi. Ormai riescono a fare apparire la mummia sicula uscente un gigante. Da brava ex DC di serie B, almeno lei stava zitta e manovrava in silenzio dietro le quinte (e in piena pandemia) per fare fuori il migliore PdC perlomeno degli ultimi 30 anni (Conte) che faceva gli interessi della povera gente. Ovviamente per un Governo dei supermigliorissimi e come sempre unicamente e solo per il bene del popolo Italiano. Sipario.
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Davide,
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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.. per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle..
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H
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E questo vile è stato eletto PdC, mentre Kossiga, quasi quasi, va rimpianto. Almeno lui la faccia ce la metteva in queste sparate.
Quel che nemmeno lui poteva pensare è che probabilmente diventerà pure PdR.
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Amato, da questi racconti, risulta quanto di peggio l’umanità possa generare: subdolo, calcolatore, servile, viscido, incoerente, voltagabbana. Però non posso non provare una certa ammirazione per il personaggio. Facile sopravvivere alla prima repubblica quando hai TV, giornali, soldi e potere. Se sei un Amato qualsiasi ci vuole una enorme dose di scaltrezza.
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Ma solo a me sembra il padre putativo del Dimma, campione di coerenza dei nostri tempi?
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La ricostruzione analitica delle malefatte di certi ambigui personaggi come Amati è quanto riesce meglio a Travaglio. Tuttavia sarebbe opportuno sottolineare che la candidatura di Amato è stata fatta dalla cosiddetta sinistra tanto sponsorizzata dal FQ. Non sarà un caso che D’Alema, vecchio amico di Amato è rientrato nel PD. Questi fossili dovrebbero avere almeno il garbo di andare a posarsi in un museo, anzichè di fare politica attivamente.
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per gli smemorati che accusano di parzialità il FQ
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/10/17/gioco-navi-e-tabacco-le-lobby-anti-5s-ingaggiano-casaleggio/5518935/
notare la data dell’articolo
17 Ottobre 2019
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adriano tutto vero.
Ma oggi non puoi aprire su Amato quando hai il morto in casa.
A maggior ragione se tu fossi a conoscenza del dossier Grillo.
A me pare che, dopo le continue giravolte di Beppe, con l’endorsment verso Draghi e soprattutto Cingolani, in combinato disposto con gli attacchi scomposti verso Conte, Travaglio abbia abbandonato il comico.
In altri tempi avrebbe strillato in prima pagina tutte le sue ragioni con un titolo che avrebbe ribaltato le accuse sugli sciacalli.
Sa benissimo che oggi è un peso ed è meglio ignorarlo, ma BDICA AL SUO RUOLO DI GIORNALISTA tutto d’un pezzo.
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concordo in parte
aspetterei un attimo prima di lanciare accuse ultimative
scommetto che c’è qualcuno del FQ che sta lavorando al caso
vediamo nei prossimi due giorni
se non succede niente
potremo dire che il FQ, sul caso Grillo, non ha svolto il suo lavoro, di cui (giustamente) fino ad adesso andava orgoglioso..
Per il resto chi sbraita sulle prime pagine dei quotidiani, è per nascondere ben altri scheletri.
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Ah ecco! Addirittura 2019.
Comunque qui sul blog prima di Natale abbiamo abbondantemente commentato la notizia: ci sono stati due articoli nella stessa settimana sul fq. E nella fattispecie io ed exandrea discutemmo, se lui si ricorda quando io conservo il cartaceo.
Oppure per una volta si può rendere utile il sociopatico col suo proverbiale file .xls.
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Arrangiatevi!
PS: per una volta? Ah grazie, ma sarebbe (almeno) la seconda.
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Da ragazzi non si approfondisce quasi mai, su argomenti di politica a meno che non sia una passione forte e far si che diventi parte fondamentale della propria vita. Di conseguenza si hanno conoscenze ed infarinature dell’ambito politico e sfuggono gli approfondimenti. Quando si ha maturità si comprende maggiormente, ci si interessa di più ed il quadro si fa più ampio e chiaro, allora lo schifo ed il disgusto diventa enorme. l’Italia è stata governata da personaggi a dir poco disgustosi eppure sono stati votati, alternative per chi aveva come me idee diverse, ce n’erano poche e si cercava di votare partiti più defilati, ecologisti che avessero ideali e che potessero ascoltare le difficoltà della gente.. non è cambiato nulla, ed anche ora che un barlume di speranza si era affacciato si è spento tutto, pochi veramente sono i politici con la schiena dritta, che non si asservono ai giochi di potere.. asserivo che tutti coloro che andavano in politica erano uguali, poi ci fu il M5S, la speranza che la gente comune potesse cambiare qualcosa, finché non cambieranno gli esseri umani non potrà cambiare nulla, quei pochi “veri”, non sono sufficienti per il cambiamento!! È triste realizzare tutto questo ma bisogna, prima ci di rassegna definitivamente meglio è.. aspettando qualcuno che sia veramente carismatico e forte.. uno c’è!!
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Travaglio fa bene a lavorare sulla memoria, malattia cronica degli italiani. Può risultare ripetitivo, soprattutto quando parla di Berlusconi, ma insistere sul curriculum di certi personaggi che ci portiamo dietro da decenni, è cosa buona, necessaria e giusta.
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