L’aumento dei nuovi casi di Covid negli ultimi giorni è stato impressionante. E se anche l’incremento dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva è percentualmente inferiore rispetto a quello dei contagi, è un fatto che ormai la situazione degli ospedali italiani è già in sofferenza […]

(DI V. BISBIGLIA, S. CAIA, V. IURILLO E A. SPARACIARI – Il Fatto Quotidiano) – L’aumento dei nuovi casi di Covid negli ultimi giorni è stato impressionante. E se anche l’incremento dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva è percentualmente inferiore rispetto a quello dei contagi, è un fatto che ormai la situazione degli ospedali italiani è già in sofferenza. Lo certificano i numeri di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) secondo cui l’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari (22%) e in terapia intensiva (16%) è ormai oltre la soglia critica, ma lo raccontano soprattutto le storie (e i dati) dalle città.

Palermo. Sono rimaste per ore in fila 14 ambulanze mercoledì sera davanti al pronto soccorso dell’ospedale Cervello in attesa di portare i pazienti nei reparti. Per protesta, autisti e sanitari del 118 hanno attivato le sirene. Al Cervello è stato necessario allestire anche un ospedale da campo e nelle prossime ore saranno installati anche al Civico e a Villa Sofia. Per precauzione, a Palermo è stato sospeso l’open day vaccini per i minori tra i 5 e gli 11 anni. E crescono i contagi, 1.220 nuovi casi solo ieri. In città i ricoveri in terapie intensive sono 39, in area medica 192.

Napoli. Non sono passate inosservate le parole di Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici partenopei: “Se vogliamo evitare il peggio – ha detto – si intervenga subito, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero”, ossia un ritorno ai tempi del primo lockdown, quando bisognava decidere chi curare e chi no. Intanto Napoli riattrezza la sua offerta ospedaliera. Da un paio di giorni è stato riconvertito a Covid Center il Loreto Mare di via Marina: 42 posti di degenza ordinaria e 8 di terapia intensiva. E si prevede di riattivare i posti di rianimazione degli ospedali da campo di Napoli Est, Salerno e Caserta. Mentre l’ospedale Cotugno di Napoli, il polo di infettivologia – dove ieri si sono viste ambulanze e auto in fila anche per diverse ore all’esterno del pronto soccorso – torna a riempirsi di pazienti: 234 posti di degenza, tra cui 16 di terapia intensiva e 48 di subintensiva.

Roma. In città (compreso il Comune di Fiumicino), secondo i dati forniti dalla Regione Lazio, dal 1º gennaio fino a ieri sono morti 34 pazienti Covid, a fronte di ben 32.333 positivi. Nella giornata di ieri erano presenti all’interno degli ospedali capitolini circa 650 persone ricoverate per il Covid, più altre 90 in terapia intensiva, fra i residenti nel Comune di Roma, con un’incidenza altalenante ma costante nell’arco dei 6 giorni. I numeri dei ricoveri sono approssimativi in quanto la gran parte degli ospedali del Lazio si trovano nella Capitale: in tutta la Regione, infatti, i ricoveri per Covid erano 1371, a cui si aggiungono i 184 ospitati in terapia intensiva.

Milano. Qui il mare di positivi continua a crescere. Ieri i nuovi casi in città sono stati 6405. Uno tsunami che sta bloccando i servizi essenziali. Atm, l’Azienda trasporti milanesi ha reso noto che oggi non sarà in grado di assicurare il servizio a causa di 510 lavoratori positivi e 130 in quarantena. Probabile la diminuzione delle corse. Ieri i pronto soccorso della regione hanno vissuto una relativa calma, sebbene secondo l’app “Salutile” di Regione Lombardia (che indica la condizione dei pronto soccorso), i primi quattro ospedali milanesi oscillassero tutti tra “affollato” e “sovraffollato”. Alle 16:30 il più sotto pressione era il Fatebenefratelli, con 20 pazienti in attesa e 44 in trattamento. Al Policlinico, invece, alla stessa ora in attesa c’erano 14 persone e 31 erano in trattamento. “La Befana è stata una giornata di tregua – racconta un volontario di della Croce rossa – mercoledì le attese per ‘sbarellare’ i pazienti erano state di un paio d’ore di media, con punte anche di anche di 6 al San Paolo”. Intanto preoccupa il contagio nei reparti di maternità, la Regione ha ordinato agli hub materno-infantili di mettere a disposizione tutti i letti possibili, ma, prevedendo un’impennata di casi, ha intimato ad altri ospedali (Niguarda, Santi Paolo e Carlo, San Raffaele) non neo-natali di “garantire l’assistenza ostetrica e neonatale”.