Alla fine i no sono stati due, Gregorio De Falco del Misto e Pietro Grasso di LeU. Giuseppe Conte ha fatto sapere che in aula voteranno contro e che l’astensione è stata “tecnica” a causa del “fascicolo incompleto”. No alla custodia cautelare per Giggino ’a Purpetta, l’azzurro accusato di concorso esterno in camorra[…]

(DI ILARIA PROIETTI – ilfattoquotidiano.it) – E adesso il clima sembra proprio quello giusto: il clima cioè delle larghe intese che servono a scegliere il nuovo capo dello Stato – tutti insieme core a core – e che fanno sperare Silvio Berlusconi. Matteo Renzi, per dire uno che non se ne starà con le mani in mano nella partita per il Quirinale, ora è uno zuccherino: ha ottenuto per Natale il regale più gradito, quello che aveva detto di non volere affatto, ossia lo scudo di Palazzo Madama che per accontentarlo ha messo il turbo. Alla Giunta per le immunità dove le pratiche solitamente prendono polvere, sono infatti bastate appena tre sedute per decidere a stragrande maggioranza che l’operato dei pm di Firenze dell’inchiesta Open, che lo vede indagato con l’accusa di finanziamento illecito, deve finire all’attenzione della Corte Costituzionale. Ché gli inquirenti, sequestrando presso terzi email, chat, sms che lo inguaiano, avrebbero leso non solo le sue prerogative di parlamentare, ma quelle del Senato tutto. Che ha dunque deciso di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri a stragrande maggioranza: Forza Italia, meloniani, Lega e renziani tutti uniti hanno raggranellato 14 voti. Alla fine i no sono stati due, Gregorio De Falco del Misto e Pietro Grasso di LeU. Ma la notizia è che il Pd si è astenuto e i 5Stelle altrettanto, anche se Giuseppe Conte ha fatto sapere che in aula voteranno contro e che l’astensione è stata “tecnica” a causa del “fascicolo incompleto”.

“Oggi al Senato la Giunta riconosce a larghissima maggioranza che esiste una violazione della Costituzione da parte dei pm fiorentini Turco e Nastasi. Si tratta di una decisione fondamentale per la battaglia di civiltà che sto combattendo” sussurra leggero Renzi che pur sapendo di aver ricevuto un regalone, infierisce per effetto pavloviano sul Pd che s’è astenuto: “Sono curioso di vedere come voteranno in aula a scrutinio palese”.

Ma in Giunta era come giocare sul velluto: anche i berluscones dovevano portare a casa il loro bottino. All’ordine del giorno, prima della pratica Renzi, c’era quella riguardante la richiesta di domiciliari per Giggino ’a Purpetta, al secolo Luigi Cesaro, che fino a qui era stata rinviata di settimana in settimana senza apparente ragione: la Giunta del Senato proprio ieri ha deciso che era ora di occuparsi della misura cautelare richiesta da tempo dai magistrati partenopei che contestano al senatore azzurro l’associazione mafiosa per il “concreto, specifico, consapevole e volontario contributo” al clan camorristico Puca. Come è finita? Con lo scudo per Cesaro come chiesto dal relatore della pratica, il renziano Giuseppe Cucca.

Una volta assicurato anche il Natale a piede libero al forzista si è poi passati all’esame della pratica riguardante Renzi, ma si è trattato di un gioco da ragazzi. Pietro Grasso, che si era permesso di far notare che in questo caso il Senato, a voler seguire la legge, non aveva alcuna competenza a questionare dell’operato degli inquirenti, è stato liquidato malamente: bocciata la sua questione pregiudiziale e bocciate anche le richieste di integrazione presentate da Anna Rossomando del Pd ed Elvira Evangelista del M5S che chiedevano almeno una minima istruttoria prima di decidere di sollevare il conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta. Dove per minima, si intende almeno acquisire gli atti di perquisizione ordinati dai magistrati di cui si sa solo che Renzi li contesta: sarebbero bastati pochissimi giorni, data anche la disponibilità della Procura di Firenze a collaborare con il Senato, ma niente.

“Ci stiamo assumendo la responsabilità di dire che c’è stato uno sviamento di indagine da parte dei pm tale da richiedere l’intervento della Corte Costituzionale, ma lo abbiamo deciso senza neppure vedere gli atti” ha detto la pentastellata Evangelista, seguita dalla dem Anna Rossomando: “Volevamo trattare questa pratica seriamente, ma non è stato possibile farlo”. Grasso ha votato invece no e pure De Falco: “Stiamo votando un conflitto di attribuzione senza sapere qual è”. A chi serve invece lo sanno tutti.