Terrore e raccapriccio: squadracce parafasciste mettono a ferro e fuoco il centro di Roma. Ma da dove arriverà tutta questa violenza, dove sono le radici del male? Vuoi mica vedere che nasce tutto dal germe grillino? La soluzione è nelle raffinate analisi antropologiche di Concita De Gregorio […]

(di To. Ro. – Il Fatto Quotidiano) – Terrore e raccapriccio: squadracce parafasciste mettono a ferro e fuoco il centro di Roma. Ma da dove arriverà tutta questa violenza, dove sono le radici del male? Vuoi mica vedere che nasce tutto dal germe grillino? La soluzione è nelle raffinate analisi antropologiche di Concita De Gregorio e nelle timide espressioni di sconcerto di David Parenzo, conduttori di In Onda, il talk serale di La7.

Ad aprire la trasmissione di sabato è proprio un funereo incipit parenziano, in versione decisamente più pallida rispetto ai baccanali radiofonici della Zanzara: “I fatti gravissimi di Roma ci costringono purtroppo a cambiare la scaletta: avremmo voluto parlare di populismo, invece dobbiamo raccontare quel che succede a Milano e Roma”. Scorrono le immagini dell’assalto alla Cgil, Parenzo e De Gregorio cercano un’improbabile alchimia completando l’uno le frasi dell’altra. Concita inorridisce per un dettaglio insopportabilmente volgare: “Questo signore con le ali tatuate sulla schiena diventa un po’, come dire…”. Il turbamento è troppo, la soccorre Parenzo: “Uno dei simboli della protesta… ci riporta a Capitol Hill, a Washington”. De Gregorio: “Infatti, l’uomo con le ali tatuate ricorda altri personaggi, altri assalti”.

È tutto un grande magma populista, dagli Stati Uniti a Giuliano Castellino, violenze su violenze. Ma bisogna andare ancora a ritroso, bisogna scavare nella genesi di questo fenomeno. Ed ecco il capolavoro: il secondo blocco della trasmissione si apre con Beppe Grillo. Proprio lui: l’ondata populista, come un unico grande filo nero che unisce i destini traballanti delle democrazie occidentali, inizia col Movimento Cinque Stelle. Il video mostra il Grillo dei tempi che furono, quello sbraitante e ipercinetico della grande manifestazione di San Giovanni del 2013: “Arrendeteviii! Siete circondatiii!”. Oggettivamente spaventoso. Poco conta che alla storia del M5S – qualsiasi cosa se ne voglia legittimamente pensare – tutto si possa attribuire tranne che la promozione o l’attuazione della violenza fisica (se si escludono le non edificanti aggressioni, sempre verbali, per lo più ai giornalisti). Si ricorderà anzi che Grillo, nel 2013, rinunciò a una manifestazione contro la rielezione di Napolitano al Colle proprio perché avvisato del rischio di scontri e tensioni.

Invece nella suggestiva ricostruzione di La7, i 5Stelle sono proprio all’origine dell’onda-orda populista – cavalcata poi dai Trump e dai Salvini – che si allunga fino alla battigia delle violenze no-vax. Contro ogni realtà fattuale. Unico controcanto è la presenza di Luciano Canfora: “Quando c’è stata la vampata dei 5Stelle, hanno intercettato uno scontento ormai incontenibile e senza princìpi che si rifugiava nel non voto. Usare la parola populismo in senso dispregiativo è sbagliato, non significa nulla”.

Ieri, al riparo dalle fantasie della rete di Cairo, Giuseppe Conte ha annunciato l’adesione del M5S alla manifestazione della Cgil di sabato e condannato le violenze fasciste. Ignaro di guidarne i precursori.