I giallorosa dopo il voto. La coalizione “larga”. L’ex premier boccia il progetto dem con tutti dentro. Cresce la fronda Tra una tappa e l’altra del suo tour in Sicilia, antico granaio di voti per il M5S che ne ha persi molti, Giuseppe Conte dice a Tagadà che no, l’idea del Pd di una coalizione larga, con dentro Matteo Renzi, Carlo Calenda e chissà quali altri “moderati” non può proprio andare: “Il vecchio Ulivo è un progetto che ha avuto una contestualizzazione storica precisa”.

(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – Alla fine l’avvocato lo ha dovuto dire dritto, ha dovuto mettere un paletto: “Non ce lo vedo il M5S a fare un ramo dell’Ulivo: noi la transizione ecologica l’abbiamo nel Dna e siamo un albero che dà ossigeno per proprio conto”. Tra una tappa e l’altra del suo tour in Sicilia, antico granaio di voti per il M5S che ne ha persi molti, Giuseppe Conte dice a Tagadà che no, l’idea del Pd di una coalizione larga, con dentro Matteo Renzi, Carlo Calenda e chissà quali altri “moderati” non può proprio andare: “Il vecchio Ulivo è un progetto che ha avuto una contestualizzazione storica precisa”.

Per l’ex premier “riproporre vecchie formule adesso non credo abbia molto senso”. Prova a difendere la trincea, il presidente del M5S che non è più “il fortissimo punto di riferimento dei progressisti” come aveva rimarcato il segretario dem Enrico Letta lunedì sera. Un modo per avvisare Conte che i tempi sono cambiati assieme ai numeri, con buona pace delle piazze riempite dall’avvocato. Per questo molti parlamentari in queste ore gli hanno chiesto anche con messaggi a iosa di rimettere una distanza con il Pd, con l’alleato che ora prova a ridurre i grillini a truppe meramente ausiliarie. E poi a provocare quella risposta provvede anche Carlo Calenda, che mercoledì l’ex premier aveva tacciato di “arroganza” e “percorso autoreferenziale”, un chiaro no alla sua entrata nella coalizione giallorosa.

In mattinata il capo di Azione gli replica così: “Considero Conte campione di qualunquismo e trasformismo”. Poi in giornata Calenda parla all’Huffington Post, dicendo no all’Ulivo proprio come Conte: “Per l’amor di Dio, l’Ulivo a cinque stelle proprio no, il Pd scelga tra riformismo pragmatico o massimalismo populista”. Ma l’onda lunga delle Comunali si rintraccia anche e soprattutto nelle parole del governatore dem della Campania, Vincenzo De Luca.

Lunedì sera si era messo in posa per quella chiacchieratissima foto con Luigi Di Maio e Roberto Fico, tutti assieme per celebrare il neo-sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Neanche 48 ore dopo, De Luca maramaldeggia così: “Da Conte un’invasione di campo a Napoli? No, l’ho visto come una conferma dell’attrattività turistica della Campania, e poi io sono caritatevole”. Poi un facile siluro: “Lunedì sera a Napoli avevamo più dirigenti dei 5Stelle che voti del M5S”. Certo, il governatore ostenta anche qualche carezza: “Considero Fico di grande qualità umana, così come ho apprezzato che Di Maio abbia cambiato la sua posizione sulla giustizia”. Però, alla fine, lui è De Luca: “Qualcuno mi ha sfottuto per una foto che mi vedeva insieme a tanti esponenti dei 5Stelle. Ma sono cambiati loro, io sto sempre là”. Non può sorprendere allora che quella immagine ingolfi di malumore le chat grilline. Come non può stupire l’affondo dell’anti-dem Alessandro Di Battista: “Ho letto le parole di De Luca e mi viene in mente il film Non ci resta che piangere: ‘Ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi”’. In questo scenario, Conte prova a dire che in fondo non è stato un disastro: “Parlate di crollo per aver letto qualche commento malevolo. Abbiamo ottenuto risultati importanti a Napoli e Bologna, mentre in Calabria dove non abbiamo mai avuto un consigliere regionale e mi risulta ce ne siano due e la possibilità di un terzo”. Nella Roma dei Palazzi, invece, cresce l’attenzione per la Virginia Raggi che prenderà un caffè con i due candidati Gualtieri e Michetti, senza dare indicazioni di voto.

In diversi sperano che lei, che ha corso contro il Pd, possa fare da contropotere rispetto a Conte, anche in nome del Beppe Grillo che l’ha voluta nel comitato di garanzia. Ma persone vicine alla sindaca uscente rimarcano il suo post di martedì: “Non è l’ora di dividerci, restiamo uniti più che mai”. Sarà il primo obiettivo di Conte, che ieri ha parlato della riapertura delle discoteche – “Ci sono le condizioni per lo stop al limite delle capienze di cinema e discoteche” – anche per ricordare che il Movimento 5 Stelle vuole dire la sua riguardo ai temi di governo. Di cui fa parte, e chissà se e quanto c’entra con certe batoste.