A forza di liti e rinvii sono finiti sull’orlo del precipizio. E ora i Cinque Stelle, tutti, guardano di sotto e sentono freddo. Hanno paura che il rifondatore Giuseppe Conte si stufi delle lungaggini e dello scontro con Beppe Grillo per tornare al progetto originario, una lista sua, una lista Conte: e chi ci volesse entrare sarebbe benvenuto, ma alle sue condizioni.

(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – Dall’altra parte resterebbero i cocci del M5S, con il Garante, proprio, Grillo, che proverebbe a tenere assieme la sua creatura rivendicando il ruolo di padre fondatore, e salvando gli ultimi paletti rimasti, a partire dal vincolo dei due mandati.

Siamo ancora nel condizionale, nelle ipotesi peggiori per il Movimento che non sa essere normale. “Però le sensazioni non sono per nulla buone” scuotono la testa gli ufficiali grillini che appaiono in Parlamento. “Beppe non si convince” dicono. Grillo chiede molto di più, al Conte a cui pure aveva affidato tutto, in una domenica dello scorso febbraio. Pretende che il suo ruolo di Garante sia pienamente riconosciuto nel nuovo Statuto, e forse non solo, “vuole comunque avere l’ultima parola, su ogni decisione importante” sostengono più fonti. E poi rivendica “rispetto”, attenzione dall’avvocato. “Beppe e Giuseppe in questi giorni si sono parlati solo attraverso delle email, ma a Grillo questo non piace” raccontano. Non gradisce questo scambio di missive con dentro stralci dello Statuto. E a breve, forse domani, potrebbe essere a Roma per ribadire le sue verità ai big e ai parlamentari, tra cui in diversi rilanciano le ragioni di Grillo “perché il suo ruolo va preservato, non può fare tutto Conte”. Ma circola anche un’altra opzione, perfino più rischiosa. Quella di un post, con cui il Garante direbbe dritto come la pensa. E potrebbe essere una scomunica o una presa di distanza: comunque un meteorite, per l’avvocato.

Per questo nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi di una ambasciata, con un gruppo di 5Stelle di governo e non pronto a fargli visita anche a domicilio, nella sua villa in Toscana a Marina di Bibbona o nella sua casa di Genova. “Non avevo mai visto Beppe così”, ammette un maggiorente. Ma tanto Conte non si sposterà. L’avvocato lo aveva detto a tutti i big, che sarebbe diventato capo solo potendolo essere, a pieno titolo. “Giuseppe non potrà mai condividere con altri il ruolo” soffia un 5Stelle di rango. Neppure con Grillo.

Tradotto meglio, non vuole ritrovarsi sopra la testa un fondatore pronto a disfare tutto con un video o un post, come è sempre accaduto in questi anni. Il Garante rimarrà, certo, nel suo Statuto. Ma il capo, o meglio il presidente secondo il lessico delle nuove regole, dovrà essere Conte, con due o tre vice di nomina diretta, a cui affidare il coordinamento dei vari organi collegiali. Questa è la rotta, per l’avvocato. E non è disposto a seguirne altre. “E poi lo Statuto Grillo lo aveva ricevuto a inizio giugno” fanno notare ambienti vicini all’ex premier, Per questo lunedì ha calato un chiaro aut aut, sempre tramite fonti a lui vicine: “Se il Garante non è pienamente convinto non si va avanti”. Ovvero, Conte sarebbe pronto a farsi di lato. Ma poi, farebbe una sua lista? Dal suo giro smentiscono: “Non si torna indietro dopo tutto questo lavoro”. Però nel corpaccione del Movimento ne parlano tutti. E già si chiedono quanti resterebbero con Grillo, con il padre. “Ma la verità è che Conte sta alzando l’asticella, e come negoziatore sa il fatto suo” osserva un 5Stelle convinto che “un accordo si troverà”.

Nell’attesa, l’ex pm Antonio Ingroia “benedice” gli ex grillini di Alternativa c’è, che domani in Senato presenteranno la componente del gruppo misto formata con Il popolo per la Costituzione, il partito di Ingroia.