( Stefano Rossi ) – Noto una certa soddisfazione nell’apprendere che Marco Mancini andrà “prematuramente” in pensione a luglio prossimo. Tutti i titoli e commenti sono unanimi.
Tutto questo per essere stato ripreso a colloquio con uno dei politici più inviso  e criticato del momento: Matteo Renzi.
Abbiamo poi saputo che il Mancini aveva partecipato ad altri colloqui con politici come Matteo Salvini.
Bisognerebbe invece rovesciare il dilemma perché non è Mancini il problema ma i politici che cercano, chiedono, invocano appuntamenti con il personale dei servizi.
Ma fateci caso!
Renzi ha parlato tanto su quella vicenda ed ha presentato pure una denuncia.
Qualcuno a sentito parlare Mancini?
Non può, non deve.
Ma lui viene tirato per i capelli e giustamente si presta alle richieste di chi fa parte della politica e delle istituzioni.
Sono queste che non devono cadere in tentazione.
Ora Draghi ha fatto una delle poche cose buone: per avere colloqui con un politico bisogna prima avere l’autorizzazione preventiva del Capo del governo. Il rischio è quello di essere cacciati.
Non mi fa paura un dipendente che parla con il suo superiore, di qualunque amministrazione si tratti.
Mi fa paura il superiore che approfitta del suo ruolo per chiedere a chi non può rifiutarsi.
E questo capita spesso alle donne (dipendenti) e in tutti i casi in cui, il superiore, non è un galantuomo.Anzi,  se approfitta, spesso è proprio un malandrino.