“Intercettazione irregolare”: l’ex premier presenta un esposto sul video dell’incontro con lo 007 Mancini


(di Valeria Pacelli – Il Fatto Quotidiano) – Matteo Renzi ci prova. Dopo il servizio di Report sull’incontro tra il leader di Italia Viva e lo 007 Marco Mancini, avvenuto nel dicembre scorso in un autogrill di Fiano Romano, l’ex premier ieri ha depositato, per via telematica, una denuncia alla Procura di Roma. Renzi chiede ai pm di verificare due potenziali reati: in primis l’intercettazione abusiva di un parlamentare, poi l’abuso d’ufficio. Renzi non attacca direttamente il programma d’inchiesta, ma sembra girarci intorno. Il servizio di Report però nasce per caso. È il 23 dicembre 2020 quando un’insegnante ferma all’autogrill di Fiano Romano per un malore del padre, vede un uomo coi capelli brizzolati in compagnia di due persone. Si tratta di Marco Mancini, agente del Dis (l’agenzia dei servizi segreti), con alle spalle una brillante carriera nel Sismi (ora Aise) di cui diventa capo della Divisione controspionaggio. È lui l’uomo che il 5 marzo 2005 riporta in Italia la giornalista del manifesto Giuliana Sgrena liberata dopo il suo sequestro in Iraq. A febbraio del 2013 Mancini viene condannato in primo grado a 9 anni per sequestro di persona (l’imam Abu Omar, rapito a Milano dalla Cia), condanna poi definitivamente annullata dalla Cassazione dopo una pronuncia della Corte costituzionale che interviene allargando i confini del segreto di Stato.

Oggi Mancini è caporeparto al Dis. Durante il governo Conte, per qualche tempo, ha puntato a una funzione più operativa, dentro l’Aise o l’Aisi (i servizi segreti per l’estero e per l’interno), o alla nomina di vicedirettore del Dis. Per alcune settimane, ha anche buone possibilità, con il sostegno del capo del Dis Gennaro Vecchione e i 5 Stelle non ostili. Per Renzi però il problema in quel momento è un altro: vuole che Conte ceda la delega governativa ai servizi che invece ha tenuto per sé (come consentito dalla legge che nel 2007 riforma le agenzie di sicurezza).

Proprio il 23 dicembre, il leader di Iv lo ripete all’Aria che tira (La7). Quello stesso giorno va poi a trovare Denis Verdini, che allora si trovava a Rebibbia, e poi incontra Mancini. Secondo fonti vicine all’ex premier, Renzi aveva dimenticato l’appuntamento con lo 007, quindi dopo Rebibbia parte per Firenze e sono le scorte dei due a fissare il luogo dell’incontro, che avverrà all’autogrill di Fiano Romano, dove c’è l’insegnante che registra un video di 29 secondi. Al giornalista Giorgio Mottola che le chiede “si sono detti qualcosa prima di salutarsi”, l’insegnante risponde: “L’uomo brizzolato ha ricordato a Renzi che sapeva dove trovarlo…”. “Era a disposizione”, dice il giornalista. E la donna: “Sì”. Frase che, spiegano da ambienti renziani, non è escluso che Mancini possa aver detto realmente (“È il tipico linguaggio dei militari”). E su questo si innesca la richiesta di indagare per intercettazioni abusive di un parlamentare. “Un cittadino non può registrare un parlamentare”, dicono fonti vicine all’ex premier. E ancora: “Oppure a registrare quella frase, se esiste una registrazione, potrebbero essere state altre persone, che non sono la signora”. Perciò in subordine la richiesta ai pm di verificare se vi fosse un abuso d’ufficio.

Alla procura Renzi chiederà anche di acquisire le videoregistrazioni delle telecamere dell’autogrill, per verificare la veridicità del racconto della donna. Con l’esposto, la Procura dovrà aprire un fascicolo e Renzi potrebbe anche essere sentito dai pm, che gli potrebbero chiedere le ragioni dell’incontro con Mancini. Ai giornalisti di Rai3, l’ex premier ha risposto che Mancini gli avrebbe consegnato per Natale i Babbi di cioccolato, specialità romagnole. Intanto Report ha già annunciato per lunedì un’intervista all’insegnante.