
(di Tommaso Rodano Il Fatto Quotidiano) – Curioso contrappasso quello di Paola De Micheli: la ministra che non ha mai perso un treno è inciampata sulle rotaie. La telefonata furibonda di Roberto Speranza sarà pure una fantasia giornalistica (l’ha smentita egli stesso); le linee guida sul riempimento dei vagoni saranno pure stabilite nel Dpcm di Conte, ma resta una sensazione: che sia successo tutto all’insaputa del ministro dei Trasporti, e nella sua completa inconsapevolezza, non è una gran figura.
Come dicevamo, De Micheli non è mai rimasta a piedi – proprio mai – nella sua longeva carriera politica. Quando prende la prima tessera di partito non è ancora maggiorenne: è quella della Dc di Piacenza, la sua città. Dopo Tangentopoli diventa la guida dei giovani popolari del Ppi. Ma la sua ascesa non è una linea retta: ancora giovane, De Micheli devia a sorpresa sull’imprenditoria.
Non è un successone: tra il 1998 e il 2003 è presidente e ad di Agridoro, una cooperativa di trasformazione del pomodoro, ma la coop finisce in amministrazione coatta con 5 milioni di buco, spolpata – letteralmente – dalla concorrenza micidiale delle passate cinesi. Poco male: è a partire da questo fallimento che De Micheli mette in mostra capacità quasi eroiche di riciclarsi.
In un duplice senso: riprende il percorso politico da dove l’aveva interrotto (nella Margherita) e mantiene un piede pure anche nella staffa industriale. Pochi anni dopo il tracollo imprenditoriale “per colpa” della concorrenza cinese – altro contrappasso – aggiunge a curriculum un’esperienza da consulente “presso Urumqi, Xingjiang”: la capitale del pomodoro del Dragone.
La capacità mimetica e il talento nelle relazioni accompagnano Paola De Micheli negli anni della maturità. È molto legata a Bersani anche per le comuni radici piacentine. Precedenti biografi raccontano che l’approdo alla Camera nel 2008 è merito di un accordo con Pier Luigi (ai danni di Roberto Reggi). Di certo è Bersani che la conferma a Montecitorio e la porta nei piani alti del Pd quando diventa segretario. Ma il vero amore politico di Paola è Enrico Letta, della cui corrente diventa una delle stelle più brillanti (specie in tv). È proprio grazie a Letta e al suo think tank Vedrò – una creatura a metà tra politica e lobbismo – che De Micheli annoda rapporti più stretti con pezzi da 90 del capitalismo italiano (inclusi i Benetton: torneranno utili). Nel giorno del fratricidio piddino – la direzione che caccia da Palazzo Chigi Letta il sereno e ci manda Renzi il Caino – Paola piange in pubblico. Poi però Renzi le procura una poltrona da sottosegretario all’Economia: come dicevamo, De Micheli non perde mai un treno. Col bersaniano Vasco Errani è commissario alla ricostruzione post-sisma, per qualche anno è persino presidente della Lega Volley.
Infine il grande salto: da zingarettiana – of course – punta al ministero dello Sviluppo economico, ma si accontenta volentieri dei Trasporti. Sulla sua scrivania il dossier dei dossier: la concessione di Autostrade ai Benetton (rieccoli). Passerà alle cronache politiche come la “grande frenatrice”, che ha lavorato con zelo a una soluzione che escludesse la revoca. Il resto è storia.
In poche parole: un’arrampicatrice spudorata e, allo stesso tempo, un’incapace totale
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Tipico di certe carriere della vecchia DC
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Che Paola De Micheli, con la sua storia, non sapesse niente del “pasticciaccio brutto” di Trenitalia è pura e semplice fake!
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Chissà a chi l ha data ? … certe carriere in” quota rosa” hanno sempre un peccato originale ( purtroppo!)
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Una donna politica per tutte le stagioni e per tutti i compromessi. Stemo proprio beneeeeeee!
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una sicaria della democrazia
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Qualcuno ha notizia di qualche risultato della De Micheli quale commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016?
Ho perso un pò di tempo, ma non riesco a trovarne. Voi?
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