(Gianluigi Paragone) – Nella noia di un intervento, quello di Giuseppe Conte, che si è limitato a un’informativa in Parlamento senza voto, onde evitare rischi, e che ha visto un forte assenteismo tra gli esponenti delle varie forze di maggioranza e opposizione (compresi molti Cinque Stelle, forse ormai un po’ insofferenti di fronte alla figura cannibalesca del presidente del Consiglio). Un momento non certo esaltante della nostra storia politica che, però, ha avuto un rapido sussulto quando a prendere la parola è stato, per il Pd, Piero Fassino. Che senza troppi giri di parole è andato all’attacco, toccando uno dei nervi meno coperti dell’esecutivo: “Io non voglio eludere il nodo Mes”.

“Dire che è inutile – ha proseguito Fassino – o che se ne può fare a meno mi pare francamente una caricatura. Ma non è la verità”. Un’allusione evidente a quanto dichiarato invece, finora, dagli esponenti pentastellati e dallo stesso Conte, che sull’argomento continua a muoversi con estrema cautela per paura di scivoloni potenzialmente devastanti per la propria immagine di “premier benvoluto dagli italiani”. E la conferma di come al momento non ci sia un’idea comune sul da farsi con quei 37 milioni di euro. Un caos generale nel quale Zingaretti & co. hanno deciso di fare la propria mossa, ribadendo una posizione che li vede, stranamente ma non troppo, vicini a Forza Italia e Italia Viva.

Che il Pd fosse favorevole all’accesso al Mes, nonostante gli appelli di tanti economisti che hanno fiutato da tempo la trappola della Troika, non è cosa nuova. Una posizione dietro la quale si nascondono anche le Regioni, tutte favorevoli (comprese quelle a guida centrodestra), al ricorso al Salva-Stati. Come rivelato da La Stampa, infatti, quei soldi fanno gola e i dem sarebbero più che felici di guidare un fronte bipartisan compatto nell’orientamento verso il “sì”, nonostante l’opposizione dichiarata di Salvini e Meloni. Dettaglio, quest’ultimo, che non sembra turbare troppo i sonni dei vari governatori.

I prestiti del Mes, nella narrativa del Pd, sarebbero un soddisfacente antipasto in attesa della portata principale, il Recovery Fund atteso soltanto per il prossimo anno, non prima di gennaio/febbraio 2021 nella migliore delle ipotesi. Gli esponenti di Forza Italia, al contrario di Lega e FdI, sono rimasti in Aula ad ascoltare Conte, lanciando l’ennesimo segnale distensivo. Il fronte, insomma, è compatto e ben delineato. Con il premier Conte a tergiversare lasciando che siano i colleghi di ogni partito a prendersi la responsabilità di una firma che difficilmente potrà essere rinviata. Il Mes s’ha da fare, senza ulteriori indugi. Che serva davvero all’Italia è questione ormai secondaria.
Mi ricorda……muble muble, forse il patto del nazareno. Altro che giorno della marmotta, qui siamo in un film di terrore, zombi i morti viventi.
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Di Maio ha appena dichiarato che non è statomesso all’o.d.g. nulla. Paragone, come tutta la dx provoca.
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Braghe calate a breve. Trolls già a parlare di Salvini Paragone ecc (metodo Palladineve della fattoria degli animali)
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Non ho letto l’articolo ma ieri mi ha fatto scompisciare dalle risate sentir parlare Di Battista contro le condizionalità eventualmente imposte dalla EU senza entrare nel merito delle condizionalità stesse.
Quali accettabili? Quali inaccettabili?
Invita contro i diktat della EU che vorrebbe imporci delle riforme senza entrare nel merito delle riforme.
Un altro cazzaro ignorante da bar che ambisce al ruolo di leader.
Come se i nostri politici e amministratori fossero bravissimi a gestire il denaro pubblico e quei cattivoni della EU vogliono metterci i bastoni tra le ruote per indurci a sperperarlo.
Che mezze tacche politiche.
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