(Luciano Ferraro – cucina.corriere.it) – Martin Foradori Hofstätter, vignaiolo alla guida di una delle più importanti cantine dell’Alto Adige, ha cercato per settimane di far arrivare in Italia le sue storiche lavoratrici stagionali rumene, specializzate nella potatura nelle vigne. Otto donne capaci di tagliare in modo impeccabile le piante, senza danneggiarle e garantendo così la qualità dell’uva (e del vino). Quando ha capito che la burocrazia avrebbe impedito l’ingaggio delle otto lavoratrici, ha noleggiato un jet privato che è atterrato nei giorni scorsi a Bolzano.

Per Foradori Hofstätter questa è una storia di straordinaria burocrazia: «Ho visto tanta ignoranza, ma mai come durante questa pandemia», commenta.
La storia inizia al confine con l’Ungheria. L’Unione europea aveva dato il via libera ai corridoi verdi per far arrivare manodopera dall’Est. Viticoltori tedeschi e austriaci ne avevano già usufruito, iniziando subito a far lavorare gli esperti potatori. Ma nel caso del produttore di Tramin-Termeno, al confine ungherese le otto donne sono state fermate.
«Abbiamo cercato di risolvere il problema in ogni modo – racconta -. Così dopo due settimane di telefonate, contatti con politici locali, di Roma e dell’Unione Europea, rappresentanti delle ambasciate, nonché intensi confronti con responsabili di associazioni di categoria, ci siamo visti costretti ad organizzare, in extremis, un jet privato dall’aeroporto di Bolzano a Cluj per portarle in Italia. Per questo periodo economico una spesa non indifferente e forse anche folle ma senza questo il futuro delle mie vigne sarebbe stato segnato. Non avevo alternative. Devo dire, tuttavia, che visti i prezzi, oserei dire da strozzini, dei pulmini a noleggio in questo periodo, il costo dell’aeromobile ha inciso poco di più sul trasporto».
Non c’era manodopera italiana disponibile? «Qualcuno potrebbe obiettare che mi sarei potuto rivolgere ai numerosi disoccupati presenti nel territorio — risponde il vignaiolo — ma non è così. Ci abbiamo anche provato ma chi abbiamo ingaggiato per fare una prova dopo due ore se ne è andato “perché il lavoro era troppo faticoso”!».
Per il produttore «l’assenza di queste professioniste, che da oltre dieci anni lavorano per l’azienda, si sarebbe tradotta in un danno rilevante: come se in un concerto alla Scala mancassero i violini». L’imprenditore ha anche un’azienda in Germania, nella Mosella. «All’estero — spiega — le associazioni di categoria sono riuscite ad attivare un ponte aereo senza tante chiacchiere, ai collaboratori stagionali è stata concessa anche la possibilità di attuare la cosiddetta “quarantena attiva” lavorando in piccoli gruppi in vigna, isolati da altri collaboratori locali, nel rispetto delle misure di sicurezza. In Germania le procedure sono molto più chiare e snelle. In Italia non siamo stati capaci nemmeno di copiare le misure intelligenti messe in atto da altri Paesi della Comunità Europea».
Il vero succo dell’Unione Europea? Corridoi dedicati per far venire manovalanza dall’est Europa: gli accordi di Maastricht sono del ‘92, appena dopo la caduta della cortina di ferro
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Il poverino non trova operai specializzati in Italia. Specializzati pagati come braccianti a giornate? ma va a potare le tue cazzate….e l’imbecille di turno (pseudo-giornalista) ci fa anche un articolo.
In verità ci sono delle imprerse e cooperative che lavorano per conto terzi si chiamano “terzisti”, in agricoltura sono utilizzati moltissimo, e sono dei veri PROFESSIONISTI, DOTATI DI ATTREZZATURE moderne. Andate nei campi durante la mietitura, di chi pensate siano gli operai e le enormi macchine per trebbiare? hanno una sola contro-indicazione: li devi pagare.
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come sempre ce la menano con la scusa che gli italiani non hanno voglia di lavorare. La forza lavoro deve essere disponibile a lavorare per salari da fame. Ormai la disponibilità di mano d’opera e così vasta che i lavoratori li facciamo arrivare da altri stati, hanno meno diritti e meno pretese economiche. Il giornalista si presta a questa narrazione neoliberista per cui i popoli si devono spostare per soddisfare i bisogni capitale. L’italia è piena di vigne e di italiani che lavorano nelle vigne, ho anche un amico che fa questo lavora da vari anni, come mai questo pezzo di m… deve fare arrivare i lavoratori dalla Romania per fare la potatura? Quando ci sarà la vendemmia cosa affitterà una battello per trasportare i lavoratori dall’Africa?
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Ma siete seri? In Italia non ha trovato 8 potatori? Per carità sarà un lavoro specializzato, ma il confronto con i violini della scala fa ridere. Secondo me l’imprenditore doveva far rientrare qualcuno in Italia, per motivi diversi dalla potatura, e ha usato questo escamotage, sempre che il viaggio sia vero.
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La figa, il vino ce l’ha…
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Per esempio.
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Solo la figa o il denaro ti fa fare una caciara simile.
Gli paga l’aereo, non penso sia denaro.
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In prima battuta avevo pensato più a qualche accordo che aveva preso l’anno scorso, persone che hanno visto cose. Ma anche la pista che indichi smuove le montagne, quindi perché no.
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