SPIAGGE LIBERE ADDIO: BOOM DI “CONCESSIONI” AI PRIVATI
Effetto virus – Per aiutare gli stabilimenti, Regioni e Comuni pensano di affidare a essi molti degli spazi gratuiti (rendendoli a pagamento)

(di Lorenzo Giarelli – Il Fatto Quotidiano) – Le limitazioni a ombrelloni, giochi in gruppo e bagni in compagnia non sono certo il miglior incentivo in vista della stagione balneare. Ma le misure anti-contagio potrebbero avere un altro effetto collaterale a svantaggio di chi vuole andare al mare, perché quest’estate rischia di ridursi al minimo lo spazio destinato alle spiagge libere ad accesso gratuito.
Diversi enti locali, infatti, stanno pensando di affidare queste aree pubbliche a gestori privati, aumentando le concessioni balneari. Un modo per venire incontro agli stabilimenti, che per rispettare le distanze di sicurezza dovranno ridurre il numero di ingressi rispetto agli anni scorsi, ma anche una decisione che farà ricadere i costi sui bagnanti, a quel punto rimasti senza spiagge libere e costretti a rivolgersi a strutture a pagamento.
In Abruzzo l’ipotesi è già sul tavolo della Regione e dei Comuni: “È possibile, solo per il 2020, l’affidamento di porzioni di spiagge libere ai balneatori e agli albergatori, una sorta di concessione eccezionale”, ha confermato settimana scorsa il portavoce locale di Anci Enrico Di Giuseppantoni, al termine di un incontro con un gruppo di sindaci e con alcuni rappresentanti della giunta di Marco Marsilio.
L’idea è diventata realtà a Giulianova (Teramo), dove il Comune ha già pubblicato i bandi per l’assegnazione di dieci tratti di spiaggia libere prevedendo un sistema di punteggi che andrà a vantaggio “dei titolari di concessioni demaniali confinanti”.
Risultato: i privati sgraveranno il Comune dalla pulizia e dal controllo del rispetto delle norme anti-contagio (il metro di distanza, il divieto per gli sport), ma saranno gli stessi privati a gestire gli ingressi, allineando le tariffe delle ex spiagge libere al loro listino.
In Campania già ad aprile il Mattino aveva riportato la volontà del governatore Vincenzo De Luca di “abolire le spiagge libere”, prima che il Sindacato italiano balneari esortasse la giunta a “valutare l’affidamento delle spiagge libere solo su richiesta espressa dei concessioni”, in modo da “dare confronto ai Comuni” e, per i gestori, “recuperare spazi erosi dalle prescrizioni Covid”. Si vedrà.
Il tema riguarda anche le coste della Sardegna: in questi giorni a Cagliari si sta discutendo della possibilità di dare in gestione la nota spiaggia del Poetto, emblema di quel che potrebbe accadere nell’intera Regione. Per scongiurare l’idea, i Progressisti hanno scritto una lettera alla giunta di Christian Solinas: “La necessità di approntare le necessarie misure di sicurezza non diventi in alcun modo pretesto per estendere in modo incontrollato le concessioni demaniali e assaltare i beni collettivi”.
Stesso appello rivolto dal Movimento 5 Stelle dell’Emilia-Romagna al presidente Stefano Bonaccini: “Chiediamo di non abbassare ulteriormente la quota (già molto esigua) di spiagge libere per aumentare, anche solo eccezionalmente per la prossima estate, l’affidamento a stabilimento balneari e albergatori come sta pensando di fare l’Abruzzo”. E come potrebbe fare anche la Calabria, almeno se darà ascolto al segretario-questore dell’Assemblea regionale Graziano Di Natale: “Occorre intervenire per aumentare, in deroga ai piani spiaggia, la superficie da concedere ai lidi e agli stabilimenti balneari”.
Più soft, ma comunque a pagamento, l’idea del governatore della Liguria Giovanni Toti, che la scorsa settimana ha ipotizzato un ingresso a prezzo simbolico (nell’ordine di pochi euro a famiglia) per le spiagge libere. Il senso non cambia: qui come altrove trovare uno spazio gratuito potrebbe essere impresa per pochi.
Altra bella ruberia italiota, sfruttando privatamente un bene demaniale che è anche monopolio naturale.
Gli stabilimenti come li vediamo qui in Italia non esistono in nessun Paese civile.
In America, patria del libero mercato, le spiagge sono rimaste pubbliche.
Qui in Italia i balneari di fatto si impossessano della spiaggia, in Spagna – ad esempio – puoi avere un chiosco, affittare lettini e ombrelloni, vendere cibo e bevande ma l’accesso e la permanenza in spiaggia non è precluso a nessuno, è gratis.
Io Stato ti faccio fare i soldi con la mia spiaggia, tu in cambio la tieni pulita, ti occupi dell’assistenza ai bagnanti e non rompi il cazzo ai tuoi concittadini.
In Italia facciamo gli statalisti quando dovremmo fare i liberali e i liberali e i liberali quando dovremmo fare gli statalisti.
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lavoratore dipendente: rischia poco, guadango calmierato
imprenditore: rischia molto, guadagno senza limiti
prenditori italiani: scaricano il rischio sui dipendenti e si prendono tutto quello che hanno davanti
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Bisognerà dar fuoco alle spiagge
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E così hanno trovato la quadra! La prossima stagione anche solo per guardare il mare ( con il binocolo) dovremo pagare! Chapeaux
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