(corriere.it) – Dopo oltre due mesi di lockdown, Venezia sogna il ritorno alla normalità. Da lunedì saranno possibili gli spostamento all’interno dalla propria Regione senza limitazioni e riapriranno tutte le attività commerciali. Il sindaco Luigi Brugnaro è ottimista. «Il virus ha spazzato via i turisti ‘mordi e fuggi’, ha fatto pulizia di un turismo cafone, abbastanza cialtronesco, di gente che voleva capire in un giorno la complessità di questa città, che l’anno prossimo compirà 1.600 anni di storia. 1.600 di democrazia. Ora trovate un’accoglienza che, forse, c’è stata solo in altri periodi storici».

Ma bar e ristoranti criticano le nuove disposizioni per le aperture, decisamente restrittive, che rischiano di mandare in fumo le speranze dei proprietari. Anche lo storico Harry’s Bar, lunedì, non riaprirà. «Quello che manca ancora a Venezia è la popolazione. Le città sono fatte di pietre e di cittadini. Qui ci sono le pietre, che parlano di un passato straordinario, di un passato spirituale» ha sottolineato Arrigo Cipriani, proprietario del celebre Harry’s Bar.
Ha ragione Brugnaro, lui da sempre si è battuto affinchè ci fossero più navi da crociera che portano turisti stanziali e d’elite, ed ha messo in pratica politiche mirate affinchè si ripopolasse la città, e non farli scappare per il turismo cafone, per i prezzi impossibili, per la mancanza di servizi e di attività.
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Io non sono mai stato a Venezia, e mai ci andrò. Non posso permettermi un caffè 6 euro. Dice un vecchio adagio napoletano : u cafone si fà fare fesso una volta sola. Ecco, io nemmeno quello.
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Venezia è una città stupenda, rovinata da una cattiva gestione. Sono inguardabili ed inaccettabili i locali e negozietti che propongono chincaglierie, falsi souvenir, immondizia elettronica… chi ha consentito il loro proliferare è delinquente ed ignorante. Altro che turismo cafone!!!
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