Virus in Italia già a ottobre. Uno studio sconfessa i virologi superstar della tv. Oltre un italiano su 3 è stato infettato. Il caldo aiuterà. E pure il plasma
(Carmine Gazzanni – lanotiziagiornale.it) – No, il Covid-19 non sarebbe comparso in Italia soltanto a febbraio, ma in realtà già ad ottobre. Ad essere stato contagiato sarebbe “almeno un terzo degli italiani” e, ancora, contrariamente a quanto sostenuto da diversi accademici l’organismo sviluppo immunità e con il caldo il virus andrebbe “in letargo”. Questi sono i sorprendenti risultati di uno studio realizzato da un’équipe di medici del lavoro, guidati dal professor Pasquale Bacco. Innanzitutto bisogna sottolineare il numero ragguardevole del campione: 7.038 soggetti di tutte le regioni d’Italia. Un dettaglio non da poco perché aiuta a fornire uno sguardo complessivo su quello che è stato il contagio e, soprattutto, quali possono essere le vie d’uscita.

Le conclusioni, scientifiche e sperimentali, sono visionabili gratuitamente da chiunque sul sito della Meleam spa, società statunitense che ha una sede anche in Puglia, a Bitonto, e che si occupa di medicina e di sicurezza sul lavoro. E rivelano, ad esempio, che in quattro diversi step su 7.038 sono risultati positivi 2.365 soggetti. Ovvero circa il 34% (33,6%). Ma a lasciare sorpresi è il dato sul calore: “Abbiamo fatto una cosa che qualunque istituto avrebbe potuto fare – spiega a La Notizia Bacco – e cioè abbiamo sottoposto il virus a una temperatura più alta e abbiamo notato che gran parte dei ceppi muore, il resto si immobilizza e prova a mutare. Perché bisogna capire anche questo: il virus non vuole uccidere, ma vuole vivere. Dunque quando le condizioni non lo consentono più, tende a modificarsi”. Ed è questa, secondo il prof Bacco, una delle caratteristiche-chiave del Covid-19: l’alta capacità a cambiare. “Le dico una cosa – spiega ancora il medico a capo del team – ci saranno senz’altro diversi tentativi, ma non troveremo mai un vaccino stabile perché, esattamente come tutti i coronavirus che già conosciamo, anche il Covid-19 è soggetto a repentini cambiamenti”.
L’IMPORTANZA DEL PLASMA. Questo, però, non vuol dire che sia imbattibile. Anzi, tutt’altro. “In realtà – spiega Bacco – il coronavirus non uccide. Non c’è un solo caso in cui un paziente sia stato ucciso solo dal Covid. Il problema è che non conoscevamo per niente questo virus e, poiché fisiologicamente il nostro organismo impiega 48-72 ore per riconoscere un corpo estraneo prima di formare anticorpi, questo lasso di tempo è stato letale per anziani o persone immunodepresse”. Ecco perché, secondo Bacco, la terapia al plasma è fondamentale: “Quanto sta facendo il dottor De Donno (Giuseppe, pneumologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, ndr) è fondamentale: permette di ridurre proprio quelle ore di pericolo e così ridurre notevolmente il rischio. Bisognerebbe fargli una statua, piuttosto che attaccarlo continuamente”, precisa ancora Bacco. Il riferimento, neanche velato, è ai tanti accademici che invece hanno criticato la strada intrapresa da De Donno.
BARONI E SCIENZIATONI. Ma i dati dello studio confliggono con le opinioni della comunità scientifica “accreditata” anche su un altro punto: il caldo come nemico del virus e, dunque, prezioso alleato per l’uomo. Il ragionamento di Bacco segue un andamento logico: “Guardi, se lei compra un libro di microbiologia scoprirà che tutti i coronavirus vanno per così dire ‘in letargo’ col caldo. Mi chiedo: come mai si è sovvertito il discorso e si è detto a priori che non ci sono prove che il calore attenua la forza del Covid, pur non essendoci neanche prove che così non fosse? Si sarebbe dovuto ragionare al contrario: poiché la nostra esperienza ci dice che il calore frena il virus, è plausibile che anche col Covid sia la stessa cosa. E invece non è andata così”.
E stessa identica cosa anche per quanto riguarda la capacità di produrre immunità, cosa non a caso ora riconosciuta da diversi ricercatori dopo essere stata a lungo negata. Insomma, risultati che aprono un quadro decisamente più chiaro rispetto a quello tratteggiato finora. “Noi siamo arrivati con dei dati molto diversi da quelli presentati da personaggi mediatici come la scienziata Capua (Ilaria, ndr) che ha parlato del 10% di contagiati nella popolazione, o di quell’altro grande scienziatone di Burioni (Roberto, ndr) che ha parlato del 2. Sono stati sovvertiti ragionamenti logici e frutto degli studi passati da baroni di salotto, e non capisco il motivo”. Resta il fatto che la comunità scientifica rimane divisa. Ma si spera, quantomeno, che chi di dovere prenda in esame anche questo studio.
Quindi? riaprire tutto senza assurde mascherine e distanziamento sociale alrtimenti non torneremo più alla vita normale se non quando sarà troppo tardi e molte attività saranno fallite con costi sociali enormi; certo ci vogliono le palle e oggi nessuno le ha più
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La terapia con il plasma attaccata? Suvvia…
Coronavirus e terapia con il plasma, a inizio marzo:
-Usa. Food and Drug Administration (FDA), l’autorità regolatoria americana, ha approvato l’impiego di plasma da convalescenti, per il trattamento di pazienti critici con infezione da COVID-19.
-Gran Bretagna. Protocollo per infondere plasma prelevato da pazienti ‘iperimmuni’, guariti dall’infezione, destinato a pazienti COVID ricoverati per polmonite, nella speranza di risparmiare loro il ricovero in terapia intensiva e di migliorare le condizioni di quelli con malattia in forma grave, così da ridurne la mortalità.
-Usa/GB. Partita collaborazione tra 100 laboratori americani e inglesi per produrre plasma da convalescenti.
In ITALIA:
-a inizio marzo è partita la raccolta di plasma secondo il cosiddetto protocollo “San Matteo” (un protocollo siglato da varie ASST lombarde, con capofila il policlinico San Matteo di Pavia, Mantova e seguire il Veneto (Padova).
-Roma, a metà marzo, Ospedali San Gallicano e Regina Elena di Roma hanno proposto una sperimentazione su plasma di pazienti convalescenti.
-a inizio aprile chiesto il protocollo per la terapia con il plasma anti-Covid in Toscana, Marche, Lazio, Campania e Umbria ecc.; regioni in cui molti ospedali hanno già iniziato da tempo ad utilizzare il plasma.
Si spera, quantomeno, che i giornalisti si informino… prima di fare propaganda.
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al momento qualsiasi cosa si dica sul virus sono solo supposizioni: finchè non ci sarà una evidenza chiara, sperimentata scientificamente, e verificata e dati e modi consultabili, ognuno può dire qualsiasi cosa. Vi fidereste di supposizioni? Meglio proteggersi ed andare cauti.
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Il titolo è… veramente fuorviante!
Dai tamponi effettuati dalla Sanità Pubblica oggi -decine di migliaia- è risultato positivo 1 su 68…
Suvvia, basta con le bufale.
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