La bozza del decreto Rilancio da 55 miliardi. Reddito di emergenza, provvedimenti per le imprese, bonus per dipendenti della sanità
(affaritaliani.it) – Un provvedimento ‘pesante’, di 55 miliardi di euro, un maxi decreto composto da 258 articoli. E’ l’ultima bozza del decreto rilancio, il cui testo – soggetto pero’ a possibili nuove modifiche – dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri oggi. Nella bozza alcune misure e alcuni capitoli portano ancora la dicitura “verifica della copertura” da parte della Ragioneria. Risultano ancora “da definire” ad esempio gli ecobonus, e “in attesa di verifica di copertura da Rgs” anche il Titolo II sul sostegno alle imprese e all’economia, ma anche il capitolo sul riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19. Tra le conferme che risultano nella bozza, l’eliminazione delle clausole di salvaguardia sugli aumenti dell’Iva a partire dal 2021. Altra conferma, lo slittamento sempre al 2021 della sugar e plastic tax.

Il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione delle forze che sostengono il governo proseguono il lavoro di limatura, verifica e ricerca di intesa sulle misure che saranno contenute nel decreto rilancio. Per questo, riferiscono fonti di maggioranza, la prevista riunione del preconsiglio, che avrebbe dovuto tenersi ieri alle 17, sarebbe stata rinviata a oggi verso le 11. L’obiettivo del governo resta quello di riunire il Cdm domani per il varo del decreto. Si ipotizza la convocazione per le 19 o le 20 di lunedi’.
Reddito di emergenza: ecco cos’è e come funziona
Il reddito di emergenza sara’ corrisposto in due quote e le domande vanno inoltrate all’Inps entro il mese di giugno. E’ quanto prevede la nuova bozza del decreto rilancio, che potrebbe ancora subire modifiche, prima del possibile approdo del testo nella riunione di oggi del Cdm. L’articolo relativo al Rem prevede: “Ai nuclei familiari in condizioni di necessita’ economica in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, e’ riconosciuto un sostegno al reddito straordinario denominato Reddito di emergenza (di seguito “Rem”). Le domande per il Rem possono essere presentate entro il termine del mese di giugno 2020 e il beneficio e’ erogato in due quote, ciascuna pari all’ammontare di cui al comma 5″ (400 e 800 euro)”. Non hanno diritto al Rem “i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonche’ coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica”.
Il Rem “e’ riconosciuto ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della domanda, dei seguenti requisiti: residenza in Italia, verificata con riferimento al componente richiedente il beneficio; un valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2020, inferiore ad una soglia pari all’ammontare di cui al comma 5; un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000, il massimale e’ incrementato di 5.000 euro in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilita’ grave o di non autosufficienza come definite ai fini dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159; un valore dell’Isee inferiore ad euro 15.000.3.
Il Rem non e’ compatibile con la presenza nel nucleo familiare di componenti che percepiscono o hanno percepito” altre indennita’. “Il Rem non e’ altresi’ compatibile con la presenza nel nucleo familiare di componenti che siano al momento della domanda in una delle seguenti condizioni: essere titolari di pensione diretta o indiretta ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidita’; essere titolari di un rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie di cui al comma 5; essere percettori di reddito di cittadinanza, di cui al Capo I del decreto-legge n. 4 del 2019, ovvero le misure aventi finalita’ analoghe di cui all’articolo 13, comma 2, del medesimo decreto-legge.4”. “Ciascuna quota del Rem e’ determinata in un ammontare pari a 400 euro, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza di cui all’articolo 2, comma 4, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, fino ad un massimo di 2, corrispondente a 800 euro, ovvero fino ad un massimo di 2,1 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizioni di disabilita’ grave o non autosufficienza come definite ai fini Isee. “Il Rem e’ riconosciuto ed erogato dall’Inps previa richiesta tramite modello di domanda predisposto dall’Inps, presentato secondo le modalita’ stabilite dall’Istituto”. “Nel caso in cui in esito a verifiche e controlli emerga il mancato possesso dei requisiti, il beneficio e’ immediatamente revocato, ferma restando la restituzione di quanto indebitamente percepito e le sanzioni previste a legislazione vigente”.
Il reddito di emergenza previsto nel prossimo decreto rilancio sara’ una misura “per tutte quelle tipologie di persone che non sono coperte dagli altri interventi, che sono molto ampi”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, intervistato da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, su Rai 2. E ha aggiunto parlando degli altri interventi: “Oltre alla cassa integrazione abbiamo dato l’indennita’ per gli autonomi, quindi quasi 4 milioni di persone ne hanno beneficiato e adesso col decreto ci sara’ in automatico il pagamento della seconda rata a tutti. E abbiamo cercato di coprire anche altre tipologie, come i co.co.co e gli stagionali, ma ci sono delle tipologie che non rientrano e quindi il Rem e’ un’ulteriore forma di sostegno, perche’ la nostra visione e’ che nessuno deve essere lasciato indietro in questa crisi cosi’ drammatica”. Queste risorse, ha aggiunto Gualtieri, “saranno erogate in due tranche con un contributo di emergenza alle famiglie che hanno delle difficolta’ economiche”
I provvedimenti per le imprese
Dai contributi per pagare affitti e bollette a quello a fondo perduto sulle perdite di fatturato, artigiani, commercianti, piccole e medie imprese avranno un ristoro che andra’ a completare le misure finora adottate. E’ quanto prevede il Dl Rilancio che saro’ sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, probabilmente gia’ oggi. Ecco le misure principali delineate nell’ultima bozza del Dl in circolazione. – RISTORO A FONDO PERDUTO PER PMI FINO A 5 MILIONI Contributi a fondo perduto per Pmi, commercianti, artigiani e autonomi fino a 5 milioni di ricavi o compensi. Il contributo a fondo perduto, si legge nell’articolo 28 del documento, “spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019”. L’ammontare del contributo si calcola “applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019” in base a tre fasce: “25 per cento per che ha ricavi o compensi non superiori a centomila euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto”; 20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a centomila euro e inferiori a quattrocentomila”; 15 per cento “per i soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e inferiori a cinque milioni di euro”. Il contributo a fondo perduto minimo e’ comunque di 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per gli altri. Per ottenere il contributo va fatta domanda “esclusivamente in via telematica”, all’Agenzia delle Entrate.
CREDITO IMPOSTA 60% PER AFFITTI Al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento connesse all’emergenza Covid, alle imprese “con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro” che “abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi ad aprile 2020 di almeno il 50%” spetta un credito d’imposta fino al 60 per cento dell’affitto. Per le strutture alberghiere, invece, il credito e’ previsto “indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente”. – BOLLETTE ELETTRICHE PIU’ LEGGERE PER TRE MESI Bollette elettriche piu’ leggere per tre mesi (aprile, maggio e giugno) per le Pmi. “La presente proposta – si legge nella relazione illustrativa all’articolo 33 – ha lo scopo di alleviare il peso delle quote fisse delle bollette elettriche in particolare in capo alle piccole attivita’ produttive e commerciali, gravemente colpite su tutto il territorio nazionale dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. Mediante la norma, che riguarda un periodo di tre mesi a partire da aprile 2020 ed ha carattere transitorio e urgente, si permette la tempestiva applicazione della misura semplificandone l’iter procedimentale e provvedendo a dare copertura mediante il ricorso al bilancio dello Stato”. L’intervento normativo “prevede che l’Autorita’ ridetermini le tariffe di distribuzione e misura dell’energia elettrica al fine di: a) azzerare le attuali quote fisse indipendenti dalla potenza relative alle tariffe di rete e agli oneri generali per tutti i clienti non domestici alimentati in bassa tensione b) Per i soli clienti non domestici alimentati in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 3,3 kW, le tariffe di rete e gli oneri generali saranno rideterminate al fine di ridurre ulteriormente la spesa applicando una potenza “virtuale” fissata convenzionalmente pari a 3 kW, senza che a cio’ corrisponda alcuna limitazione ai prelievi da parte dei medesimi clienti”.
Tax credit per le vacanze
Tax credit per le vacanze fino a 500 euro. La norma, dal titolo “Misure per la promozione turistica in Italia – Tax credit vacanze”, dispone che “per il periodo d’imposta 2020 e’ riconosciuto un credito in favore dei nuclei familiari con un reddito Isee non superiore a 35.000 per il pagamento dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive. Il credito e’ utilizzabile, dal 1 luglio al 31 dicembre 2020, da un solo componente per nucleo familiare nella misura di 500 euro per ogni nucleo familiare. La misura del credito e’ di 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e di 150 euro per quelli composti da una sola persona. Il credito e’ fruibile nella misura del 90 per cento in forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dai fornitori presso i quali la spesa e’ stata sostenuta, e per il 10 per cento in forma di detrazione di imposta in sede di dichiarazione dei redditi da parte dell’avente diritto”.
“Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, sentito l’Inps, sulla base dei dati forniti dall’Inps, saranno individuati i nuclei familiari, nonche’ le modalita’ di rimborso dello sconto sul corrispettivo dovuto ai fornitori dei servizi ai sensi del presente comma. Lo sconto e’ rimborsato al fornitore dei servizi sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, con facolta’ di cessione ai propri fornitori di beni e servizi ovvero ad altri soggetti privati, nonche’ a istituti di credito o intermediari finanziari. Allo scopo di favorire la ripresa dei flussi turistici in ambito nazionale, nello stato di previsione del ministero per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo e’ istituito il ‘Fondo per la promozione del turismo in Italia’, con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2020. Con decreto del ministro per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono individuati, anche avvalendosi dell’Enit-Agenzia nazionale del turismo, i soggetti destinatari delle risorse e le iniziative da finanziare e sono definite le modalita’ di assegnazione anche al fine del rispetto del limite di spesa”.
E’ prevista, per l’anno 2020, un’integrazione del Fondo per le politiche della famiglia per un importo pari a 150 milioni di euro, affinche’ sia erogato ai Comuni per il potenziamento, anche in collaborazione con istituti privati, dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo, per le bambine e i bambini di eta’ compresa tra 3 e 14 anni”. Sempre nella relazione illustrative, si spiega che “lo stanziamento e’, altresi’, finalizzato a contrastare la poverta’ educativa, mediante il finanziamento di progettualita’ miranti a questo scopo durante il periodo di emergenza e per quando sara’ terminata e il lockdown gradualmente sospeso, al fine di recuperare il tempo perso in termini di offerta educativa e culturale. Le modalita’ di ripartizione del suddetto fondo sono stabilite con decreto che ripartisce gli stanziamenti riservando la misura del 10 per cento per il finanziamento dei progetti volti a contrastare la poverta’ educativa e la restante quota al potenziamento dei centri estivi e dei servi socioeducativi. Dalla disposizione derivano maggiori oneri per 150 milioni di euro per l’anno 2020”.
“Ai lavoratori domestici che abbiano in essere, alla data del 23 febbraio 2020, uno o piu’ contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali e’ riconosciuta, per i mesi di aprile e maggio 2020, un’indennita’ mensile pari a 500 euro, per ciascun mese”. L’indennita’, si legge nel documento, “sono riconosciute a condizione che i lavoratori domestici non siano conviventi col datore di lavoro”
Premi per i dipendenti della sanità
Un premio, fino a un massimo di 1.000 euro, ai dipendenti della Sanita’. E’ quanto prevede una norma dell’ultima bozza del decreto rilancio, che potrebbe ancora subire modifiche. Nella relazione illustrativa si spiega: “Le regioni e province autonome, per l’anno 2020, nei limiti delle risorse disponibili e fermo restando l’equilibrio economico del sistema sanitario, possano incrementare i fondi della contrattazione integrativa per riconoscere, al personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nell’emergenza epidemiologica, un premio, sino a 1.000 euro, commisurato al servizio effettivamente prestato nel corso dello stato di emergenza”. L’articolo recita: “Al fine di valorizzare il servizio prestato dal personale sanitario dipendente dalle aziende e dagli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attivita’ di contrasto all’emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del Covid-19, per l’anno 2020 le regioni e le province autonome possono incrementare, in deroga alla normativa vigente in materia di spesa di personale, nei limiti delle risorse disponibili e fermo restando l’equilibrio economico del sistema sanitario, i fondi della contrattazione integrativa per riconoscere al predetto personale un premio di importo non superiore a 1.000 euro al lordo dei contributi previdenziali ed assistenziali e degli oneri fiscali a carico del dipendente”
“E’ resa strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva. Per ciascuna regione e provincia autonoma, tale incremento strutturale determina una dotazione pari a 0,14 posti letto per mille abitanti”. Lo prevede una norma dell’ultima bozza del decreto rilancio, ancora suscettibile di modifiche. La norma e’ contenuta nell’articolo 2 del testo, dal titolo “Riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19”, in cui compare tra parentesi la dicitura “in attesa verifica” della Ragioneria. Inoltre, si legge ancora nel testo, “allo scopo di fronteggiare l’emergenza pandemica, e comunque fino al 31 dicembre 2020, si rendono disponibili, per un periodo massimo di 4 mesi dalla data di attivazione, 300 posti letto di terapia intensiva, suddivisi in 4 strutture movimentabili, ciascuna delle quali dotata di 75 posti letto, da allocare in aree attrezzabili preventivamente individuate da parte di ciascuna regione e provincia autonoma”
COL CONTAGIO QUALCUNO HA RIPRESO A PARLARE DI REDDITO MINIMO UNIVERSALE- Viviana Vivarelli
Era una delle proposte di Grillo da finanziare attraverso imposte ai più ricchi e ai venditori di idrocarburi (da non disdegnare nemmeno l’abolizione dell’8 per mille alle chiese che dovrebbero essere mantenute dai rispettivi fedeli e dall’IMU pagata anche dalla Chiesa sulle proprietà immobiliari). Al momento è realizzato solo in Alaska. Non lo fanno nemmeno i paradisi fiscali.
Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, nel suo discorso ad Harvard, ha avanzato l’ipotesi di un “reddito di cittadinanza universale, per dare a ognuno un punto d’appoggio per provare a fare cose nuove. Elon Musk, CEO di Tesla, ha avanzato la stessa proposta a più riprese. Sono due delle persone al mondo che hanno i mezzi più avanzati per avere un’idea precisa del futuro che ci aspetta. Scriveva Rodotà: «In Europa siamo di fronte ad un mutamento strutturale in cui qualcuno tenta di azzerare completamente i diritti sociali, espellere progressivamente i cittadini dalla cittadinanza e far ritornare il lavoro addirittura a prima di Locke. Per accedere ai beni fondamentali della vita come l’istruzione o la salute, dobbiamo passare per il mercato e acquistare servizi o prestazioni. Il reddito universale di cittadinanza è il tentativo di reagire al ritorno a questa idea di cittadinanza censitaria.
Bisogna fare una riflessione più profonda sui diritti alla luce dell’art. 34 della Carta dei diritti fondamentali. L’Ue si impegna a riconoscere il diritto all’assistenza sociale e abitativa e a garantire un’esistenza dignitosa ai cittadini. Ciò somiglia al nostro art. 36 in una chiave per considerare il reddito fuori dalla prospettiva riduzionistica. Il reddito non può essere considerato solo come uno strumento di lotta contro la marginalità. In Europa non c’è solo la povertà crescente. Io credo che oggi la lotta all’esclusione sociale passi attraverso l’adozione del reddito di cittadinanza.
L’Europa non può essere ridotta solo alle politiche dell’economia che assorbe tutte le altre dimensioni. L’Europa è un campo di battaglia. Io stesso ricordo la fatica di introdurre nella Carta di Nizza i principi di solidarietà e uguaglianza che prima mancavano.
I sindacati temono che il salario minimo danneggi la contrattazione sindacale ma è un errore. Il reddito è uno strumento fondamentale per razionalizzare un sistema altamente disfunzionale e sgangherato come quello italiano sulle protezioni sociali.
Il reddito minimo non è assolutamente uno tra i tanti ammortizzatori sociali perché dobbiamo cominciare a lavorare sulla distribuzione delle risorse. Il reddito è una precondizione della cittadinanza, uno strumento per affermare la pienezza della vita di una persona. Riguarda anche i lavoratori che si trovano in difficoltà, ma è un diritto di tutti i cittadini.
Occorre ripristinare l’agibilità democratica nelle fabbriche; difendere il diritto del lavoro dalla privatizzazione strisciante che non è una fissazione della Fiom o di Landini, fare una nuova legge sulla rappresentanza sindacale ma soprattutto ripristinare il diritto all’esistenza che passa attraverso il reddito di cittadinanza.
Nella società c’è più di qualcosa che non funziona. Dobbiamo pensare a una trasformazione radicale, proprio come accadde con lo Statuto dei lavoratori. Perché non dovrebbe accadere oggi? C’è una certa sordità del sindacato perché ritiene che gli strumenti acquisiti siano sufficienti per fronteggiare qualsiasi situazione. In generale trovo spaventoso constatare i guasti della progressiva emarginazione del dialogo con la cultura politica. E questo non accade solo nel mondo del lavoro.”
Purtroppo è ormai abbastanza chiaro che la destra peggiore, a cui dobbiamo aggiungere anche Renzi, nega ossessivamente qualunque aiuto ai poveri, così come schifa il volontariato e ogni ideale umanitario che si basi sull’empatia. Il fascismo risorgente lo vedete con molta chiarezza in tutti coloro che schifano le persone compassionevoli o umanitarie, chiunque aiuti gli strati più bassi dell’umanità e chiunque operi non per lucro o potere ma per empatia con la sofferenza e sia pronto a sostenere solo banche, mazzette, corruzione, poteri assoluti e non democratici, dispotismi di qualsiasi tipo, dipendenze dal grande capitale, collusione coi magnati….
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