SOLO IN ITALIA DI VEDONO POLITICI CAPACI DI METTERE A RISCHIO UN GOVERNO IN PIENA PANDEMIA

(di Fabrizio d’Esposito – Il Fatto Quotidiano) – In due giorni di “note” quirinalizie pubblicate su vari quotidiani, il capo dello Stato ha fatto trapelare la sua linea in caso di un’eventuale crisi di governo per mano dell’inquieto Matteo Renzi. Cioè: voto anticipato senza aspettare il referendum costituzionale sulla riforma che taglia i seggi delle Camere. Si andrebbe quindi alle urne, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, per la composizione del “vecchio” Parlamento, e non per quello nuovo. Una decisione che dal punto di vista tattico è semplice da decifrare: Sergio Mattarella mette sul tavolo l’arma delle elezioni per stanare il leader di Italia Viva, il quale continua ad annunciare la crisi tra giugno e luglio, e anche per far uscire allo scoperto eventuali sostenitori supplenti degli italoviventi, azzurri o responsabili che siano. È la conferma, l’ennesima, del metodo maieutico del presidente della Repubblica, che a differenza del suo predecessore rigetta l’interventismo e piuttosto preferisce far maturare gli eventi con realismo tutto democristiano.

Quella del voto anticipato senza referendum è una novità di rilievo, tenuto conto che poco più di due settimane fa si era scatenata la bagarre tra i peones parlamentari della maggioranza per un’indicazione in senso contrario attribuita proprio al Colle. Tutto era cominciato quando il segretario dem Nicola Zingaretti aveva affidato all’Huffington Post uno spin in difesa del premier e contro ogni ipotesi di governissimo: se questo governo cade si va al voto. Qualche giorno dopo un autorevolissimo quotidiano aveva intestato a Mattarella questa risposta del Colle a Zingaretti: chi invoca il voto deve sapere che prima ci sono da fare un referendum e una legge elettorale. A quel punto si era innescata una dinamica per la serie: “Fate cadere Conte, tanto non si va al voto”. Ora però Mattarella ha fatto sapere la sua posizione. E se lo ha fatto significa che da lassù, dal Colle più alto, percepisce una situazione fragilissima e a rischio.