(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Oggi, cavalcata delle risate (anche amare) per stare un po’ su dopo tanto virus e tanta pioggia.
Primo premio, cum laude, per la formidabile auto-battuta di Carlo Calenda, martedì sera da Lilli Gruber: “L’altra volta ha ospitato mia mamma, molti hanno detto che sembro suo padre”. In effetti mentre la “mamma”, Cristina Comencini, si mostra in splendida forma, il rampollo appare leggermente appesantito dall’inattività forzata (qualcuno suggerisce di chiamare il suo partito non più “Azione” ma “Colazione”). Battutacce a parte, Calenda ha competenza e capacità comunicativa che farebbero molto comodo al governo (lui si è offerto di “dare una mano”, con un accordo di riservatezza ma al momento sembra senza riscontro alcuno). Spassoso quando con un pizzico di cattiveria ribalda l’ex ministro propone un governissimo, con dentro presunti leghisti buoni, come Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti lasciando fuori Matteo Salvini e Giorgia Meloni: davvero esilarante.
Medaglia d’argento al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, per la frase: “Mi contesteranno qualsiasi cosa, ma rifarei tutto”. Un tutto che è meglio non commentare considerato il particolare momento che vive il popolo lombardo ma che ricorda, in un contesto meno tragico, certe interviste a Silvio Berlusconi, regnante tra sfacelo economico, processi e nipotine di Mubarak. Presidente, si rimprovera qualcosa? E lui: sì, di essere stato troppo buono. Menzione d’onore a un genio di nome Riccardo Romano, che spunta nel Facebook di Donald Trump mentre costui chiede di chiudere agli immigrati i confini già chiusi e aizza la destra contro i governatori democratici che mantengono il lockdown. Beffa a bruciapelo: “Mr President, do you think Turone’s goal was good” (secondo lei il goal di Turone era regolare?). Applausi.