(di Nicola Borzi) – Sulla pandemia si è scatenata una tsunami di informazioni false, manipolate e omissive spesso diffuse ad arte. Il fenomeno non è nuovo ma con la diffusione dei social media è diventato “virale”: è l’infodemia, l’epidemia da disinformazione. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha rilevato che le fake news “si diffondono più velocemente del virus”. Migliaia di “bufale” sono sparse giorno dopo giorno sul web e talvolta finiscono anche sulle pagine dei giornali, in radio o in televisione. Un lungo elenco di bugie, miti e falsità è disponibile sul sito del ministero della Salute. Il campionario è più lungo del catalogo di Leporello: “Covid19 è stato creato in laboratorio”, “no, l’epidemia l’hanno scatenata i cinesi perché mangiano i topi”, “il virus è stato rubato da spie cinesi in un laboratorio canadese”, “gli Usa hanno sganciato il virus come arma biologica in Cina durante i campionati mondiali militari a Wuhan”, “Covid-19 contiene sequenze simili all’Hiv”, “la pandemia era stata prevista in una simulazione”, “società di Bill Gates hanno brevettato il virus”, “no, Bill Gates ha brevettato il vaccino”, “il virus è curato/prevenuto da (in ordine alfabetico, a scelta): acqua calda, aglio, agrumi, alcolici, antibiotici, argento colloidale, bagni caldi, farsi la barba, gargarismi con la candeggina, lampade Uva, miele, medicina ayurvedica, proteine, tachipirina, vitamina C o D, yoga”, “la pandemia è trasmessa da: acqua del rubinetto, animali domestici, antenne per i cellulari 5G, pane, punture di zanzara, suole, vaccini antinfluenzali, verdure fresche”. Ancora: “I bambini sono immuni”, “gli extracomunitari sono immuni” da cui “i bambini extracomunitari sono immuni”, “se riesco a trattenere il respiro più di 10 secondi sono sano”, “se mi pungo ed esce sangue rosso scuro sono sano”…

Il problema comunque è datato. Già nel 2018 uno studio aveva rilevato che il 40% dei link relativi alla salute pubblicati sui social media conteneva false notizie mediche. Ad agosto 2019, l’Oms ha messo in guardia dalla disinformazione sanitaria sui social media, specie sui gruppi chiusi anti-vaccini. Il fatto è che c’è chi pilota l’infodemia per colpire Paesi, destabilizzare governi, impoverire nazioni. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), l’organismo del Parlamento che vigila sui servizi segreti, ha segnalato una campagna di disinformazione condotta da “entità statuali esterne” (leggasi Paesi stranieri) contro l’Italia, per ostacolare le misure contro l’epidemia e mettere zizzania tra Paesi europei. Il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, ha annunciato una task force della presidenza del Consiglio contro l’infodemia. Occasione (giusta) colta al balzo dal virologo Roberto Burioni per cercare di mettere la mordacchia (sbagliata) all’informazione.

Secondo una relazione del gruppo speciale della Ue contro la disinformazione, alcune informazioni false sul coronavirus sono state create da Cina e Russia. Dal gennaio, la Ue ha raccolto oltre 150 esempi di disinformazione pro-Cremlino su Covid19. In Russia alcuni media nazionali pro-Cremlino hanno fatto circolare “notizie” provenienti dall’Italia su bandiere della Ue sugli edifici pubblici sostituite con bandiere russe o sull’inno russo che suona per le strade. Un video pubblicato il 15 marzo su Twitter da Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri cinese, mostra un collage di filmati pubblicati dal Corriere della Sera sui flashmob organizzati a Roma e Torino il 14 marzo per sostenere il personale degli ospedali italiani, ma nell’audio è stato aggiunto l’inno cinese e, secondo l’autrice del tweet, dai balconi gli italiani avrebbero ringraziato e applaudito la Cina. In questi casi, l’obiettivo è politico: indebolire l’Unione europea o creare cambiamenti politici.

Contro l’infodemia dal 2015 la Ue ha lanciato EUvsDisinfo (la Ue contro la disinformazione), un progetto per rispondere alle campagne di bufale lanciate della Russia contro l’Unione europea, i suoi Stati membri e i Paesi vicini. Grazie all’analisi dei dati e al monitoraggio dei media in 15 lingue, EUvsDisinfo identifica e svela le fake news diffuse da media vicini al Cremlino in tutta la Ue e nei Paesi partner. I casi sono raccolti nel database EUvsDisinfo che a oggi comprende oltre 6.500 informazioni false pro-Russia. Sul sito della Commissione Europea esiste una pagina sulla risposta europea al coronavirus con informazioni affidabili, fatti e debunking delle bufale più comuni. Gli Stati membri stanno condividendo metodi per informare i cittadini sui rischi legati alle notizie false. La Commissione europea e le autorità nazionali hanno chiesto alle piattaforme online di impedire pratiche sleali, come le pagine web di bufale “miracolistiche”, o le truffe con vendite di prodotti inutili. Facebook ha cancellato centinaia di migliaia di post e bollato come inattendibili 40 milioni di contenuti, mettendo a disposizione di oltre 350 milioni di utenti le schede dell’Oms che smontano le fake news.

C’è però anche chi, in buona fede, diffonde informazioni false credendole vere. Se non si è sicuri, esistono molte guide online per verificare se le informazioni siano attendibili: è sempre meglio verificarle da fonti istituzionali ufficiali e certificate.