Israele, sottobanco, vuole cambiare irreversibilmente il modo in cui il Territorio è governato e consolidare il controllo senza venire accusato di annetterlo

(di M. Alessandra Filippi – affaritaliani.it) – Un’inchiesta condotta da tre giornalisti del New York Times, Natan Odenheimer, Ronan Bergman e Patrick Kingsley, quest’ultimo corrispondente della testata a Gerusalemme, pubblicata ieri sulla home page del quotidiano americano, svela il tentativo del governo israeliano di consolidare sotto banco, e modificare segretamente, il controllo dei Territori occupati della Cisgiordania. E questo malgrado il Diritto Internazionale lo vieti; e malgrado i giudici israeliani abbiano da tempo stabilito che “il controllo israeliano del territorio è un’occupazione militare temporanea”, e che solo come tale può essere esercitata, nel rispetto il Diritto internazionale. Diritto Internazionale che Israele tuttavia infrange regolarmente dal 1967, anno in cui ha preso il controllo della Cisgiordania. Da allora, e negli ultimi 9 mesi in maniera ancora più cruenta e sanguinaria, è ridotta ad essere una colonia brutalmente sottomessa alla tirannia israeliana, gestita come un campo di concentramento dall’esercito di occupazione, e divorata nei suoi territori anno dopo anno da quella che, senza mezzi termini, definisco l’epidemia degli insediamenti che si manifesta con il crescente dilagare di coloni messianici ultraortodossi, sempre più aggressivi e sanguinari. Un’epidemia che di fatto ha divorato lo Stato palestinese riducendolo a null’altro che a una serie di piccole enclave, senza possibilità di libera comunicazione fra l’una e l’altra, e dove ogni via di comunicazione e collegamento è soggetta a illogici e sadici controlli, posti di blocco gestiti arbitrariamente dall’esercito e, dal 7 ottobre, anche dai coloni, vere e proprie bande terroriste armate, con licenza di uccidere.

Cisgiordania

La registrazione alla quale viene fatto riferimento nell’articolo, della durata di circa mezz’ora, contiene un discorso che il Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha tenuto lo scorso 9 giugno in occasione di un evento privato. In quel frangente ha confidato ai coloni della Cisgiordania occupata da Israele che “il governo è impegnato in uno sforzo clandestino per cambiare irreversibilmente il modo in cui il Territorio è governato, e per consolidare il controllo di Israele su di esso senza per questo venire accusato di annetterlo formalmente”. L’obiettivo del colono Smotrich, che vive a sua volta in un insediamento illegale e in una casa abusivamente costruita, in barba al Diritto Internazionale, è chiaro: impedire alla Cisgiordania di diventare parte di uno Stato palestinese. A un certo punto dell’intervento dichiara, tradotto testualmente: “Vi dico che (la trasformazione) è mega-drammatica. Questi cambiamenti modificano il DNA di tutto il sistema”. Nella registrazione, fornita da uno dei partecipanti, un ricercatore di Peace Now, movimento contro l’occupazione, si sente Smotrich affermare che per sviare il controllo internazionale “abbiamo creato un sistema civile separato”; tradotto vuol dire che il governo ha trasferito a Smotrich, sottobanco, alcuni poteri di controllo facendo tuttavia in modo che continui a sembrare un’occupazione militare temporanea supervisionata da generali dell’esercito, non a un’annessione civile permanente amministrata da funzionari pubblici israeliani.

La registrazione ha destato un certo scalpore nella stampa internazionale, sebbene qui in Italia non sia stata ripresa con la stessa dovuta attenzione. Una risonanza tale, da costringere il portavoce di Smotrich, Eytan Fold, a confermare i contenuti del discorso e a precisare che “l’evento non era un segreto”. Nell’articolo si legge che, “sebbene l’opposizione di Smotrich alla cessione del controllo sulla Cisgiordania non sia un segreto, la posizione ufficiale del governo israeliano è che lo status della Cisgiordania rimane aperto ai negoziati tra i leader israeliani e palestinesi”. Le parole di Smotrich, e le parallele azioni messe in atto in segreto dal governo di Netanyahu, tuttavia, smentiscono la posizione ufficiale del Primo ministro e sono senza dubbio destinate a rendere ancora più difficile il processo di autonomia dello Stato Palestinese. Quel che traspare dal suo discorso, è “un programma attentamente orchestrato per togliere l’autorità sulla Cisgiordania dalle mani dell’esercito israeliano e consegnarla ai civili che lavorano per Smotrich nel ministero della difesa. Parti del piano sono già state introdotte in modo incrementale negli ultimi 18 mesi e alcune autorità sono già state trasferite ai civili”. Sempre stando alle parole di Smotrich, in questo modo “sarà più facile farlo digerire nel contesto internazionale e legale, in modo che non dicano che qui stiamo facendo l’annessione”.

Cisgiordania

Bezalel Smotrich da decenni ha nel cassetto l’indecente e immorale piano di annessione e annientamento degli arabi palestinesi e di tutte le minoranze non ebraiche; un piano agghiacciante del quale ho ampiamentscritto in un mio precedente articolo lo scorso 13 maggio. Insieme a Daniella Weiss è il “capo” della fazione messianica oltranzista dei coloni ultraortodossi che pianificano di “ebreizzare” l’intero territorio “dal fiume al mare”. E perché no, con un occhio rivolto anche alla Siria alla Giordania e al Libano. Lo scopo è quello di portare il numero di ebrei nei Territori Occupati dagli attuali 800.000 a tre milioni. Quello di Smotrich è un disegno coerente con tutta la sua biografia. Parlamentare di ultradestra del Governo di Netanyahu, insieme a Itamar Ben Gvir, leader del partito israeliano di estrema destra Otzma Yehudit, ministro della Sicurezza Nazionale, colono illegale a sua volta, fin da ragazzo ha un solo chiodo fisso. Una magnifica ossessione che gli ha permesso di conquistare, giovanissimo, un posto nell’attuale Governo che, con Gvir, tiene sotto scacco. Netanyahu è “con noi in pieno”, ha sottolineato Smotrich nel suo discorso.

E se per molti, da questa parte del Mediterraneo, sembra un farneticare solipsistico, non lo è né per chi si occupa dell’argomento, né tanto meno per i palestinesi che da decenni hanno ben chiara l’aria che tira e, più di recente, sono ben consapevoli dei venti di burrasca estrema che si stanno addensando sulle loro teste e che rischiano di degenerare in quella che i metereologici chiamano la tempesta perfetta. “I palestinesi sostengono da anni che i leader israeliani stanno cercando di annettere la Cisgiordania in tutto tranne che nel nome, costruendo insediamenti in posizioni strategiche nel tentativo di impedire il controllo contiguo palestinese su tutto il territorio. È una storia che va avanti dal 1967”, ha detto Ibrahim Dalalsha, direttore dell’Horizon Center, un gruppo di analisi politica a Ramallah, in Cisgiordania. “Da molto prima che Smotrich entrasse in scena”.