IL VERTICE SENZA TRASPARENZA – Per i capi di Stato nel resort Borgo Egnazia spese cifre ingenti, ma la delegazione non pubblica somme finali e ditte coinvolte. E l’Anac è stata estromessa

(DI VALERIA PACELLI – ilfattoquotidiano.it) – PalazzoChigi.it. Voce “amministrazione tra sparente” (si fa per dire). Bandi di gara e contratti. Ricerca: stazione appaltante “Pcm delegazione per la presidenza italiana del G7”. Zero risultati. Motivi di sicurezza, si spiega. E così ancora oggi, con l’evento ormai terminato, non si conoscono le aziende che hanno lavorato per ospitare i Grandi della terra, in Puglia. Quanto è costata l’organizzazione del vertice che si è tenuto nel bellissimo Borgo Egnazia, nel Comune di Fasano? Quanto il granchio blu cucinato dallo chef stellato Massimo Bottura? Quanto il rifacimento delle strade? “Tra poco verrà caricato tutto sui siti, sarà tutto trasparente”, assicurano. Nessuno fornisce neanche le cifre generali, ma secondo la ricostruzione del Fatto, stando a quanto preventivato nei vari bilanci e stabilito con diversi decreti, sono stati spesi quasi 100 milioni di euro. Non è una questione di sprechi, peraltro in un evento senza intoppi e di cui tutti si sono detti soddisfatti. Ma è una questione di trasparenza, soprattutto perché si tratta di denaro pubblico. Il Fatto per due giorni ha cercato di contattare la Delegazione G7 – istituita con decreto della premier Giorgia Meloni ad aprile 2023 – che ha avuto il compito di svolgere le attività di carattere logistico-organizzativo del vertice dei capi di stato e di Governo, delle riunioni ministeriali e di quelle tecniche. Da Palazzo Chigi si spiega che tutta la gestione del G7 è in mano loro, ma dopo diverse insistenze nessuno dalla Delegazione ha risposto alle nostre domande.

Ma come si arriva ai 100 milioni? In mancanza di pubblicità degli affidamenti si può partire dalla nota preliminare al bilancio di previsione della presidenza del Consiglio dei ministri per il 2024: qui si parla di “somme complessivamente assegnate” per 38 milioni di euro, di cui 1,6 destinati al funzionamento e 36,3 milioni per gli interventi. Nello specifico: negli 1,6 milioni di euro destinati al funzionamento rientrano 605.527 euro per le retribuzioni del personale e 1.057.000 euro “per le spese per il funzionamento e per gli esperti” della Delegazione G7. Gli altri 36,3 milioni invece sono stati preventivati per far fronte a “forniture di beni e servizi funzionali all’espletamento degli eventi”.

Di certo per il G7 sono state messe a nuovo molte strade locali. Proprio per quel che riguarda gli interventi infrastrutturali, con il decreto numero 5 di gennaio scorso, la presidenza del Consiglio ha nominato un Commissario straordinario con il compito di procedere alla “urgente realizzazione degli interventi infrastrutturali e manutentivi “. Ad esempio il rifacimento della pavimentazione per consentire il transito dei mezzi (alcuni anche pesanti) delle delegazioni che viaggiavano a velocità elevata. Solo per gli interventi infrastrutturali sono stati spesi 18 milioni di euro, di cui 7 milioni sono stati affidati con gare gestite dalle province e il resto è stato utilizzato per gare europee già espletate e gestite per lo più da Anas. A questa cifra poi è stato aggiunto un milione stanziato dal Segretariato generale di Palazzo Chigi e sempre destinato alla sistemazione di strade.

Ma chi ha effettuato i lavori? Per ora è ancora tutto segreto. “Gli esiti delle gare verranno pubblicati in futuro – ci spiegano – Si è trattato di procedure ristrette a più concorrenti. C’è un tema di riservatezza perché sono interventi di sistemazione stradale, e che proprio perché si trattava di ospitare personalità così importanti non potevano essere pubblicizzati. Se bisogna fare percorsi alternativi e poi comunicare quali sono, si crea un problema di sicurezza”.

Il punto è che la gestione degli appalti, proprio per il carattere di urgenza, è stata fatta in deroga alla procedura ordinaria di gara. Lo prevede sempre il decreto numero 5 di gennaio scorso, in cui si spiega che per questo genere di lavori, da fare rapidamente, “si applica la procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara, (…) anche per gli appalti di importo superiore alle soglie di rilevanza europea”. La decisione di derogare alla procedura ordinaria ha fatto però saltare dalla sedia il presidente di Anac Giuseppe Busia. Infatti l’Autorità anticorruzione nella gestione degli appalti del G7 non ha toccato palla, senza svolgere neanche i controlli sulle aziende. Busia lo aveva pure sottolineato audito in Commissione Ambiente della Camera: “Non è una sorpresa che l’Italia avesse quest’anno la presidenza del G7, e quindi parte delle opere (investimento di 18 milioni, ndr) in vista del vertice di giugno non avevano il carattere d’urgenza”. Poi ha puntato il dito sulla questione dei controlli: “Si può prevedere che vi siano verifiche rapide, si possono stipulare patti di integrità e clausole di esclusione di imprese coinvolte con criminalità organizzata o eventi legati alla corruzione. Ma non una deroga totale alle verifiche antimafia”. Busia aveva anche parlato della possibilità di avvalersi, per i controlli, della collaborazione di Anac. Suggerimento non recepito.

E così a oggi le uniche due gare di cui si sa qualcosa perché sono state pubblicate anche le aziende aggiudicatrici – per un totale di 30,7 milioni di euro – sono quelle gestite da Consip, la stazione appaltante. Si tratta di due gare: una a procedura aperta per “servizi di progettazione, organizzazione, allestimento e gestione ‘chiavi in mano’ del Vertice dei Capi di Stato e di governo (…) nonché della gestione delle attività di registrazione, accreditamento e controllo accessi a detti eventi” dal valore di 27,9 milioni di euro. Divisa in 4 lotti è stata aggiudicata tra ottobre e novembre 2023. E poi c’è una seconda gara da 2,8 milioni per “l’affidamento dei Servizi di somministrazione di lavoro a tempo determinato” aggiudicata a ottobre 2023.


Tra le spese sostenute per l’evento dei Grandi della terra ci sono poi quelle destinate al potenziamento delle misure di sicurezza. In totale sono stati stanziati 25,2 milioni di euro, come stabilito dal decreto legge 76 dell’11 giugno. Spese così suddivise: 13,9 milioni per le Forze di polizia; 3,7 milioni per l’incremento delle forze armate di 1500 unità; per “assicurare la necessaria cornice marittima e aerea per lo svolgimento del Vertice” sono stati poi impiegati assetti aeronavali della Difesa, autorizzando una spesa di 5,7 milioni di euro per il 2024. Infine 1,8 milioni di euro sono stati autorizzati per l’impiego di vigili del fuoco ed eventuali straordinari.

E dunque, in conclusione, quanto è stato speso per questo G7? Se si tiene conto dei 30,7 milioni degli appalti Consip, dei 25,2 milioni per potenziare le misure di sicurezza e degli altri 38 milioni previsti dal bilancio si arriva a 94,9 milioni. Ma è una stima a spanne. Nessuno dalla delegazione G7 ha risposto alle domande del Fatto. Eppure nulla è più segreto: i Grandi sono tornati nelle loro terre, l’evento è ormai passato. E i soldi spesi sono pubblici.