IL POLITOLOGO SULLA CRISI PENTASTELLATA – “Non c’è ragione per ripetere errori storici. L’unico modo per vincere è coalizzarsi contro il centrodestra”

(DI LORENZO GIARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Tornare a un Movimento “né di destra né di sinistra” sarebbe “demenziale”: si tratta di un’idea “obsoleta” che non appartiene più ai 5 Stelle. Parola di Marco Revelli, politologo autore di svariati saggi sulla sinistra (l’ultimo è Questa sinistra inspiegabile a mia figlia, Einaudi) e convinto che ormai il campo del Movimento sia quello progressista, checché ne dica Virginia Raggi e a prescindere dalle battute maliziose di Beppe Grillo.

Marco Revelli, l’idea di un ritorno alle origini non la convince?

Me lo lasci dire con un omaggio a Cacciari: questa roba di non essere né di destra né di sinistra è una puttanata! Basta così. Virginia Raggi ha subito un ingiusto accanimento quando era sindaca e questo glielo riconosco, dopodiché il suo tempo è passato. Neanche per sogno il Movimento dovrebbe tornare indietro.

Non lo aiuterebbe a guadagnare qualche punto percentuale?

Il suo elettorato di oggi non è più un elettorato ibrido, come durante la grande piena del 33 per cento. Quello che hanno perso a destra è tornato a votare la destra e lì resterà. È naturale che non ci sia totale omogeneità con il Pd e il resto del centrosinistra, è anche giusto sia così, ma il destino è quello come minimo di marciare divisi per colpire uniti. Ci sono tante persone nel cosiddetto campo progressista che ritengono il Pd indigesto, anche con qualche ragione. È soprattutto lì che il M5S ha il suo elettorato. E poi sarebbe demenziale dal punto di vista tattico.

In che senso?

Non c’è ragione per ripetere errori storici. L’unico modo per vincere è coalizzarsi contro il centrodestra.

Grillo può ancora avere un ruolo carismatico?

Temo sia più una minaccia carismatica che una risorsa. È uno di quei casi in cui il carisma aumenta la carica distruttiva, più che quella propositiva. A Grillo va dato atto di aver costruito una cosa enorme, ha creato dal nulla uno tsunami che ha raccolto una domanda radicale di cambiamento che altrimenti si sarebbe anche potuta riversare a destra. Detto questo, adesso farebbe meglio a stare zitto per il bene del Movimento. Mi fa pensare un po’ a un creatore che non sopporta di vedere la propria creatura sopravvivergli.

Conte è ancora la persona giusta per guidare il Movimento?

Resto convinto di sì. È piombato nella galassia dei 5 Stelle quasi come un Ufo, tuttavia è ancora la principale risorsa che hanno. Certo, l’ideale sarebbe potergli affiancare qualcuno.

Chiara Appendino? I guai giudiziari la condizionano, ma a lungo si è parlato di lei.

No, non ha lo status e il profilo da leader nazionale, e credo neanche il carisma di Conte. Penso a un alter ego più “corporeo” di Conte, una figura alla Di Battista, se esistesse oggi dentro al Movimento 5 Stelle. Di questo avrebbe bisogno Conte, che è insuperabile nel lavoro di fioretto, ma quando si tratta di usare la ruspa non è l’ideale.

Il suo ultimo libro è un ipotetico dialogo sulla sinistra con una adolescente. Come spiegarle che il Movimento è nella sinistra che deve stare?

Basta guardare i temi su cui punta forte il Movimento, dal salario minimo all’ambiente. Altre concezioni sarebbero ormai obsolete: se poi non la vogliono chiamare sinistra ma qualcos’altro, non importa, l’orizzonte comune resta quello.