CORRUZIONE – 5 arresti, tra cui l’assessore Marzo

(DI VINCENZO IURILLO – ilfattoquotidiano.it) – Ci sono i voti comprati a 50 euro l’uno nelle elezioni vinte dal sindaco Pd di Caserta Carlo Marino nell’ottobre 2021. Sono quelli rastrellati da alcuni imprenditori vicini a due eletti al consiglio comunale, Emiliano Casale e Massimiliano Marzo. Quest’ultimo è stato arrestato ieri con accuse di corruzione. Da assessore ai Lavori Pubblici, Marzo avrebbe affidato alcuni appalti senza gara, per lo più manutenzioni di edifici e di verde pubblico, a chi veniva a comprare il materiale edile nella sua impresa. Le opere in questione iniziavano prima ancora che venissero firmate le determine di affidamento. Tanto che si ascolta una intercettazione in cui un tecnico urla a un imprenditore indagato “ma non lo puoi dire che hai finito il lavoro, dio santissimo”. Ovvio: non c’era nemmeno il verbale di consegna del cantiere.

Casale (indagato per corruzione elettorale) e Marzo, dopo aver fatto il pieno di preferenze (886 a testa), sono entrati in giunta come vicesindaco e assessore. Facevano parte della lista ‘Moderati-Insieme per Caserta’, alleata dei dem. “Deprecabile compravendita di voti finalizzata a ottenere vantaggi illeciti e accertata con palmare evidenza, e le intercettazioni in atti sono decisamente eloquenti”, scrive il Gip di Santa Maria Capua Vetere Daniela Vecchiarelli nell’ordinanza di arresto di Marzo, dei dirigenti comunali Francesco Biondi e Giovanni Natale (ora in pensione), del funzionario tecnico Francesco Porfidia e dell’imprenditore Gioacchino Rivetti. Eloquente una intercettazione dell’imprenditore Raffaele Nunziante (indagato per corruzione elettorale) con una signora: “Vota a questo, i soldi…” “Gliel’hai dati”? “Eh sì, e allora non glieli do? Gli ho detto tieni, eccoti i soldi, mica ci sto perdendo io la faccia per cinquanta euro…”.

Al termine delle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo iniziate nel 2022 il Gip, dopo aver accennato all’interessamento di una famiglia del clan Belforte per appoggiare i ‘Moderati’ (è indagato il figlio di uno storico esponente), scrive che “Casale e Marzo sono stati eletti anche grazie al sostegno materiale di alcuni imprenditori casertani che in occasione della campagna elettorale si sono spinti talvolta a corrispondere finanche somme di denaro”. Però aggiunge che non è stata raggiunta la prova che i voti siano andati a uno dei candidati dei ‘Moderati’. Infatti non ci sono misure cautelari per tali vicende.

Gli arresti – chiesti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Pierpaolo Bruni – sono invece scattati intorno ai traffici di Marzo. Dipinto dalle carte come un politico determinato “a trarre un personale profitto dalla carica ricoperta, senza aver minimamente a cuore l’interesse pubblico”.

La prassi accennata sopra sarebbe servita all’assessore “per un allargamento del proprio consenso elettorale” e “per corrispettivi in denaro o altre utilità”. Emblematico il racconto di Rivetti cliente di “Edil Marzo”, l’azienda del politico. L’assessore avrebbe tenuto nei suoi confronti un comportamento “spregiudicato e privo di scrupoli, volto esclusivamente alla massimizzazione degli interessi privatistici, non interessato minimamente alla qualità dei materiali venduti e proposti”. Insomma, l’imprenditore doveva pure ingoiare un pessimo trattamento e prezzi fuori mercato. Ma avrebbe comunque ottenuto il suo tornaconto attraverso gli appalti ottenuti.

“Il lavoro dell’amministrazione va avanti regolarmente – dice il sindaco Marino – e ricordo che gli episodi sotto inchiesta riguardano fatti accaduti antecedentemente al luglio 2023, mese in cui ho emesso i nuovi decreti delle deleghe ai dirigenti, applicando la legge anticorruzione”.