Il Quirinale invita la maggioranza a ritirare i due emendamenti al dl Coesione su balneari e redditometro, considerati estranei al testo.

Il Quirinale blocca la maggioranza: stop su balneari e redditometro

(di Stefano Rizzuti – lanotiziagiornale.it) – Doppia bocciatura del Quirinale: gli emendamenti al decreto Coesione sul redditometro e sui balneari, entrambi proposti dalla maggioranza, quasi certamente salteranno. I rilievi del Colle sono emersi durante la riunione al Senato tra governo e maggioranza per definire l’iter del provvedimento in commissione Bilancio. I due emendamenti finiti nel mirino erano stati presentati da Forza Italia per quanto riguarda il redditometro e dalla Lega sui balneari. Le due proposte di modifica erano state dichiarate ammissibili dal presidente della commissione, Nicola Calandrini, ma per il Colle si tratta di due materie estranee al decreto. Proprio per questa ragione sembra probabile il ritiro, su invito del Quirinale, dei due emendamenti. Una delle ipotesi è che l’emendamento sull’abolizione del redditometro venga trasformato in ordine del giorno.

REDDITOMETRO E BALNEARI, ARRIVA LO STOP DEL QUIRINALE

Il primo emendamento finito sotto osservazione del Quirinale è quello presentato da Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, sul redditometro. La proposta è di abrogare lo strumento e anche l’ultimo decreto del ministero dell’Economia, risalente al 7 maggio, attuativo della misura con l’indicazione degli elementi indicativi della capacità contributiva. Proprio su questo decreto si era aperto un caso politico interno alla maggioranza, con l’intervento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per annunciare la retromarcia del governo.

Per quanto riguarda i balneari, l’emendamento era stato presentato dal leghista Massimiliano Romeo: si chiedeva di rendere noto l’esito della mappatura del territorio costiero effettuata dal tavolo tecnico. Ma, soprattutto, l’emendamento chiedeva di introdurre un indennizzo da riconoscere al concessionario uscente da parte del subentrante, oltre che un criterio di prelazione da riconoscere al titolare della concessione. Intanto sono arrivati i primi pareri del governo ai circa 700 emendamenti al dl Coesione: su altri, invece, il governo attende e, come detto, su altri ancora c’è stato anche l’invito al ritiro, come spiegato dal ministro Raffaele Fitto. L’inizio delle votazioni degli emendamenti è previsto per lunedì, con l’approdo in Aula atteso per giovedì 20 giugno.