IL TIMORE DI UN PAPEETE-BIS – Occhiuto: “Non abbiamo fatto polemiche prima del voto, ma adesso…” Il leader frena: “La Lega è già in difficoltà”

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Un’analisi della vittoria e della “rinascita” del partito nel giorno del primo anniversario della morte di Silvio Berlusconi. Ma la festa è stata in chiaroscuro. La segreteria convocata ieri da Antonio Tajani è stata caratterizzata da una diatriba interna con il vicesegretario e presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Nel corso della riunione convocata ieri dal vicepremier e ministro degli Esteri a San Lorenzo in Lucina per festeggiare il 9,2% alle elezioni europee di sabato e domenica, è stato Occhiuto a sollevare dubbi sull’operato di Forza Italia e del governo. Oggetto del contendere: la riforma dell’autonomia differenziata cara alla Lega e in fase di approvazione alla Camera.

Occhiuto ha preso la parola e ha spiegato che adesso il partito deve frenare sull’autonomia. Nello specifico chiedendo che le riforme costituzionali vadano di pari passo e che serve tempo per quantificare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). “Nessuno di noi ha fatto polemica prima delle elezioni – ha aggiunto il governatore della Calabria – ma adesso le elezioni sono passate e bisogna porre qualche questione anche all’interno del governo”. Per questo bisogna evitare “strattoni” parlamentari e dunque non approvare la riforma già questa settimana in aula.

La richiesta di Occhiuto, quindi, è stata esplicita: “Bisogna rinviare l’autonomia al Senato per approvarla insieme alle altre riforme, questo sarebbe un grande risultato da attribuire a Forza Italia”. Peccato che la risposta di Tajani sia stata negativa, per evitare ritorsioni della Lega: “Si può guadagnare tempo, ma dubito che si possa frenare tutto – ha risposto il vicepremier – la Lega è in difficoltà e ho paura che poi Salvini faccia casino. Meloni poi è a Borgo Egnazia…”. Insomma, va bene qualche distinguo parlamentare ma senza provocare scossoni nel governo.

Occhiuto, che si è lamentato per il fatto di non essere stato difeso dal gruppo parlamentare dopo gli attacchi del Pd durante il dibattito alla Camera (“Non rispondiamo a provocazioni”, ha replicato il portavoce Raffaele Nevi), alla fine ha concordato con il partito di puntare su alcuni ordini del giorno al disegno di legge che possano andare nella direzione auspicata dal governatore: “Cercheremo di ottenere più voti possibili sulla definizione dei Lep” ha spiegato Tajani. Una frase che è stata interpretata dall’opposizione come un modo per dissociarsi dalla riforma e innescando la miccia della rissa a Montecitorio (potete leggere a sinistra).

Ma l’intervento del presidente della Regione Calabria di ieri certifica una prima forma di dissenso interna a Forza Italia: le sue parole sull’autonomia sono state lette come la volontà di Occhiuto di presentarsi come voce alternativa a Tajani nel partito facendo pesare le quasi 50 mila preferenze che sono andate al vicepremier. Anche dal punto di vista simbolico, infatti, l’uscita del governatore della Calabria rappresenta un primo colpetto a Tajani: un vicesegretario che chiede al segretario di porre il tema nel governo e nella coalizione di centrodestra non è cosa da poco, tanto più a due giorni dal voto. Non a caso, durante il suo intervento, Occhiuto ha spiegato: “Durante la campagna elettorale ho girato molti comuni della Calabria per chiedere di votare Forza Italia – ha aggiunto – il tema dell’autonomia può essere molto pericoloso soprattutto in vista delle elezioni regionali del 2025”. E ancora: “C’è una parte di Forza Italia, propositiva, che fa riferimento al Sud, che non può essere ignorata”, ha concluso Occhiuto.

Anche se il risultato di Forza Italia alle elezioni europee ha ringalluzzito il segretario azzurro, in molti scommettono che nei prossimi mesi Occhiuto possa sfidare la leadership del segretario, soprattutto nel caso in cui le cose dovessero iniziare a peggiorare.

Nel profluvio di ricordi in nome di Berlusconi e di auto-elogi di Tajani, però, quella di Occhiuto non è l’unica voce dissidente. Dopo l’elezione al Parlamento europeo, anche Letizia Moratti sta giocando una partita personale forte delle sue 42 preferenze nel Nord-Ovest. Nelle ultime ore, infatti, l’ex vicepresidente della Regione Lombardia si sarebbe lamentata della gestione del partito e della campagna elettorale di Tajani arrivando a riunire anche il coordinatore azzurro in Regione, Alessandro Sorte, e il suo fedelissimo Stefano Benigni.