(Moreno Pisto – mowmag.com) – Meloni esulta, Schlein pure, ma cosa c’è da esultare se più della metà degli italiani non è andata a votare? E ora come la mettiamo? La verità è che ormai votiamo come se votassimo per Amici o Sanremo. L’Europa – nonostante quello che vi dicono – non cambierà, la campagna elettorale è solo propaganda e la coscienza critica si è persa. Le domande da farsi, ora, sono molto più complesse…

Meloni esulta, la Schlein esulta, Tajani pure, la Salis anche ma cosa c’è da esultare se più della metà degli italiani non ha votato? In Italia il dato di affluenza è il più basso di sempre. I dati sono in calo ovunque anche per le amministrative, tranne rari casi. Il Sud ha una percentuale drammatica. Sabato avevo fatto un video provocatorio: non andate a votare perché il Parlamento Europeo non ha poteri legittimi e l’Europa è in mano a gruppi di potere. Mi è stato detto di tutto, che votare è un nostro diritto, che così vincono i populisti, che si sputa sulla democrazia. E ora? Vogliamo interrogarci sul perché è successo questo oppure no? Intanto la provocazione è arrivata, eccome se è arrivata. Signori la democrazia o si ripiglia o è finita, superata, macchinosa, dispendiosa e così come è non conviene a nessuno. Le Europee già da anni sono elezioni distanti perché hai voglia a dire bisogna andare a votare, votare è un nostro diritto, l’Unione Europea non sappiamo nemmeno cosa sia. Perché se è vero che all’Europa dei cittadini come noi frega poco è altrettanto vero che alla gente della politica frega ancora meno. Chi vota non sa perché lo fa, chi vota non sa per chi vota (perché votare qualcuno che poi in Parlamento europe non ci va?), chi vota, nel 99% dei casi non sa nemmeno perché ha votato, per chi, come funziona il Parlamento Europeo, che poteri ha, su cosa può influire o meno. Votiamo come se ci fosse il televoto per Amici o Sanremo. Il nostro grado di coscienza critica è andato.

Giorgia Meloni

Non votare è ancora uno dei pochi strumenti che abbiamo per ribellarci. Siamo l’unico Continente dove non votare può effettivamente cambiare qualcosa. Negli altri che tu voti o non voti non cambia niente. Non votare è una scelta di resistenza e desistenza (d’esistenza). Ce la cantiamo e ce la suoniamo con sta storia della democrazia ma poi i giochi si fanno nelle stanze del potere. Infatti i risultati sono evidenti: astensione sempre maggiore. La democrazia – purtroppo – è già stata superata. Non votare è uno strumento per dire di no perché qualsiasi voto, qualsiasi, a queste elezioni Europee, sarebbe andato a sostenere un sistema che non solo non è più in grado di contrastare ma appoggia la deriva tecnocratica, l’eliminazione di ogni differenza per renderci tutti massa da consumo, che vive come un fastidio la libertà di stampa e il dissenso. Il dissenso non si fa votando come gli asini. Il dissenso non si fa con i commenti social e i profili fake. Il dissenso non può essere integrato al sistema. E volente o nolente siamo l’unico Continente dove è ancora possibile coltivarlo. Siamo entrati in una fase storica dove è ormai chiaro che le decisioni vengono prese sopra le nostre teste e a discapito dei nostri voti e disertare, forse, è l’unico strumento potente che ci è rimasto.

Lo sapete cosa ha detto Luciano Canfora in un suo libro: che ci stanno togliendo sovranità. In continuazione. Da decenni. Che vogliamo fare? Dormirci su? Avete mai sentito parlare del termine tecnocrazia? E del tecnopopulismo? Un futuro in cui comandano gli specialisti e la politica conta sempre meno. Il filosofo italiano Aldo Masullo ha detto che “le straordinarie innovazioni tecniche hanno eroso, fino a dissolverle, le vecchie forme politiche”. Che vogliamo fare? Continuare a sognare democrazie oniriche. O svegliarci? Dopo queste elezioni in cui si dice che avanzano le destre in realtà non cambia niente: la maggioranza continua a essere di chi ci ha fatto percepire l’Europa come qualcosa di lontano e tecnocratico, l’alternativa di destra è impresentabile e si rifà a modelli di governo illiberali. Ora bisognerebbe davvero interrogarsi:

•⁠ ⁠sarà mai possibile un Europa più forte, più chiara, davvero illuminata e unita?

•⁠ ⁠probabilmente no. E quindi c’è ancora spazio per la democrazia liberale? Se no cosa c’è dopo, con la crescita dell’intelligenza artificiale?

•⁠ ⁠al di là della parvenza democratica di chi è la sovranità in Europa? Del popolo o di un sistema oligarchico dove governono le mega lobby e le mega aziende?

Altro che Meloni, Schlein, Salis e i discorsi sui social. Questi sono i temi su cui si giocherà il futuro nostro, dei nostri figli, dell’umanità