BRUXELLES IN CORSA CON LO SPONSOR – Scontro fratricida a destra per i voti dei pistoleri; il celebre formaggio sceglie Donazzan

(DI LORENZO GIARELLI E ROBERTO ROTUNNO – ilfattoquotidiano.it) – Votantonio votantonio! Le Europee si giocano sul filo delle preferenze e ai candidati fa gola non solo il sostegno d’opinione, ma pure quello delle lobby grandi e piccine. Federazioni, associazioni, reti, colossi. Tutto va bene, purché l’appello al voto indichi la preferenza esatta.

A destra, per esempio, c’è una faida fratricida per contendersi i voti di due settori chiave: quello della caccia e quello delle armi leggere. La Cabina di regia venatoria, che riunisce diverse sigle del mondo della caccia, ha pubblicato qualche settimana fa un manifesto a cui hanno aderito una quarantina di nomi, quasi tutti di destra. Inevitabile, a quel punto, il sospetto che qualcuno si fosse “infilato” solo per opportunismo. Perciò alcuni volti storici della politica venatoria si sono ribellati. È il caso di Sergio Berlato, europarlamentare di FdI ricandidato, infuriato per non essere stato segnalato dalla Cabina di regia in virtù del “pluridecennale impegno in difesa della caccia e dei cacciatori di tutta Italia e di tutta Europa”. Berlato si è allora rivolto direttamente ai cacciatori: “Senza il sostegno di questi dirigenti venatori, prenderò molti più voti dai cacciatori”. In questo contesto, l’Associazione cacciatori lombardi ha invece altre idee ancora, seppure sempre dentro FdI: “In primis vogliamo parlarvi di Mario Mantovani, che ha dimostrato coi fatti di poter difendere con coraggio la nostra categoria. Dopo di lui, Paolo Inselvini. Una giovane promessa di FdI su cui abbiamo deciso di investire”.

In parallelo al mondo venatorio si muove quello che ha a cuore il mercato (e l’uso) delle armi leggere. Il Comitato “Difesa legale dei possessori d’armi” è una comunità che, per intendersi, su Facebook raccoglie oltre 30 mila persone. Uno degli animatori è da anni Andrea Revel Nutini, personaggio legato alla destra piemontese. Parlando al Comitato, Nutini ha indicato il nome di Pietro Fiocchi, europarlamentare FdI la cui famiglia è proprietaria di una grossa ditta di munizioni: “Tra i politici che sono vicini al nostro mondo, sempre troppo pochi – è la posizione di Nutini – dobbiamo ammettere che Fiocchi ha veramente portato avanti i nostri temi”. La concorrenza però non manca. L’Enciclopedia delle armi, un portale molto letto tra gli appassionati, ha scelto il forzista Dario Passoni: “È la prima volta che il mondo delle armi e della caccia ha la possibilità di inviare una persone esperta e competente nella tana del lupo”. Lo stesso Passoni manda messaggi, riprendendo quel manifesto pro-caccia di cui sopra: “Ci sono 39 candidati pro-armi e pro-caccia, ma solo io non andrò all’opposizione”.

Si vedrà. Altro endorsement eclatante di questa campagna è quello dell’azienda Grana Padano, che qualche settimana fa ha inviato ai consorziati una lista di nomi a sua volta segnalata “dalla segreteria dell’onorevole Lollobrigida”. A firmare la lettera, il presidente del consorzio Stefano Berni e il direttore generale Renato Zaghini. L’elenco fa riferimento a candidati nelle circoscrizioni Nord-Est e Nord-Ovest. Tra gli aspiranti europarlamentari citati, anche Elena Donazzan, nota per aver detto alcuni giorni fa che “i matrimoni misti tra donne cattoliche e uomini musulmani possono essere un facilitatore delle infiltrazioni terroristiche islamiche”. Non sfugge un dettaglio: in ballo ci sono finanziamenti milionari da parte del ministero dell’Agricoltura a cui Grana Padano sta cercando di accedere.

Dal fronte delle associazioni di categoria, non male il caso dell’Anaste – che rappresenta le residenze per anziani – la quale ha suggerito alle aziende associate un nome di FdI nel Nord-Ovest, Stefano Balleari, e un nome del Pd al Centro, Dario Nardella. Contattato nei giorni scorsi dal fattoquotidiano.it, il presidente Anaste Sebastiano Capurso ha definito l’episodio “abbastanza normale”, specificando di aver “solo segnalato agli associati alcuni politici che ci hanno ascoltato o che comunque sono venuti nelle nostre sedi”. L’Anaste è al centro di alcune vertenze locali poiché il suo contratto collettivo non è firmato con i sindacati di Cgil, Cisl e Uil ma con altre sigle, quindi i tre confederali hanno avviato cause perché ritengono che l’accordo non sia rappresentativo. Ergo, al di là della legittimità del sostegno ai candidati, l’associazione ha sicuramente interesse affinché la politica non promuova leggi per misurare la rappresentanza sindacale e non obblighi le imprese ad applicare i contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative.

Infine, la non sottovalutabile rete dei pro-Vita. Vista l’ampia scelta in lista, il Family Day di Massimo Gandolfini e Jacopo Coghe non ha indicato un singolo candidato, ma ha consegnato un manifesto valoriale da far sottoscrivere ai volontari. Tra le decine che lo hanno firmato – quasi tutti di destra – anche Roberto Vannacci e Carlo Fidanza.