STEFANO PATUANELLI (M5S) – “Non vorrei che ci fosse una regia dietro le sue parole”

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – La precisazione del Commissario europeo uscente a polemica esplosa non gli basta, la tesi delle parole forzate non lo convince. “Le dichiarazioni di Paolo Gentiloni sui soldi ottenuti dall’Italia per il Pnrr non possono essere certo archiviate come una battuta uscita male, quelle cose le ha dette in un colloquio scritto che avrà sicuramente riletto” sostiene Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato del M5S e ministro dello Sviluppo economico ai tempi del Conte-2. Duro: “Sono falsità che fanno male al Paese e aiutano la destra”. E ovviamente si riferisce a quanto detto da Gentiloni al giornalista del Corriere della Sera Paolo Valentino: “I soldi del Pnrr sono stati dati ai vari Paesi in base a un algoritmo, ideato e definito da due direttori generali olandesi. C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi: non è vero”.

In una nota, Gentiloni ha sottolineato il ruolo “fondamentale” dell’Italia in quella trattativa. Forse non aveva valutato la portata di quanto detto, no?

Guardi, se avesse rilasciato quelle frasi in una diretta potrei anche credere all’equivoco, ma non è questo il caso.

Tradotto, voleva davvero attaccare Conte?

Mi sembra evidente. Dopodiché vorrei capire se è una scelta del Commissario europeo agli Affari economici, o se ci sia dietro una regia politica più ampia, visto che siamo anche in piena campagna elettorale per le Europee. Non vorrei davvero che fosse così, perché in questo caso dovremmo ricordare al Pd, il partito di Gentiloni, l’approvazione del Jobs Act o il fatto che non ci abbia permesso a suo tempo di varare il salario minimo.

Vi aspettavate che Elly Schlein prendesse le distanze da Gentiloni?

Ci saremmo aspettati parole di verità dai dem su quella vicenda, tanto più che il ministro dell’Economia che collaborò a quella trattativa con Conte era un esponente del Pd come Roberto Gualtieri (che ieri ha precisato: “Ci fu una trattativa prima dell’algoritmo”, ndr). Detto questo, c’è un ulteriore aspetto da considerare. Se ciò che ha detto Gentiloni è falso, e noi siamo certi che sia così, il suo comportamento è molto grave. Ma se fosse vero, allora verrebbe da chiedersi perché paghiamo i commissari europei se certe cose le decidono dei funzionari.

In questo clima, voi e il Pd dovreste provare a vincere assieme nelle tante città in cui siete alleati.

Il clima tra i gruppi parlamentari è ottimo: collaboriamo bene con il Pd, come partiti che fanno parte di uno stesso campo. È chiaro che sul rapporto complessivo in questa fase incide la campagna elettorale. Ma dove abbiamo un progetto comune lavoriamo volentieri assieme. Venerdì scorso sono stato a una gran bella iniziativa a Pavia assieme a Pier Luigi Bersani, per dire.

Conte ha fatto di tutto per far saltare il confronto tv tra Schlein e Giorgia Meloni, solo perché si sentiva escluso, cioè per motivi elettorali. Giusto?

Non è così, si è opposto per una pura ragione di principio, e come lui peraltro hanno protestato tanti altri leader di partito. Non era giusto fare un confronto limitato a due figure.

A proposito di rapporti, il suo omologo dem in Senato, Francesco Boccia, ha proposto una conferenza dei capigruppo per “aprire un dialogo” con le destre sul premierato.

Non vedo possibilità di confronto con questa maggioranza, che va avanti a colpi di forzature. Il premierato, oltre a essere scritto con i piedi, incide pesantemente sui poteri del presidente della Repubblica, andando a ledere quel sistema di pesi e contrappesi che ha reso grande la nostra Costituzione.

Meloni dice che con la riforma non ci saranno più governi tecnici. Slogan efficace, no?

La verità è che il premierato, assieme all’autonomia differenziata e alla riforma della giustizia, compone un pacchetto di provvedimenti che può mettere a serio rischio il nostro sistema democratico.

Il M5S non ha grandi nomi nelle liste e potrebbe scontare l’astensionismo, di solito alto nelle Europee. L’aria non pare delle migliori per voi. Quale è l’asticella sotto cui non dovreste scendere?

È vero che l’astensione, soprattutto al Sud, potrebbe essere un problema, ma noi non ci poniamo soglie e asticelle da raggiungere. Portiamo avanti le nostre idee. Dopodiché i sondaggi ci danno in linea con il risultato delle scorse Politiche (il 15,7 per cento, ndr).