RAI – Il duello saltato. 5 Minuti, il conduttore aveva attaccato il collega in diretta, “ignorando” che però è in corsa per Bruxelles e vige la par condicio

(DI GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Bruno Vespa ora rischia pesanti sanzioni da parte dell’Agcom per la puntata di Cinque minuti di giovedì scorso in cui ha attaccato, tra gli altri, Michele Santoro. L’Autorità garante delle comunicazioni ieri si è mossa dando 24 ore di tempo alla Rai e a Vespa per le loro “controdeduzioni”, ovvero spiegare per quale motivo sia andato in onda un attacco nei confronti di un candidato alle elezioni europee, Santoro appunto, leader della lista Pace Terra Dignità (che ieri Alessandra Ghisleri stimava al 2,7 per cento).

Insomma, per Agcom quell’attacco ha probabilmente violato la par condicio. Tutto parte da un esposto dello stesso Santoro con cui il giornalista chiede ad Agcom di aprire un’istruttoria. “L’attacco nei confronti di Santoro è da considerarsi fine a se stesso e ha l’aggravante di essere stato mosso nei confronti di un candidato alle Europee in modo da insinuare la tesi che Santoro, la cui persona è da considerarsi inscindibile dall’attuale status di candidato, si sia comportato scorrettamente e abbia violato a sua volta la par condicio, penalizzando la sua immagine di soggetto politico”, si legge nella lettera degli avvocati del giornalista.

“La segnalazione evidenzia la gravità dell’episodio” e “a tale riguardo, ai sensi dell’articolo 10 comma 2 della legge 28 del 2000 (par condicio), si richiede di voler trasmettere eventuali controdeduzioni e osservazioni entro 24 ore dalla presente comunicazione”, scrive l’Authority a mamma Rai. Insomma, Viale Mazzini e il conduttore di Cinque minuti dovranno dare spiegazioni e poi l’Agcom deciderà se procedere con eventuali sanzioni contro il conduttore e l’azienda.

Ma come si è arrivati a questo? Mercoledì scorso, l’Authority aveva messo dei paletti ben precisi alla possibilità di far svolgere un duello televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein di cui Vespa aveva già deciso anche la data, il prossimo 23 maggio, in prima serata su Rai1. Agcom ha detto: va bene, ma la maggioranza delle altre forze politiche, almeno quelle presenti in Parlamento, dev’essere d’accordo a cimentarsi in altrettanti confronti. Così, con 5 partiti contrari su 8, il tanto annunciato duello è saltato, con grande irritazione di Vespa, soprattutto nei confronti dei 5 Stelle e di Giuseppe Conte, colpevoli ai suoi occhi di aver fatto di tutto per boicottare il duello. Così giovedì sera Vespa ha dedicato tutta la sua striscia post Tg1 a un editoriale-invettiva citando quelli che, secondo lui, erano stati “pessimi esempi di violazione della par condicio” nella campagna per le elezioni del 2001: l’ospitata di Marco Travaglio da Daniele Luttazzi, l’intervista di Enzo Biagi a Roberto Benigni e quattro puntate del Raggio Verde di Michele Santoro, tutte volte, secondo Vespa, a danneggiare Silvio Berlusconi. Che nella prima di quelle puntate telefonò in diretta a Santoro per lamentarsi.

L’attacco di giovedì, però, come si legge nell’esposto, non è solo nei confronti del giornalista Santoro, ma anche del candidato alle Europee. E qui c’è aria di violazione e possibile sanzione. L’esposto di Santoro ha poi tirato in ballo anche il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, poiché Porta a Porta e Cinque minuti, sotto par condicio, sono “riconducibili” alla testata Tg1, così come altri programmi d’informazione devono far riferimento ad altre testate. Una regola alquanto bizzarra, perché allora non si capisce a cosa serva la direzione Approfondimento cui tutti i programmi d’informazione extra tg dovrebbero fare riferimento.

Per quanto riguarda i duelli elettorali, infine, non se ne farà nulla. Secondo alcune indiscrezioni, gli staff di Meloni e Schlein hanno avuto un ultimo scambio di idee dove hanno concordato entrambi di soprassedere. FdI aveva tolto subito la possibilità dal tavolo, spiegando che “non si può far perdere altro tempo alla premier, che era stata generosa a dare la sua disponibilità, ma ora basta”. Dal Nazareno filtravano ancora echi possibilisti, poi scemati di fronte alla chiusura, definitiva, di Meloni. Insomma, a meno di sorprese in zona Cesarini, anche in queste elezioni non si vedranno confronti tra i leader, nemmeno sul web.