LO SHOW PER FORTI – Benvenuto di Stato. “Ingiustificabile” il tappeto rosso al condannato per omicidio: “Mai visto: è un danno di immagine per le nostre istituzioni”

(DI ANTONELLA MASCALI – ilfattoquotidiano.it) – Cafiero de Raho, lei è stato magistrato per una vita e adesso è deputato del M5s. Che effetto le ha fatto vedere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni accogliere in aeroporto Chico Forti, un condannato all’ergastolo per omicidio?

Credo che la presidente del Consiglio sia venuta meno alla propria immagine istituzionale. In passato ci sono stati presidenti del Consiglio che si sono recati in aeroporto, ma non per ricevere un condannato da un’autorità straniera, ma vittime di sequestri all’estero, rientrate con aerei di Stato. Certamente è sempre importante il rientro di un detenuto italiano all’estero affinché possa eseguire la pena nel nostro Paese, ma non trovandoci di fronte a una vittima, l’accoglienza in aeroporto da parte della presidente del Consiglio non si giustifica. Vorrei sottolineare che in passato non è mai avvenuto, è una novità nel panorama politico italiano.

In Italia c’è un nutrito gruppo di innocentisti, tra cui alcuni artisti, nonostante diverse prove a carico di Forti. Se si trattasse di un errore giudiziario, il comportamento della premier sarebbe giustificato?

La situazione non cambia. Vanno rispettate le sentenze. È colpevole chi è condannato con sentenza passata in giudicato. La Corte d’Appello italiana ha riconosciuto la sentenza americana di condanna. Potrà poi esserci un processo di revisione, se ricorreranno i presupposti, ma fino alla sentenza di revisione, il risultato definitivo di condanna deve essere accettato. In uno stato di diritto va rispettata la sentenza passata in giudicato e la disputa tra innocentisti e colpevolisti non può modificare la valutazione definitiva dei giudici.

Abbiamo assistito alla trattativa per l’estradizione di Forti, condannato per omicidio, e a nessuna iniziativa sostanziale del governo per Ilaria Salis, accusata in Ungheria di aver aggredito due neonazisti, chiusa in carcere in condizioni disumane, portata al processo con catene a mani e piedi. In quel caso, ha detto il ministro Nordio, “non ci può essere interferenza politica”. Come se lo spiega?

Personalmente non me lo spiego, mi sembra che il padre della Salis abbia affermato che non ci sono stati passi del nostro governo. Di fronte a immagini inumane ci saremmo aspettati una sollevazione italiana ed europea. Avremmo voluto un intervento diplomatico tenace per il rispetto della dignità della persona. Dovremmo impegnarci per tutti i detenuti italiani all’estero e non solo per una persona. Quella di Forti non può essere esibita come una vittoria politica. Scontare la pena in Italia vuol dire puntare alla rieducazione e al reinserimento sociale, secondo la nostra Costituzione. Occorre attivarsi sempre per una giustizia uguale per tutti e conforme alla Costituzione.

In base alla legge italiana Forti, avendo già scontato 24 anni, fra due anni avrà diritto alla libertà condizionale?

Bisogna verificare qual è il contenuto del titolo di estradizione; se trova applicazione la legge italiana, dopo 26 anni di esecuzione della pena, è possibile, a seguito della valutazione del giudice, essere ammessi alla liberazione condizionale.

Questa vicenda pare sintomatica del concetto di giustizia all’incontrario che ha questo governo. Mi riferisco al piano di riforme che servono non per rafforzare il contrasto alla corruzione ma per proteggere i corrotti. Condivide?

Sono pienamente d’accordo, in questo momento c’è un piano giustizia al contrario, la normativa tende a un indebolimento del sistema di contrasto alla corruzione. Basta pensare che i reati corruttivi sono stati cancellati dall’elenco degli ostativi ai benefici penitenziari. Sta per essere abolito il reato di abuso d’ufficio, che è anche un reato spia per corruzione e mafia. Ciò avviene contro l’orientamento europeo. Ben 25 paesi su 27 hanno il reato di abuso, tra questi anche l’Italia, che adesso si sfila, tra l’altro andando contro la direttiva della Commissione Ue che auspica che tutti i paesi dell’Unione abbiano questa fattispecie. Forse in pochi sanno che questa scelta finisce per danneggiare anche la procura europea che con le sue indagini tutela gli interessi finanziari della Ue, dato che ha procedimenti penali legati anche all’attuazione del Pnrr. E a proposito di controllo sui milionari finanziamenti legati al Pnrr, vale la pena di sottolineare che questo governo, insofferente alle critiche, ha escluso il controllo concomitante della corte dei Conti, perché questa si era permessa di esprimere un giudizio negativo per l’inefficacia e l’inefficienza con cui il Governo stava attuando il Pnrr. Un fatto di gravità straordinaria. Per non parlare degli appalti sempre più discrezionali. Mi lasci dire anche del proposito di vietare l’uso del trojan per indagini legate alla corruzione mentre i fatti di Genova, Torino, Bari, Palermo, Catania, ci dicono quanto sia diffusa la corruzione a qualsiasi livello. Tutto ciò ci preoccupa tantissimo. Affermare costantemente, come fa questa maggioranza, che la corruzione è reato ordinario, e come tale va trattato, significa lanciare dei messaggi sbagliati alla società e finisce per istillare nell’opinione pubblica la convinzione che, dopo tutto, la corruzione non è così grave.

Lei fa parte della commissione parlamentare Antimafia. La presidente Chiara Colosimo ha dichiarato che l’estradizione di Forti servirà “a dare risposte su rapporti internazionali e criminalità organizzata”. Che nesso c’è?

Bisognerebbe chiederlo alla presidente. La condanna non è per criminalità organizzata, ci troviamo al di fuori del perimetro della commissione Antimafia e dei reati di criminalità organizzata.