-Calorie e teste vuote

(Stefano Rossi) – La legge di bilancio 2020, all’art. 1, commi 661-676, introduce la c.d. Sugar Tax, imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, avente la finalità di limitare, attraverso la penalizzazione fiscale, il consumo di bibite che hanno un elevato contenuto di sostanze edulcoranti aggiunte.

Con una serie di successive norme, la tassa è stata più volte derisa e rinviata.

Il ministro Giorgetti ha detto che verrà rinviata al 2026. Poi si vedrà.

Ma perché questa esigenza di tassare le bevande zuccherate?

E perché certa politica non la vuole?

1.

L’OMS ha fatto uno studio sull’obesità infantile. Ecco i risultati di qualche anno fa.

I paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Malta, Italia, Spagna e San Marino) hanno avuto i più alti livelli di obesità grave, superiore al 4%, mentre la più alta prevalenza di obesità è stata osservata in Spagna (17,7%), seguita da Malta (17,2%) e Italia (16,8%).

La Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) nel 2007, presentarono al ministero della Salute la “Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente” raccomandando di limitare l’uso di bevande gassate, zuccheri e sale ed abituare fin da piccoli a fare sport.

Il fenomeno è molto più ampio e grave di quanto si possa immaginare; si tratta di cibo e bevande con “calorie  vuote”.

Il termine “calorie vuote” vuol significare del cibo privo di elementi essenziali, come vitamine, fibre, carboidrati ma ricco di zuccheri, sali, additivi artificiali: in pratica, cibo privo di nutrienti ma ricco di sostanze nocive e altamente infiammatorie.

È un sinonimo del cibo ultraprocessato come le merendine, i würstel, pane in cassetta, cracker, barrette varie, snack, cibi del fast-food, cibi pronti e le bevande gassate e zuccherate. Ma anche quelle con la scritta “zero”.

Rientrano anche alcuni formaggi e salumi in vendita principalmente nei supermercati e prodotti che normalmente si ritengono salutari come lo yogurt alla frutta.

Sono i cibi e bevande che non hanno più alcun rapporto con il prodotto originario.

Per capire cos’è un cibo processato basta seguire il dialogo tra la giornalista Alessandra Borella di Report e il Prof. Antonello Paparella, preside di Bioscenze dell’Università di Teramo, a proposito di una zuppa di asparagi (in una puntata di anni fa).

Che percentuale di asparagi c’è lì dentro?

Qui abbiamo il 7% di asparagi”.

Si può dire asparagi se c’è il 7%?

Ah, anche meno a volte”.

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In queste stramaledette buste di zuppe in polvere troviamo proteine del latte, amido di patate, maltodestrine, sciroppo di glucosio e tanto altro. Ma chi metterebbe lo zucchero nella minestra? Lo sciroppo di glucosio poi è molto peggio dello zucchero semolato in quanto ha la capacità di impennare la curva glicemica oltre ogni limite e prepara al diabete senza passare per l’anticamera.

Il top si raggiunge con alcuni alimenti che vediamo tutti i giorni nei bar: i cornetti o croissant.

Mi piace ricordare cosa leggeva un barista al giornalista Bernardo Iovene di Report a proposito degli ingredienti di un cornetto “salutare”.

Farina di frumento, margarina. Leggo anche cos’è la margarina: grasso vegetale di palma parzialmente idrogenato. Acqua. Olio vegetale di girasole. Correttore di acidità. Acido citrico E330. Citrati di sodio. E 331. Monodigliceridi degli acidi grassi. Aromi. Conservante: sorbato di potassio. Colorante. Sì ma ragazzi io non voglio vedermi in tv, dov’è che lo mettete sto video? No perché, c’è…”.

Una volta se ti davo l’1% della sostanza X, e il restante 99% di scarti, venivo denunciato per truffa.

Oggi vendo un prodotto salutare.

Per dire, la Coca-Cola. In Italia, ogni 100 ml ci sono poco più del 10% di zuccheri. La lattina da 330 ml contiene 35 gr di zuccheri che corrispondono a 7 zollette da 5 gr. Negli Usa ne contiene molti di più. La dose giornaliera di zucchero è di 25 gr.

E quelle “zero” non sono meno rischiose. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa parte dell’OMS, ha deciso di classificare il dolcificante artificiale aspartame “possibilmente cancerogeno per gli esseri umani”.

Questi sono i motivi, più che legittimi, per tassare alcune bevande che nuocciono gravemente la salute.

2.

Quando Report intervistava l’allora ministro della Sanità, Renato Balduzzi, per sapere il motivo del rinvio della tassa, questi rimaneva piuttosto sul vago. A telecamere spente, ma come spesso succede, una nascosta funzionava, immortalava il ministro ammettere di aver ricevuto pressioni dalla Coca-Cola affinché la tassa non fosse approvata.

E così fu.

Resta da capire: queste pressioni in cosa consistono?

Che può fare una multinazionale per convincere un politico a non tassare i suoi prodotti?

Come ricorda il Fatto del 13 maggio scorso “In Francia, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Portogallo, Catalogna, Norvegia, Finlandia, Ungheria, Estonia e Lettonia il balzello c’è già”.