EUROPEE – Il leader 5S ai candidati: “Servirà coraggio”. I malumori per gli esterni e i timori per chi rinfaccerà la posizione sull’Ucraina

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – Le urne per l’Europa non hanno mai portato buone notizie al Movimento, così per uscirne incolume l’avvocato dovrà mostrare che è diverso. Differente da Giorgia ed Elly, le due leader che vogliono trasformare le Europee in una sfida a due, e lui, Giuseppe Conte, tagliato fuori, e non a caso ieri l’ex premier è andato a manifestare con i suoi davanti a Palazzo Chigi contro l’autonomia differenziata, per rivendicare che il primo avversario di Meloni è lui. Ma Conte dovrà essere diverso anche da tutti coloro che ora parlano di pace, una fila che parte da Michele Santoro e adesso arriva perfino a Matteo Salvini. Però quella parola nel simbolo l’hanno messa i Cinque Stelle. Per questo ieri Conte lo ha rivendicato davanti ai candidati del M5S, radunati a Roma: “Dovrete tutti impegnarvi a essere costruttori di pace, e ricordare sempre che noi ci siamo battuti dall’inizio su questo tema, perché è coerente con i nostri valori”. Non solo. “Se qualcuno vi rinfaccia il nostro voto favorevole al primo invio di armi all’Ucraina, rispondete che era essenziale per evitare che la Russia dilagasse”.

Insisterà innanzitutto su questo, il Conte che girerà l’Italia con comizi serali in luoghi chiusi, nelle principali città italiane. Partendo da Milano, per provare a dimostrare che il Movimento non guarda solo da Roma in giù. Ma sui palchi insisterà anche su due altri due temi che dovrebbero fare rima con diversità a 5Stelle: la questione morale, ossia la lotta alla corruzione e ai conflitti di interessi – una proposta di legge a prima firma di Conte è stata fatta impantanare dal centrodestra in Parlamento – e il lavoro, “perché i primi a dare battaglia sul salario minimo siamo stati noi” ricordano dal M5S. E ovviamente il reddito di cittadinanza verrà citato spesso, assieme alla lotta contro la povertà e le diseguaglianze. Rivendicheranno le battaglie identitarie, Conte e i suoi candidati, per cercare di portare alle urne i suoi tradizionali elettori, in gran parte al Sud e nelle Isole, quelli che di solito alle Europee disertano le urne. “Nella speranza che la differenza con i votanti al Nord non sia enorme” ragiona uno dei principali consiglieri dell’ex premier.

Tradotto, il principale nemico per il Movimento si chiama astensione. Da qui, il timore dell’asticella del dieci per cento, a fronte di sondaggi che danno il M5S stabilmente al 16. E quindi, la necessità di marcare una differenza, da valorizzare con il voto. Anche con quei leader che si candideranno per Bruxelles, ben sapendo che non ci metteranno mai piede. “Noi nel simbolo non mettiamo cognomi, ma i nostri valori” ha teorizzato Conte davanti ai candidati. Tra i quali mancheranno i big della vecchia guardia, per l’eterna regola dei due mandati. Una tagliola che ha lasciato fuori nomi come Roberto Fico e Virginia Raggi, già rimpianti da diversi parlamentari nelle chiacchierate fuori taccuino. Inseguire voti toccherà innanzitutto agli esterni, dall’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, capolista al Sud, che batterà sul reddito, all’ex calciatrice Carolina Morace nel Centro, che batterà sui diritti civili, lei che ha sposato una donna, e che ha denunciato come “il mondo del calcio sia pieno di omofobia e pregiudizi”. Fino al banchiere-contadino Ugo Biggeri, secondo nel Nord-Est. “Biggeri non è solo il fondatore di Banca Etica, ma anche uno degli ideatori della legge 185 del 1990, che limita l’esportazione delle armi” fanno notare. Come a dire che sperano in un miracolo elettorale, in una zona dove tradizionalmente il Movimento arranca.

Però lo spazio dato nelle liste agli esterni ha irritato la base. E ieri una delle candidate, Giovanna Basile – quarta nel Centro – ha trovato il coraggio di dirlo davanti a Conte: “Mettendo capilista gli esterni si scoraggia la partecipazione, dovreste metterli ultimi in lista”. Ma l’ex premier ha scosso la testa: “Le candidature sono state approvate a maggioranza dagli iscritti”. Si andrà così, con il leader che esorta i suoi a “essere coraggiosi, perché troverete spesso ambienti ostili”. E con la sua campagna elettorale da leader, che partirà il 3 maggio da Lecce e il 4 da Bari. Perché a giugno si voterà anche in migliaia di comuni. Compreso il capoluogo pugliese, centro della questione morale. Un altro tema da urne, per l’avvocato della diversità.